“Vorrei prima di tutto ringraziare chi ha fondato la Reggio Audace _ ha esordito Carmelo Salerno, neo presidente della Reggiana – senza il loro impegno io non sarei qui. Sarò presidente in un momento difficile del paese e del calcio in generale. E’ una grande responsabilità rappresentare e amministrare la Reggiana però il tutto non mi spaventa, lo ritengo un grande attestato di fiducia dei soci in un momento cosi’ delicato. Metterò il massimo impegno, determinazione e passione per ripagare questa fiducia. Cercherò di amministrare la società con onestà e trasparenza portando avanti i valori che hanno sempre rappresentato la Reggiana: onestà e lealtà sportiva”.
IL RAPPORTO COM AMADEI
“Cercherò di fare il presidente come Romano Amadei mi ha insegnato facendo tesoro dei suoi consigli: lavorare e parlare poco. Un uomo che ha fatto 40 anni di calcio da prendere da esempio. Cercherò di interpretare ruolo di presidente come atleta che porta la staffetta. Considero una squadra di calcio un bene pubblico che appartiene alla città e ai propri tifosi”.
“Vorrei riuscire in questo tempo di mia presidenza per far capire concetto: i presidente, i direttori sportivi, gli allenatori passano ma la Reggiana resta.”
IL MESSAGGIO
“Vorrei riuscire in questo tempo di mia presidenza per far capire concetto: i presidente, i direttori sportivi, gli allenatori passano ma la Reggiana resta. E’ una staffetta che non bisogna mai interrompere. Questo è il mio auspicio e il mio auguro alla Reggiana e a tutte le società. Vorrei trasmettere alla città di Reggio l’importanza che il calcio riveste a livello sociale e sportivo. Quello che noi facciamo per una squadra di calcio lo facciamo per la città non per noi stessi. Il bene che facciamo alla Reggiana rimane alla città”.
I RINGRAZIAMENTI
“Mi sento di dire grazie a Luca e Mauro per ciò che hanno fatto e da loro ho ricevuto il testimone e spero di fare bene come loro, sempre cercando di fare il bene della società. Lavorare in continuità e condividere le mie scelta con tutti i soci. Avere due vice presidenti va in questa direzione: vorrò condividere con loro e con il dg Cattani ogni decisione. Lavorerò chiedendo aiuto a tutti: agli imprenditori, all’amministrazione comunale e ai tifosi. I successi si raggiungono con l’aiuto di tutti”.
L’APPELLO AI TIFOSI
“Se una squadra di calcio funziona e perché c’è la partecipazione di tutti. Va in questa direzione l’iniziativa “io ti voglio bene” che rappresenta un grido di aiuto per questo momento di difficoltà. In questo anno e mezzo a Reggio ho lavorato e parlato poco. Ho aiutato la squadra, ad esempio, nel trovare una soluzione alla sede per gli allenamenti in città. Ho fatto capire all’amministrazione comunale l’importanza di avere una casa granata e i campi di allenamenti”.
SEDE E CAMPI D’ALLENAMENTO
Ho imparato da Tosi e Alvini ciò che significa per una squadra di calcio avere una “casa”. Ritengo mi sia stato riconosciuto questo impegno e voglio ringraziare pubblicamente il sindaco Luca Vecchi e l’assessore Raffaella Curioni perché hanno mantenuto la promessa fatta il primo giorno che li abbiamo incontrati. Ci vorrà tempo e pazienza ma arriveremo ad avere una nostra “casa granata”. La società farà investimenti importanti. Per noi è fondamentale per far sentire il senso di appartenenza a giocatori, staff e dirigenti”.
La mia presidenza è la logica conseguenza di questo mio impegno impegno anche economico perché sono arrivato ad avere il 30% della società.
IL SUO 30% DI QUOTE
La mia presidenza è la logica conseguenza di questo mio impegno impegno anche economico perché sono arrivato ad avere il 30% della società.
Non sono di Reggio ma oltre 80% delle quote non sono di soci reggiani eppure nulla ha impedito loro di fare il bene della società. Sono anche l’unico socio a non avere interessi diretti in città. Mi chiedete perché sono venuto a Reggio a fare calcio? Il primo pensiero è per riconoscenza nei confronti di Amadei e Tosi ma soprattutto perché sono un appassionato di calcio e sono onorato di poter essere venuto a Reggio Emlia e di aver conquistato dopo 21 anni la serie B.
LAVORO PER IL BENE DELLA REGGIANA
In questo incarico metterò impegno e passione e spero che i reggiani possano giudicarmi, non per la mia provenienza ma per quello che sono, per i valori in cui credo e per l’impegno. Per quello che sono e che farò per la Reggiana. Non avendo interessi tutto ciò che metterò in campo sarà esclusivamente per il bene della Reggiana.
