“Se pensiamo che solo perché siamo retrocessi dalla serie B siamo favoriti ci sbagliamo. Non sono un integralista, non me lo posso permettere”
1) Non possiamo pensare che siamo da serie B solo perché siamo retrocessi dalla serie B
Il tecnico Aimo Diana nella sua prima conferenza prima di una gara ufficiale mette sul tavolo due o tre concetti fondamentali.
2) Il mercato incide sulla testa dei giocatori e ne terrò conto.
3) Non sono un integralista e se vedo che le cose non vanno bene, cambio.
4) E’ vero che non sono al Renate ma è sempre serie C per cui testa bassa e lavorare.
“Siamo pronti, non certo ancora al top della forma ma se fosse cosi’ sarei preoccupato. Abbiamo avuto qualche fastidio, la gamba non gira ma è cosi’ per tutte le squadre”.
Dove inserisce questa partita di Coppa Italia a Piacenza?
“E’ una tappa di avvicinamento importante, mi aspetto dei segnali dalla squadra. Sono curioso di vedere i ragazzi all’opera in una partita ufficiale. Nelle amichevoli manca sempre qualcosa ma adesso arrivano le partite che contano e dobbiamo trovare la nostra identità”.
Tutti convocati?
“A parte Muroni che in amichevole ha preso un colpo alla caviglia e non è utilizzabile ma rientra martedì”.
Che bilancio può stilare?
Sono contento, siamo in ritardo sui carichi di lavoro perché ho trovato ragazzi con preparazioni diverse. Abbiamo dovuto calibrare questi aspetti ai nostri ritmi che sono abbastanza alti. La voglia di arrivare c’è. A livello tattico miglioreremo con le partite. Non c’è molto tempo ma sono contento”.
E’ il momento delle scelte.
“Non sono preoccupato, meglio avere abbondanza che ristrettezza. Questo è il mio compito e ci vuole razionalità. Se pensiamo: dato che siamo retrocessi dalla B possiamo automaticamente essere promossi in B ci sbagliamo di gross. Nulla è scontato”.
Come giudica l’organico?
“La squadra mi piace, anche se sappiamo che il mercato è aperto e quindi vediamo cosa succedere entro il 31 agosto”.
Teme qualche fischio del pubblico?
“Come detto ch vuole molta razionalità, se si sbagliano i parametri non si vedono le cose giuste. Anche io aspetto la fine mercato per capire”.
Il mercato può incidere nella testa dei giocatori?
“Il mercato deve influenzare i giocatori e so che ti porta via qualcosa in termini di energie. Bisogna saperlo gestire. A sua volta l’allenatore deve gestire queste situazioni. Poi ci sono valutazioni che spettano alla societarie, io devo fare la mia parte”.
Quanto sono stati recepiti i concetti che sta inserendo?
“La partita di Lecco l’ho preparata in poco tempo ma ho avuto delle buone risposte in termini di concetti di gioco, il che non è scontato dopo tre settimane di lavoro. Non devo inventare calcio ma semplicemente dimostrare ai ragazzi che ciò proviamo in allenamento lo ritroviamo in partita”.
E’ una crescita in autostima?
“Arriveranno a fare qualcosa di interessante. Chi ha fatto cambiamenti importanti, come noi, ha necessità di aspettare le partite di campionato per vedere il valore della squadra”.
I tifosi lo capiranno?
“Il tifoso tutto sommato ha questa capacità di lettura, certo chi più chi meno. Ma una razionalità nei giudizi, non è scontata”.
Cosa si aspetta da questo campionato?
“E’ un girone bello ma molto difficile e complicato”.
E la partita col Piacenza?
“Sarà una partita vera, stile campionato. Loro sono più strutturati perché rispetto allo scorso anno hanno cambiato poco. L’allenatore è lo stesso. Ma va bene cosi’, meglio entriamo subito nell’ottica del campionato. La Coppa mi piace a quello livello. Sarà un bel test per noi a anche per loro”.
Teme l’impatto del pubblico?
“Il tifoso ha capacità di giudizio. Siamo serie C, questa è la realtà. Certo la Reggina non è Renate ma facciamo lo stesso campionato. Sono conscio che le aspettative sono diverse, a Reggio hanno il palato più fine e questo aspetto fa parte mia crescita. E’ un passaggio obbligato”.
Una squadra che gioca troppo senza palla, colpa della condizione atletica o delle caratteristiche dei giocatori?
“Abbiamo queste caratteristiche ma ho anche la possibilità di cambiare assetto e criterio di gioco. Se vedo che qualcosa non funziona, si cambia. Anche perché a pagare sono io”.
Non è un integralista.
“Sarò un integralista quando me lo potrò permettere, adesso no”.
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