Il caso Brescia è eclatante ma sono tante le società che utilizzano strane alternative per finanziare la proprietà società
Faccio una divagazione per addentrarmi sul caso Brescia. Qualche anno fa il presidente Carmelo Salerno, oggi consigliere di Lega, mi disse: per sistemare il sistema calcio basterebbe affidare l’esame dei bilanci delle società alla Guardia di Finanza. In una settimana avremmo risolto tutti i problemi. E’ così perché a fronte di ciò che potrà o meno accadere il vero “peccato originale” sta nel fatto che le società cercano degli espedienti, seppur leciti, per far fronte agli impegni finanziari. Ecco quindi che viene utilizzato il Credito d’Imposta per pagare stipendi e contributi ma è la stessa cosa di chi per l’iscrizione utilizza delle Fideiussioni assicurative che poi si rivelano farlocche. Il rimedio è uno solo: imporre un iter bancario ben preciso che utilizzi le risorse vere delle società, altrimenti cosa serve creare un conto bancario dedicato al pagamento degli stipendi se poi si utilizzano degli espedienti che poi si rivelano fuffa. La cessione del credito, vale per qualsiasi situazione non può essere utilizzato ma servono risorse vere, cioè soldi. Ricordo che molte società ricorrono alla cessione del Logo a società terze oppure cedono i crediti di Lega o addirittura garantiscono con la cessione di giocatori. Se andassimo a vedere com’è composto questo variegato mondo delle cessioni di credito o delle fideiussioni comprenderemmo quanto è fragile il sistema calcio.
A proposito: quella dichiarazione del presidente granata ha poi anticipato l’esclusione del Pordenone per i problemi finanziari, subito dopo quella del Chievo Verona.
Il presidente Cellino ha ammesso che tante società di calcio utilizzano questo percorso finanziario per trovare risorse. Il Trapani ha confermato e forse altre si accoderanno. Fino a quando non capiremo che con queste regole permissive si rischia solo di generare un calcio malato. Ma ciò che mi fa più arrabbiare è che da una parte la Reggiana ha una proprietà che immette risorse (soldi veri e personali) tutti i mesi, che non fa artifici di bilancio per essere in regola e dall’altra ci sono tifosi o pseudo tali che criticano questa proprietà perché non se la sente di avere un disavanzo elevato (anche se ne risponde fino all’ultimo centesimo) e quindi ipotizza una stagione al risparmio. Essere una società virtuosa significa anche spendere ciò che si può in modo coerente per evitare ciò che forse il mondo del calcio non vuole far emergere ma che prima o poi prenderà la scena.
Faccio un altro esempio che spesso viene evidenziato dei media, vale a dire il valore dell’organico della Reggiana: ebbene a bilancio l’organico granata è stato inserito per un valore di 100mila euro e sono certo che nel bilancio 24/25 sarà zero. Il Cesena, tanto per fare un esempio, ha chiuso il bilancio presentando un patrimonio netto in deficit per 2 milioni adducendo che entro il 30 giugno venderà un giocatore per garantire tale disavanzo. Di esempi di artifici contabili se ne potrebbero fare tanti a conferma di un calcio malato e che non regge più.
Alla domanda come finirà il caso Brescia ancora non so rispondere. Giovedì il Brescia sarà ascoltato dalla Procura federale e se ci saranno i giusti presupposti la Figc deciderà il -4 con tutte le conseguenze che conosciamo: Brescia retrocesso, Frosinone salvo, Salernitana e Sampdoria ai play out. Ma non finirà qui perché il Brescia andrà avanti fino all’ultimo grado di giudizio della giustizia sportiva e extra sportiva il che significa che prima dell’inizio del campionato, in agosto, la serie B potrebbe ritrovarsi con una decisione di un tribunale che restituisce i 4 punti al Brescia e la riammissione in sovrannumero alla serie B.
Non credo che la Figc sia così lungimirante e saggia da sposare la teoria dell’avvocato Chiacchio: si giochino i play out tra Salernitana e Frosinone e poi se il Brescia sarà condannato in via definitiva sarà ripescata la squadra che ha perso i play out.
Vedremo. Ciò che spiace constatare è che cambiano i presidenti di Lega ma la musica è la stessa.
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