Dovrei anch’io contare fino a cento prima di scrivere ciò che penso ma arrivi sempre a un limite. Mi ripeto “devi capire che un tifoso cambia idea in base al risultato, alle antipatie o simpatie, ascolta il cuore e scrive di pancia”. Tutto vero, però, vorrei tanto vedere un briciolo di coerenza, di buon senso, di credibilità. “Questo è il mondo social” mi dicono e allora a volte penso che è meglio uscire da questo sistema in cui più che interagire è diventato un modo di sfogare la propria rabbia o insoddisfazione in modo irrazionale. “Lo si fa per troppo amore” ci si difende. Ma non si pensa ai danni che si procura mettendo quei post. “Ma sono professionisti” la replica. Però sono anche ragazzi giovani, padri di famiglia, uomini che vivono in mezzo alla gente. Poi non sopporto più chi va a caccia del nemico o peggio ancora chi aspetta il momento di dire “io ve l’avevo detto”. Non ne posso più di chi è seduto sulla riva del fiume e aspetta di vedere passare il cadavere ma non sa che quello che passerà è il suo. Sì, perché in serie B ci va non solo la Reggiana ma soprattutto i tifosi, la città, la società, gli sponsor, i politici, gli amministratori, i giornalisti. Non sopporto più chi scrive fandonie solo per il gusto di vomitare un pensiero negativo. “Basta col buonismo” si urla. Ma cosa significa? Criticare in modo corretto, logico, sensato anche pensando al bene della Reggiana? E’ questo il buonismo? E per non essere buonisti occorre scrivere delle bugie come che la società non vuole andare in serie B, che i giocatori non vogliono vincere e altre bestialità?