I numeri sono dalla parte della Reggiana ma non solo: la Reggiana si conferma in vetta, anzi allunga il passo. Il tecnico Aimo Diana si dimostra uno stratega vincente, un valore aggiunto
Per analizzare questa partita vorrei iniziare dai numeri: 6 vittorie su 8 partite, ancora imbattuti, 3 gol subiti e 15 fatti, 20 punti in classifica sui 24 a disposizione, 7 punti in più sul Siena, 8 su Modena e Pescara, più 10 sull’Entella che erano alla vigilia erano le grandi favorite. Se torno a ritrovo nel tempo e penso a ciò che si diceva dopo l’amichevole a Lecco o la sconfitta a Piacenza, allora direi che stiamo vivendo un sogno e come tale è destinato a finire. Ma invece questa è una Reggiana vera, che sa vincere anche queste partite e quando capita una, due o tre volte non può essere casualità.
Mi viene in mente un paragone pugilistico: se lavori ai fianchi l’avversario e lo stanchi prima o poi trovi il diretto per mandarlo al tappeto. Ecco, contro l’Olbia ho avuto la stessa impressione. Una Reggiana che ha sfiancato l’avversario con il palleggio, il possesso palla e poi nella ripresa con i cambi di modulo e di giocatori al punto che l’argine sardo era destinato a crollare. Poteva anche resistere ma poteva anche crollare prima perché il portiere Ciocci ha fatto un paio di parate che sono state miracolose.
Ormai mi sono abituato all’idea di vedere una Reggiana che ha questo stile di partita. Poi caso mai trova subito il gol, vedi Montevarchi e diventa tutto più facile oppure deve arrabattarsi fino alla fine per tirare fuori l’avversario dal guscio e ci riesce com’è stato contro la Carrarese e con l’Olbia. A volte succedere che non arrivi il colpo decisivo, vedi Gubbio ma rispetto a quella partita oggi Diana può disporre a pieno titolo di due giocatori che fanno la differenza: Cigarini e Lanini. Soprattutto Lanini è stato devastante ma non da meno il debuttante Sorrentino.
Lenta, prevedibile, manovriera? Boh, sarà ma io ho sempre l’impressione che qualcosa può succedere perché se togli Cigarini e metti Sciaudone, se toglie Guglielmotti e metti Neglia, se togli Zamparo e metti Sorrentino significa che c’è qualità e anche la capacità di mandare in tilt l’avversario.
Non vorrei dire un’eresia ma questo Aimo Diana è tanta roba. E’ un allenatore che va in trance agonistica ed è pronto anche a sfidare la folla inferocita di pescaresi ma è allo stesso tempo un sottile stratega perché sono già tre partite che le vince mettendo gli uomini giusti al posto giusto, cambiando modulo e uomini in corsa d’opera. Non ho visto tanti allenatori fare questo, anzi ho visto tecnici che andavano letteralmente in tilt e che perdevano le partite con i cambi. Poi siamo all’inizio e magari nel proseguo della stagione il mister farà degli errori clamorosi ma per il momento è un allenatore che ha dato tanto alla Reggiana. Se non altro è riuscito a governare un gruppo importante, facendoli sentire tutti partecipi e poi non l’ho mai sentito accampare alibi o scuse. Certo, quando vinci è facile e arriveranno anche i tempi difficili e forse i dialoghi saranno più piccanti e polemici ma per ora è un valore aggiunto.
In queste otto partite tutti gli allenatori usciti sconfitti hanno applaudito Diana e la Reggiana. Ci sarà un motivo, non credo siano tutti convenevoli di rito.
Tornando alla partita mi pare che i numeri dicano molto: 21 tiri in porta di cui la metà nello specchio della porta contro i 10 dell’Olbia e solo 3 nello specchio della porta. Più falli i sardi ma soprattutto 4 cartellini gialli a 1.
Devo dire la verità: questa è una Reggiana che mi piace e mi diverte. A volte gioca al gatto col topo ma ho sempre l’impressione che qualcosa esca dal cilindro di Diana. Forse arriveranno tempi difficili ma per il momento godiamoci questa Reggiana, la sesta vittoria su otto partite e il primato e poi come si usa dire: del futuro non c’è certezza.
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