“La famiglia è la famiglia” è il motto che viene sempre ripetuto da Davide Casamatti che, però, ha aggiunto un altro concetto molto molto importante, rivolto ai più giovani: gentilezza, cortesi, rispetto e chi rompe i coglioni fuori dal gruppo
Lo scrivo a caratteri cubitali perché in questa frase che campeggiava alla festa del Gruppo Vandelli a Sabbione c’è l’essenza di questa comunità che ha trovato nella fede granata la sua ispirazione. L’altro concetto, sempre presente, è quello di “famiglia” inteso come vicinanza, solidarietà, fratellanza, legame e rispetto. Ho anche capito perché ogni anno viene scelta un luogo (non amo le parole inglesi) speciale per le feste: un laboratorio didattico per i bambini piuttosto che un oratorio o una parrocchia. E’ anche questo un preciso messaggio che vuole identificare questo popolo granata.
“La famiglia è la famiglia” è il motto che viene sempre ripetuto da Davide Casamatti che, però, ha aggiunto un altro concetto molto molto importante, rivolto ai più giovani: gentilezza, cortesi, rispetto e chi rompe i coglioni fuori dal gruppo. Questo è il concetto espresso con uno slogan che arriva dritto alla testa, soprattutto dei più giovani. Sì, perché c’è un altro particolare che occorre registrare: il Gruppo Vandelli abbraccia gente di tutte le età o estrazioni sociali. E’ un movimento trasversale che ha una sola “luce” vale a dire la passione per la Reggiana. Un popolo composto da giovani, donne, uomini, ragazzi, ragazze, nonni e neonati. A proposito: tanti amici dell’uomo, cioè i cani. Gente che ha visto la Reggiana in serie A o tifosi che non hanno mai visto i granata in serie B. Un arco temporale molto ampio. E questo conferma come quanto il Gruppo Vandelli sia radicato nel cuore e nella mente dei reggiani.
Poi c’è l’organizzazione che è la capacità di organizzare un evento che porta migliaia di persone in un luogo offrendo il massimo dell’assistenza, dell’intrattenimento e dello spettacolo. Un’organizzazione frutto di esperienza e anche di concetti ben precisi: essere al passo con i tempi, cercando un finanziamento che ha un fine sociale. Ma c’è un altro aspetto ancora più importante: dopo la grande festa l’oratorio Don Alfeo è tornato alla sua normalità, come se nulla fosse successo perché a monte c’è un grande rispetto dell’ambiente. Ci sono particolari che mi hanno colpito: i secchi d’acqua per spegnere le torce e tanti altri particolari. Si potrebbe dire: dove passa il Vandelli tutto torna pulito ma questo è soprattutto frutto del lavoro di tanti volontari (non so se definirli tali) del Vandelli. Ma in un mondo dove l’inciviltà regna sovrana, è giusto rimarcare questo particolare che gli appartiene da sempre. L’ho visto anche nelle manifestazioni di piazza, a maggior ragione nella loro festa.
Mi sono dilungato in particolari importanti ma che hanno una sola radice, vale a dire il concetto iniziale: il Gruppo Vandelli è uno stile di vita. Provate a pensarci. E’ così, nel bene (tanto) nel male (solo qualche particolare legato alla poca comunicazione). Far parte del Vandelli significa avere uno stile di comportamento. Sempre. Quando indosso la t-shirt o la felpa del Gruppo Vandelli ti identifichi e come tale devi portare avanti l’immagine del gruppo. E’ un distintivo. Non indossi solo una maglietta ma ne diventi testimonial. E’ in questo contesto cresce l’orgoglio, il senso di appartenenza, l’identità di un popolo. E’ quello che si respirava girando tra i tavoli, nei vari ristori, tra la gente del Vandelli. Capita raramente. Diciamo che una volta, molto molto molto, tempo fa era uno spirito che assaporavi alle feste di partito. Oggi se vuoi scoprire queste sensazioni o questo senso d’identità devi andare nelle feste di quartiere dei piccoli paesi.
Uno stile di vita significa abbracciare anche un’idea di fare il tifoso del tutto particolare. Ed è questo che ogni volta mi sorprende perché c’è la saggezza di chi vive la realtà della Reggiana in modo corretto, coerente. Un popolo che sa accettare le sconfitte con la stessa dignità di come si gusta le vittorie, anche se è giusto dire che una festa promozione ha un sapore particolare ma senza esagerazioni, consapevoli di ciò che siamo.
Uno stile di vita ha un altro profondo concetto: condividere. Condividere tutto ciò che ci accomuna, vale a dire la passione per la Reggiana ma soprattutto condividere l’amicizia. Mi permetto di fare un discorso personale: conosco tanti appartenenti al Gruppo Vandelli ma mai quanti mi hanno salutato con un sorriso o una stretta di mano. E’ stato, l’ammetto, emozionante e gratificante ma tutto questo fa parte dello spirito del Vandelli dove l’amicizia, quella spontanea, vera e senza distinzioni ha un ruolo predominante.
Sarebbe riduttivo e non lo voglio fare, ricondurre il tutto a Gigi Bagnoli. Non è così, perché dietro il Gruppo Vandelli c’è un popolo che ha una sua ben precisa identità e “uno stile di vita”. Però sarei bugiardo se non dicessi che ammiro il suo stile, la passione, il cuore e la riservatezza che mette in ogni gesto. So benissimo che il Gruppo Vandelli non è Gigi Bagnoli ma un intero popolo, però ogni volta apprezzo la sua capacità di essere un leader. Non silenzioso ma riservato.
Potrei andare ancora avanti e forse lo farò aggiungendo altre riflessioni oppure leggerò le vostre ma come sento gridare dal popolo granata: lunga vita al Vandelli
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