Concedere all’allenatore la possibilità di chiamare al monitor l’arbitro e conoscere i dialoghi tra il direttore di gara e il varista
Il calcio sta cambiando rapidamente ma anche i nostri preconcetti e le nostre attenzioni. Un tempo la designazione arbitrale suscitava curiosità, interesse e si cercavano i precedenti, le statistiche dell’arbitro: se era casalingo o da trasferta, facile a concedere i rigori o portato alle ammonizioni. Si voleva sapere di tutto e di più del direttore di gara. Oggi non è più sufficiente o forse è meno importante perché l’attenzione si è spostata su chi è designato al Var equindi si vanno a cercare i precedenti, quanto e com’è intervenuto e in quale occasione.
Questa situazione è sempre più delicata e rischia di sfuggire di mano. E’ vero che sono stati risolti gli errori dovuti al fuorigioco, al gol dentro o fuori, alle espulsioni eccessive o non riconosciute però in questo percorso all’arbitro è stata tolta una parte di responsabilità e di credibilità. Questa è la mia impressione perché il direttore di gara sa di essere soggetto al giudizio del Var che, invece, in un primo momento doveva essere un aiuto all’arbitro. Ho la sensazione che sia così solo nei campionati esteri, in particolar modo in Inghilterra. In Italia il Var viene visto come una “spada di Damocle” sulla testa dell’arbitro. C’è chi sostiene che ogni richiamo all’arbitro da parte del Var corrisponda a un punto in meno nel voto. Non so se questo è vero o meno ma certamente è preoccupante perché significa che l’arbitro farà di tutto per non andare a rivedere al monitor l’azione e cercherà in ogni modo di mettere nelle condizioni il Var di non richiamarlo. Credo sia per questo che vediamo l’arbitro gesticolare in modo evidente quando ci sono episodi dubbi in area di rigore.
Non mi ritengo un esperto in materia e parto dal presupposto che nella classe arbitrale non c’è malafede o voglia di colpire questa o quella società. Ritengo che la differenza stia nella professionalità, nell’esperienza e nella personalità dell’arbitro. Detto questo si potrebbe pensare a due soluzioni per migliorare il Var:
1) Concedere all’allenatore due opportunità (una per tempo) di mandare l’arbitro al monitor e quindi dialogare con il Var. Accade già in altri sport.
2) Avere la possibilità di ascoltare i dialoghi tra arbitro e Var nel corso della partita o se non è possibile, a fine gara. Questo servirebbe agli addetti ai lavori e ai tifosi per capire meglio le dinamiche, i regolamenti e ciò che viene valutato. Non cancellerebbe le polemiche perché queste fanno parte del nostro modo di vivere il calcio ma offrirebbe maggiore trasparenza a tutto il sistema arbitrale.
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