Una squadra che sa sacrificarsi, che difende in dieci e poi ha grandi individualità. Diana ha fatto le scelte giuste, bisogna riconscerlo
La Reggiana torna a vincere in trasferta con uno stile e una filosofia diversa: lo spirito di sacrificio, la capacità di difendere la porta e la forza dei singoli. E’ stata una partita di sacrificio, come aveva chiesto l’allenatore, perchè dopo trenta secondi i granata si sono ritrovati in dieci per l’espulsione di Kabashi per somma di ammonizioni e da quel momento è scaturita un’altra partita. Il secondo tempo è stato realmente da difesa a oltranza ma nonostante ciò Guglielmotti ha avuto la grande palla gol per il 3 a 0. Il Gubbio, viceversa, pur in superiorità numerica ha dovuto chiedere l’aiuto al direttore di gara per un rigore che non si è capito bene quale sia stato il fallo.
La Reggiana ha giocato come doveva: raccolta e con dieci uomini dietro la palla, pronta a colpire negli spazi. Gli unici brividi sono arrivati per un errato disimpegno di Turk che poi ha rimediato e da un rinvio sbagliato con conclusione salvata da Cremonesi. Stop. Il portiere Turk non è mai stato impegnato e il Gubbio chiamato a fare la partita senza poter sfruttare gli spazi si è annullato da solo tanto che non si è mai reso pericoloso anche per la straordinaria partita di tutto il reparto difensivo e in particolar modo del capitano Paolo Rozzio.
A Gubbio è “nata” la nuova Reggiana: una squadra che sa difendere e ripartire. Non offre un calcio di possesso palla ma ha cuore da vendere e sa sacrificarsi. Poi ha delle individualità che possono colpire in qualsiasi momento. Questa è la nuova Reggiana di Aimo Diana.
Ma facciamo un passo indietro per rimarcare come Diana ha cambiato la formazione e questa volta, bisogna che i suoi detrattori lo ammettano, ha fatto le scelte giuste a iniziare dall’innesto di Pellegrini, all’idea di Libutti come quarto della difesa e la conferma di Guiebre. Certo è stato “tradito” da Kabashi che ha commesso una grave ingenuità ma in una vittoria così importante ci sta anche di aspettare la sua crescita. Serve anche questo.
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