La presidenza? Amadei ha avuto un ruolo importante nelle mie decisioni. Una persona sempre disponibile ma anche severa quando noi soci ci lanciamo andare in facili entusiasmi. Ci aiuta molto quando siamo in difficoltà. I suoi consigli per me e per tutti i soci sono importanti. I reggiani devono ringraziare Amadei perché senza il suo arrivo la Reggiana non sarebbe stata ripescata in serie C. Abbiamo vinto tutto assieme ma se è stata ripescata in C è per merito suo, perché ha garantito per tutti. Per me quello che pensa Amadei è importante. Romano è felice per la mia presidenza e me l’ha scritto in una lettera. E’ uno degli attestati più belli che ho ricevuto”
DA MODENA A REGGIO
“Da presidente del Modena a presidente della Reggiana: all’inizio ero imbarazzato di questo passo ma solo all’inizio. A Modena ho fatto bene, ero molto amato e ho scoperto dopo di essere ancora amato. Chiunque spende un solo euro per una squadra di calcio deve essere ringraziato. Credo di avere fatto del bene al Modena e anche alla Reggiana perché ho messo tanti soldi e non avendo interessi è una scelta che ho fatto per gratitudine a Amadei e Tosi. Oltre che per la mia passione per il calcio. Questo mi riempie di orgoglio e non mi imbarazza essere stato presidente del Modena e ora della Reggiana.
Nella mia prima conferenza stampa avevo promesso la serie B e per questo sono stato ripreso da Amadei ma sono stato fortunato e oggi la serie B è una realtà.
LA PROMESSA: MAI PIÙ’ IN SERIE C
“Il mio desiderio è di creare una società solida che possa fare un calcio sostenibile. Rimanere nei prossimo 21 anni lontano dal campionato di serie C. Una società solida e sostenibile a prescindere da chi saranno i soci. Se faremo cosi sarà facile portarla più in alto possibile. Dare continuità alla Reggiana per fare una promessa: mai più in serie C”
Io ti voglio bene?
“Abbiamo discusso tanto ma è una iniziativa in cui credo. Non posso pensare che i tifosi non ci sosterranno. Ci stiamo sobbarcando un oneroso peso economico per mancati introiti per biglietti e abbonamenti. Gli sponsor ci stanno sostengo ma la Reggiana è dei reggiani non dei soci”.
L’IMPEGNO FINANZIARIO
“Io ho speso di più di quello che avevo immaginato.
Non volevo il 30% ma se non fossi arrivato, oggi Amadei avrebbe il 70% per cui ho pensato che non è giusto lasciare a Romano tutto questo fardello. Ho grande ammirazione per Amadei per quello che ha fatto come imprenditore e come sportivo. Se non fossi arrivato io Amadei si sarebbe trovato con 73% e non è giusto. Altri imprenditori dovrebbero avvicinarsi alla Reggiana. Spetterà anche a met far capire che si amministra tutti assieme”.
I SOCI REGGIANI
“Sono fondamentali. Vorrei che i soci reggiani avessero il 73% e io il 5%. Chi sta nel calcio ha una visibilità pazzesca ma io vivo a Modena, lavoro a Modena e mi vogliono bene, anche adesso che sono presidente della Reggiana. Investo tanto a Reggio senza avere nessun interesse e qualcuno mi potrebbe dare per pazzo che si fa pubblicità al contrario”.
Il sogno?
“Non sono un populista o uno che fa demagogia. Vorrei lasciare una società sostenibile: un equilibrio economico a prescindere. E’ impensabile che imprenditori come Amadei o io mettano tanti soldi. La Reggiana deve stare in equilibrio”.
UN VINCENTE SOGNATORE
“L’unico problema è che ho vinto il primo anno da socio della Reggiana, ho vinto il secondo e vincere per la terza volta vorrebbe dire andare in serie A. Ma prima di questo sogno sportivo viene la stabilità economica e il centro sportivo. Certo, sogno di entrare in quegli stadi che ho visto solo in tv. La Reggiana c’è stata io mai. Ma lo dico sotto voce. A Cosenza mi hanno detto ”meglio un dirigente fortunato che bravo”.
IL SUO PASSATO
“Ho dei trascorsi dilettantistici e nella quadra universitaria.
Ero un attaccante ma di scarse prospettive. Ero bravo a battere i rigori e avevo il 10 perché i miei idoli erano Baggio e Platini”.
GLI ATTESTATI
“Ho ricevuto, come detto, una email di Amadei che conserverò tra le cose più belle della mia vita sportiva. Mi ha sorpreso, invece, la telefonata del vescovo Camisasca che non mi aspettavo. Mi ha telefonato poco prima che iniziasse la partita a Cosenza per farmi gli auguri, mi ha commosso ed ero imbarazzato ma gli ho detto di non farmi gli auguri ma una benedizione”.
