I granata hanno subito l’ennesimo gol in apertura di partita e poi hanno sprecato le poche occasioni da rete create. Una prestazione che cancella ogni illusione
A volte è difficile commentare certe prestazioni, anzi viene il dubbio di essere su “Scherzi a parte” perché dopo sette minuti succede che ancora una volta la difesa granata “regala” un gol agli avversari con assoluta facilità. Cosi’ la Reggiana incassa l’ennesimo gol in avvio di partita. A quel punto pensi: d’accordo, il Pescara fa la sua bella figura ma poi Rozzio e compagni trovano il pareggio e forse nel finale possono anche vincere. Invece Kargbo getta al vento una palla che bastava piazzare, in un’altra occasione colpisce il palo.
E gli altri? Non pervenuti. E a quel punto capisci che la strada è segnata. Che poco importa se la matematica non condanna la Reggiana perché sono emerse tutte le carenze che hanno caratterizzato questo campionato: una squadra che non sa difendere e non sa attaccare. Soffermarsi in altre analisi di questa partita contro il Pescara è uno sport inutile cosi’ come pensare che mancano ancora due sfide e in palio ci sono sei punti.
Questa Reggiana ha dimostrato tutte le sue fragilità. La rabbia aumenta, guardando anche i risultati delle altre squadre in lotta per la salvezza dato che i granata dovevano fare la corsa su Cosenza e Pordenone, usciti sconfitti. I granata non sono riusciti nemmeno a portare a casa un pareggio che poteva essere più che mai utile alla causa o se non altro mantenere viva la fiammella della speranza. Ma a rendere più desolante il futuro non è la classifica ma la prestazione dei granata che fa capire che oramai è tutto inutile.
Risulta del tutto superfluo pensare ai futuri impegni di venerdì’ con la Spal e lunedì a Vicenza.Viene da chiedersi cosa resta nel setaccio di positivo dopo questa sconfitta a Pescara. La risposta è niente. Una squadra che è crollata fisicamente, psicologicamente, sul piano del ritmo, della pericolosità offensiva, del fraseggio e della tenuta. Non c’è un atleta granata che è stato all’altezza della situazione e quando nel naufragio entrano tutti coloro che sono scesi in campo, bisogna riflettere e trarre le dovute considerazioni.
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