La società Mapei Stadium che ha in concessione lo stadio dal 2014, ha effettuato ad oggi investimenti per 25 milioni di euro per adeguare, migliorare e modernizzare la struttura, trasformandola in un impianto all’altezza dei più elevati standard internazionali e fra i più apprezzati del Campionato di Serie A
“In questo volume abbiamo cercato di raccontare la storia e la fascinazione dello stadio, uno tra i più grandi edifici d’aggregazione concepito dall’uomo”. Con queste parole Simona Giorgetta, amministratore unico di Mapei Stadium, spiega l’intenzione che ha portato alla realizzazione del libro: “Mapei Stadium. Lo stadio si apre alla cultura”. Un volume edito da Marsilio Arte, curato dalla giornalista Valentina Pigmei che, attraverso le immagini di Filippo Vinardi e i contributi di storici, sociologi, progettisti ed altri esperti, solo in pochi casi appartenenti al mondo del calcio, celebra lo stadio come spazio della comunità ancora prima che luogo di sport. Il Mapei Stadium – Città del Tricolore diventa così l’emblema di questi grandi edifici di aggregazione, a volte integrati con iniziative commerciali o di intrattenimento, che spesso si animano solo in occasione delle partite, proponendo un nuovo modello di apertura al territorio e alle persone attraverso iniziative culturali. Il manifesto di questa nuova apertura campeggia in copertina: l’opera All together now, dell’artista di origini reggiane e fama internazionale Olimpia Zagnoli, installata al centro della facciata ovest. Un’illustrazione stilizzata, quasi un pattern, che rappresenta una curva di persone che cantano e gridano la loro passione come in un coro, trasmettendo un senso di inclusione e gioia dello stare insieme. È sempre Olimpia Zagnoli a chiudere il libro, come in un cerchio, raccontando l’ispirazione della sua opera: un video degli anni Sessanta nel quale i tifosi della squadra del Liverpool cantano all’unisono She loves you dei Beatles. Da qui l’idea di rappresentare anche all’ingresso dello stadio di Reggio Emilia “Un invito a cantare meno slogan d’odio e più canzoni d’amore”. E proprio in un clima di condivisione e partecipazione si è svolta la serata di presentazione del libro all’interno del Mapei Stadium, un evento organizzato con il patrocinio del Comune di Reggio Emilia. Dopo un saluto del Sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, la giornalista di Sky Sport Sara Benci ha moderato un dibattito tra Giovanni Carnevali – amministratore delegato e direttore generale U.S. Sassuolo Calcio, Vittorio Cattani – direttore generale A.C. Reggiana, Simona Giorgetta e Pierluigi Allotti, giornalista e studioso di storia contemporanea autore del contributo: Stadi d’Italia. Calcio e arene tra XX e XXI secolo. Al centro ancora lui: lo stadio. Casa delle squadre, nuova cattedrale dove si celebrano i più diversi riti della comunità, spazio senza barriere aperto a tutti e, da quest’anno, anche contenitore e promotore di eventi culturali che apre le porte alle persone e alla città. Al termine del dibattito gli ospiti hanno potuto visitare alcuni spazi dello stadio e apprezzare le coreografie di luci e suoni grazie al nuovo impianto Thorn, brand del gruppo Zumtobel, installato nel corso degli ultimi lavori di riqualificazione dello stadio che prevedono, durante l’inverno, la donazione di 150 ciliegi per portare colore anche nei parcheggi pubblici esterni. La società Mapei Stadium, parte del gruppo Mapei, che ha in concessione lo stadio dal 2014, ha effettuato ad oggi investimenti per 25 milioni di euro per adeguare, migliorare e modernizzare la struttura, trasformandola in un impianto all’altezza dei più elevati standard internazionali e fra i più apprezzati del Campionato di Serie A. “Non c’è dubbio che gli investimenti fatti per migliorare la struttura sono sempre stati animati dalla volontà di contribuire allo sviluppo e all’evoluzione di quello che noi consideriamo un edificio pubblico della città di Reggio Emilia – ricorda Simona Giorgetta -. Anche questo fa parte del nostro modo di fare impresa: restituire valore ai luoghi che ci accolgono, dove investiamo e lavoriamo”
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