Il ds Roberto Goretti: “La cessione di Zamparo è stato un affare per tutti”

Il ds Roberto Goretti: “La cessione di Zamparo è stato un affare per tutti”

Il manager granata ospite a San Marino Rtv con Massimo Boccucci: “Dossena era fatto ma l’Avellino ha temporeggiato, io ho fatto una mezza dormita e quando è subentrato il Cagliari non c’è stato nulla da fare”

Il direttore sportivo Roberto Goretti è stato ospite lunedì sera a San Marino Rtv con Massimo Boccucci. “Non si può fallire? Se si fa parte della Reggiana c’è questo obbligo. In Lega Pro la Reggiana deve lottare per vincere il campionato. E’ una condizione con cui bisogna convivere”.

Goretti ha poi commentato la prima vittoria sulla Lucchese: “Tutte le vittorie sono importanti ma ritengo che la Reggiana abbia fatto una buona partita, in particola modo nel secondo tempo dove ha controllato bene il match. Del resto la Lucchese a parte il gol non ha mai calciato in porta”.

Il ds granata è poi tornato sul mercato della Reggiana. “Ho snellito il numero dei componenti della rosa, abbassato la media e anche a livello di ingaggi. La Reggiana era la squadra più vecchia dei tre gironi e ho avviato un percorso di ringiovanimento ma anche di avere delle potenzialità presenti e future”. Il discorso scivola su Eric Lanini che il ds ha riportato alla Reggiana. “Lanini è un giocatore che ha grandi qualità tecniche e dopo tanti anni che viene girato in prestito si ritrova per il secondo anno consecutivo a giocare nella stessa squadra, facendo anche la preparazione estiva. Si ritrova in condizioni migliori rispetto agli anni scorsi e noi cercheremo di aiutarlo in questa crescita e l’invito è proprio quello di migliorare giorno dopo giorno. E’ senza dubbio un giocatore di categoria superiore”. Goretti è poi entrato nel merito del mercato granata e in particolar modo la cessione di Luca Zamparo.

La cessione di Zamparo non è stata una scelta non facile. Se avessi voluto stare sul sicuro avrei confermato i due attaccanti che l’hanno precedente hanno segnato 33 gol. Mi sono ritrovato con 21 giocatori sotto contratto di cui 18 a scadenza nel 2023. Dovevo muovere qualcosa anche per avere una potenzialità economica da reinvestire nei miei giocatori. Ho pensato che fosse il momento giusto per cedere il nostro bomber sia da un punto di vista emotivo che economico”.

Contessa? Non è una scelta voluta da me. Lo ritengo un ottimo giocatore che si integrava bene con il calcio di Diana. All’inizio avevamo 18 giocatori in scadenza, poi 17 dopo la cessione di Zamparo e alla squadra avevo detto che non avremmo rinnovato i contratti nei primi sei mesi della stagione, però se cinque giorni prima della chiusura del mercato un giocatore fosse venuto da me con una squadra che gli offriva un biennale lo avremmo accontentato. Cinque giorni prima Contessa ha fatto presente la proposta della Turris e abbiamo tenuto fede all’impegno preso”.

Ultimo aspetto legato al mercato è stato il mancato arrivo di Dossena dall’Avellino. “E’ una delle tante situazioni che succedono nel periodo di mercato. Con Dossena avevamo praticamente chiuso l’accordo ma c’è stato un po’ di ritardo da parte mia e dell’Avellino ma quando finalmente siamo arrivati a fare le carte si è inserito il Cagliari e a quel punto non potevi più avere potere contrattuale. Alla fine diciamo che Dossena è svanito perché l’Avellino ha temporeggiato e per una mia mezza dormita”.

Roberto Dossena non fa raffronti con il campionato scorso della Reggiana. “Pur essendo lo stesso campionato credo che ogni stagione sia diversa, quindi i punti fatti in passato non contano. Ciò che vale è la posizione di classifica. Ogni anno è diverso e anche i punteggi per i vari obiettivi cambiano di campionato in campionato, forse solo la serie A è ripetitiva. Per capire una stagione servono almeno 6 o 7 partite. Solo dopo questo periodò si può valutare l’identità delle squadre. Iniziare con le piccole? Penso che c’è un periodo iniziale in cui sei alla ricerca di una tua fisionomia e chi ci riesce prima ha un grande vantaggio. Ma ciò che conta è all’inizio fare più punti possibile”.

Wainer Magnani
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