Alla Reggiana serve una svolta e l’occasione è la sfida contro il Cosenza ma a bocce ferme e a salvezza acquisita occorrerà fare un ragionamento più profondo
“I falsi problemi non creano la giusta cura”. E’ una citazione di Lele Adani, un opinionista che stimo perché è uno dei pochi che non ha “mandato al macero il cervello” e cerca di dire ciò che pensa, giusto o sbagliato che sia.E’ un concetto che si sposa anche con la realtà della Reggiana perché a volte per andare alla ricerca di un alibi o di un falso problema abbiamo trascurare la ricerca della strada maestra. Verrebbe voglia di esaminare le scelte fatte all’inizio della stagione, poi a gennaio, il percorso intrapreso in campionato e i cambiamenti apportati. A fine stagione avremo una visione più completa di ciò che è successo, dove si è sbagliato e come si potrà rimediare. Avremo capito bene cosa significa giocare in serie B, cosa serve e come ci si deve comportare. Ma oggi occorre difendere a tutti i costi la categoria per dare un futuro alla Reggiana, per riuscire a regalare la gioia ai reggiani di tornare allo stadio a vedere la squadra granata in serie B. Un traguardo che passa attraverso la sfida contro il Cosenza perché è una di quelle partite che fanno la differenza: in classifica, nella testa dei dirigenti, nel prosieguo della stagione, nella convinzione dei giocatori e nell’umore dei tifosi.Basterà non perdere come ha rimarcato Alvini? Forse ma potrebbe essere solo un rimandare nel tempo la svolta, perché in tale senso ci deve essere un cambio di passo della Reggiana se vuole conquistare la salvezza. Non è pensabile offrire prestazioni inadeguate come nelle ultime tre partite e sconfitte su sconfitte. Certo, quasi sempre si esce dal tunnel della crisi a piccoli passi ma a volte capita di ritrovare all’improvviso il tempo perduto e quel guizzo che azzera tutto il passato. A volte basta una vittoria, anche fortunosa, per cambiare il corso della stagione. Di sicuro ha ragione il mister quando rimarca che serve “cuore e passione” perché a volte la tecnica e la condizione fisica non bastano. “C’è più voglia di fare polemica che di fare competenza, imparare è più faticoso di criticare” è un altro pensiero di Lele Adani che deve far riflettere tutti noi, inteso come dirigenti, giornalisti, tifosi. Ricordiamocelo al triplice fischio finale.
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