Solo i grandi uomini lasciano quando sono al vertice

Solo i grandi uomini lasciano quando sono al vertice

Non mi era mai capitato di dover prendere atto di una scelta come ha fatto Alessandro Spanò di lasciare il calcio per dedicarsi a una nuova vita professionale.

E non mi permetto di giudicare o di capire il perché di una simile decisione. Occorre prendere atto della sua volontà e caso mai ringraziarlo per ciò che ha fatto per la Reggiana in questi sei anni, essere orgogliosi da tifosi per avere avuto un capitano come Alessandro, ammirarlo per la scelta, anche coraggiosa e certamente inusuale, che ha fatto. E’ giusto, però, rimarcare alcuni aspetti. Il primo fa riferimento all’attimo in cui ha deciso di lasciare il calcio, vale a dire nel momento di massimo splendore. Solo i grandi campioni lasciano quando sono ai vertici della loro carriera, quando hanno raggiunto l’obiettivo che si erano prefissato. Non importa se la vittoria di una Champions o la conquista della serie B. E’ nel momento in cui raggiungi l’obiettivo che ti eri prefissato e decidi di fermarti che diventi “unico” ed entri nella storia del club. Tante volte, anche grandi giocatori che avevano vinto tutto in carriera, non hanno mai accettato l’idea di appendere le scarpe al chiodo e rincorrendo una gioventù che non poteva ritornare sono scesi di categoria fino a diventare anche patetici. Non voglio fare esempi ma ce ne sono stati tanti anche nella Reggiana.
Nessuno come Alessandro Spanò ha fatto la scelta di dire basta col calcio il giorno dopo aver conquistato ciò che per lui era un obiettivo primario. E’ vero, nessuno può asserire che Spanò ha raggiunto il massimo della sua carriera di calciatore con la conquista della serie B perché non si può prevedere cosa poteva riservare il futuro per Alessandro. Per lui la conquista della serie B con la maglia della Reggiana è stata l’apoteosi della sua carriera. Stop.
Un altro aspetto che mi piace sottolineare è la sua volontà di chiudere la carriera con la maglia della Reggiana, dopo sei anni e la conquista della serie B. Inutile dire che avrebbe potuto ottenere un robusto contratto pluriennale oppure guardarsi attorno per monetizzare quanto aveva seminato in questi anni. Questo concetto non è mai stato preso in considerazione. E anche questo è un elemento raro in questo mondo del calcio. Non mi è mai capitato in tanti anni, men che meno alla Reggiana. Certo ci sono stati giocatori come Morello che si sono ridotti lo stipendio per consentire alla Reggiana di iscriversi al campionato, altri come De Napoli che hanno messo soldi nelle casse granata, altri che hanno ridotto il loro ingaggio pur di vestire la maglia granata ma Alessandro Spanò è unico nella sua scelta e come tale occorre prenderne atto senza capire o sindacare questa sua decisione. Ritengo si debba solo prenderne atto e rimarcare lo spessore dell’uomo prima e del professionista poi.

Wainer Magnani
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