STADI CHIUSI
“Adesso con 500 morti al giorno non è concepibile. Ma in agosto è stata una ingiustizia. Ne ho anche parlato con Balata ma non c’è sarà possibilità. In estate grazie al presidente della Regione Bonaccini avevano riaperto i palazzetti e non gli stadi per il 25%. Inconcepibile, tenendo conto che il calcio paga 1,4 miliardi di tasse”.
Immagino cosa sarebbe successo con 20 mila tifosi allo stadio per la finale col Bari e la loro gioia, la stessa che abbiamo provato noi, nel vincere una finale in cui nessuno credeva.
L’AFFETTO DEI TIFOSI
“Immagino cosa sarebbe successo con 20 mila tifosi allo stadio per la finale col Bari e la loro gioia, la stessa che abbiamo provato noi, nel vincere una finale in cui nessuno credeva. Cosi’ come immagino quale sarebbe stata la gioia per la prima partita in serie B dopo 21 anni. E noi quale sarebbe stata la felicità nel constatare il numero di abbonamenti sottoscritti. E’ stato un danno enorme per i tifosi e per la società”.
IMPEGNO POLITICO
“Sono stato candidato a Modena alle amministrative nel 2009 con i Comunisti Italiani con Franco D’aniello dei Modena City Ramblers ma non sono stato eletto anche se sono stato il più votato. Basta con la politica? Diciamo che quella esperienza ha rappresentato il mio modo di credere e di vivere in certi valori: una società più giusta e una eguaglianza sociale. Quella scelta mi ha aiutato anche nel passaggio da Modena a Reggio, proprio per il mio modo di pensare. Per me non esistono nemici e abbiamo tutti gli stessi diritti e doveri, dobbiamo avere la possibilità di credere nei nostri sogni. Amo ripetere che abbiamo il sangue dello stesso colore e qualcuno mi ha anche detto che assimiglia al granata”.
IL CENTRO SPORTIVO
“Ho la certezza che torneremo in via Agosti ma il mio sogno è la salvezza con i tifosi allo stadio.
L’INSEGNAMENTO
“Sono tre anni che ho sospeso ma mi piace insegnare perché sono a contatto con i ragazzi. Prima della Safim ho insegnato per 10 anni e mi è servito per tenersi aggiornati”.
UN PRIMO BILANCIO
“E’ positivo perché abbiamo ottenuto dei risultati straordinari, tenendo conto che non abbiamo avuto tempo per preparare la squadra come si fa di solito. Tosi ha fatto il massimo per tenere i giocatori dello scorso anno, poi c’è stato il lavoro straordinario di Alvini e del suo staff Teniamo conto che abbiamo questi punti in classifica con due partite in meno. Abbiamo subito una ingiustizia con la Salernitana ed ad Ascoli non è stata una partita vera. Salerno e Ascoli non le considero. Per questo lo ritengo un percorso straordinario, molte squadre dietro di noi molto più attrezzate di noi. Nella Reggiana la forza è il gruppo. In generale dobbiamo imparare a non abbattersi quando le cose vanno male a non esaltarci nei momenti positivi.
Dobbiamo essere contenti anche per un pareggio. La salvezza vale come la promozione dello scorso anno. Dobbiamo cercare di contenere i costi. Bisogna salvarci con le nostra qualità”.
IL RINNOVO PER ALVINI
“Alvini è un punto fermo, spero di mettere la mia prima firma nel rinnovo del suo contratto. Lui sa quanta stima abbiamo in lui. Quando sono arrivato ho insistito per la sua conferma. Lui sta bene a Reggio e Reggio gli ha dato tanto. Mi auguro che lo riconosca e il prima possibile possa arrivare il rinnovo del contratto”.
Salerno è stata una ingiustizia. Non c’è stata nessuna possibilità di rinviare partita, l’unica soluzione era un accordo tra le società che non c’è stato.
IL CASO SALERNO
“Salerno è stata una ingiustizia. Non c’è stata nessuna possibilità di rinviare partita, l’unica soluzione era un accordo tra le società che non c’è stato. Sono stato molto duro in assemblea di Lega tanto che Mezzaroma ha chiesto la registrazione ma io non ho detto nulla a livello pubblico. Ci ha pensato Doriano Tosi. Sono stato duro con i presidenti e con Balata. Il calcio chiede aiuto e si fa male da solo. Quella domenica ha perso la faccia. Mi hanno colpito alcune frasi: il calcio non riesce a liberarsi dai vecchi riti. Ho accusato i dirigenti di scarsa solidarietà. Balata ha poi spiegato a Tosi oltre che a me quello che era successo. E’ venuto a spiegarci di persona perché non ha potuto fare niente. Balata non poteva intervenire perché sarebbe stato atto di prepotenza dato che era stato firmato il protocollo. Un protocollo che condividiamo come filosofia perché il calcio non si deve fermare. Però come succede in tutte le cose della vita se c’è un caso eccezionale si deve utilizzare il buon senso ciò che non ha avuto la Salernitana e anche la Federcalcio”.
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