Inchiesta stadi: da Licata a Varese per arrivare a Treviso

Inchiesta stadi: da Licata a Varese per arrivare a Treviso

Sono tanti gli stadi che oggi sono sotto utilizzati ma con un passato tra serie A e serie B

Prosegue la nostra inchiesta sugli stadi italiani. In questo segmento prenderemo in esame gli impianti che un tempo erano ai vertici del calcio italiano e che ora sono sovradimensionati rispetto alla categoria o a volte in disuso come il Flaminio a Roma oppure come i tanti stadi che sono stati soppiantati da nuovi impianti. A volte questi impianti sono stati riutilizzati per altri scopi, vedi il Mirabello di Reggio Emilia destinato al rugby ma spesso sono all’abbandono. Iniziamo questo nostro viaggio con alcuni stadio della nostra Italia che hanno conosciuto la serie A o serie B e che ora sono sovradimensionati.

Stiamo parlando di impianti che hanno ancora una grande capienza, vedi lo stadio Dino Liotta di Licata che un tempo ha visto la serie B. L’impianto ha una capienza di circa 12.000 spettatori: 4700 in una tribuna coperta, 5200 in una gradinata coperta di cui 700 riservati agli ospiti e 1600 nella curva scoperta. Si caratterizza per essere l’unico stadio in Sicilia dotato di una doppia copertura sia in Tribuna che in Gradinata, con gli spalti a pochi metri dal campo tipico degli stadi cosiddetti all’inglese. Il terreno di gioco dal 2006 è in erba sintetica. Una sua particolarità è la presenza di una casa abitata (un palazzo condominiale) direttamente confinante con il terreno di gioco.

Uno storico stadio italiano è il Franco Ossola di Varese che ha conosciuto per tanti anni la serie A. Uno stadio che oggi ha una capienza di 9.926 posti a sedere. Oggi il Varese, dopo tante peripezie, milita in serie D. Negli anni duemila la crescente obsolescenza dell’impianto stimolò il dibattito sull’ipotesi di effettuarvi un’opera di ristrutturazione o di praticarne la demolizione e successiva riedificazione ex novo in un’altra località. Nel dicembre 2005, durante la presidenza di Riccardo Sogliano, il Varese 1910 presentò un progetto preliminare per la riattivazione dell’intera area del quartiere di Masnago ove sorge lo stadio che prevedeva la realizzazione di un grande parco, che inglobasse il palasport e la nuova arena, dotata di campo in erba sintetica, spalti capaci di contenere 9.900 spettatori, totalmente coperta e con spazi contigui dedicati ad esercizi commerciali di vario genere. Il costo stimato di un tale intervento era di 150 milioni di euro. Opera mai realizzata come altre che vennero proposte.

Un altro impianto che ha conosciuto il calcio professionistico è il Fortunati di Pavia che ha una capienza di 3.999 posti. Oggi il Pietro Fortunati ospita il Pavia in serie D.

L’Omobono Tenni di Treviso ha una capienza di 9.454 posti a sedere. Il Treviso milita in serie D ma ha conosciuto la serie A anche se l’esordio è stato tribolato. E’ una storia che merita un approfondimento. Nel 2005, nonostante l’esordio nella massima serie della compagine trevigiana non poté però svolgersi al Tenni, in quanto l’impianto rimaneva inferiore agli standard minimi della serie A che prescrivevano la necessità di disporre di uno stadio con almeno 20.000 posti totali. Il Treviso dovette pertanto spostarsi allo stadio Euganeo di Padova suscitando forti pressioni politiche con l’approvazione di alcune modifiche al cosiddetto Decreto Pisano venne introdotto un emendamento grazie al quale il numero minimo di posti per uno stadio di serie A venne ridotto da 20.000 a 10.000 per le città con una popolazione inferiore ai 100mila abitanti, come appunto Treviso. In virtù di ciò, a decorrere dall’ottava giornata di campionato, in data 23 ottobre 2005 il Treviso poté ricominciare a disputare le gare interne al Tenni disputandovi una partita contro l’Empoli, persa per 2-1.

Lo stadio Garilli di Piacenza ha una lunga storia e un’importante collocazione a livello professionistico tra serie A e serie B. Oggi il Piacenza milita in serie D e lo stadio ha una capienza di 12.914 posti a sedere. L’impianto fu edificato nel 1969 all’indomani della promozione del Piacenza in serie B. Nel 1993, dopo la promozione in serie A del Piacenza, lo stadio fu ampliato passando da 16.000 a circa 21.000 posti per adeguarsi alla normativa vigente in materia di capienza degli stadi. L’ampliamento fu realizzato sopraelevando il settore chiamato “rettilineo” (tribuna est) con la creazione del settore “distinti”, e aggiungendo moduli in tubolare alle due curve.

A seguito dell’approvazione del decreto Pisanu in materia di sicurezza si pose il problema dell’adeguamento dello stadio, privo di impianti di videosorveglianza e di tornelli all’ingresso. Per tali ragioni, nel febbraio 2007 la partita interna contro il Genoa la prima dopo gli incidenti di Catania, fu disputata a porte chiuse; nei mesi successivi, l’ingresso allo stadio fu possibile solo per gli abbonati, mentre a partire dalla stagione 2007/08 furono installati i tornelli. A partire dal 2010, per ragioni di sicurezza e contenimento dei costi, la capienza è stata ridotta chiudendo progressivamente alcuni settori (il rettilineo, i distinti fronte tribuna e le parti basse delle curve), con un decremento dapprima a 17.000 spettatori e quindi nel 2011 a circa 10.000 spettatori. Nella stagione 2023-2024 lo stadio ospitò le partite casalinghe della Feralpisalò formazione neopromossa in serie B impossibilitata a giocare allo Lino Turina essendo questo non conforme agli standard previsti dal campionato cadetto. Nella stagione successiva l’impianto fu invece utilizzato per una partita casalinga della Juve Stabia anch’essa militante nel torneo cadetto, a causa dell’indisponibilità dello stadio Menti.

Nella primavera 2025 i moduli tubolari in ferro e alluminio che erano stati aggiunti alle curve in corrispondenza della prima promozione in Serie A del Piacenza, da diversi anni non più aperti al pubblico, furono smontati su iniziativa del comune di Piacenza, proprietario della struttura.

Lo stadio Marcello Melani è la sede delle partite interne della Pistoiese. Venne intitolato a Marcello Melani presidente della Pistoiese dal 1974 al 1984 che durante la sua presidenza fece raggiungere l’unica promozione in Serie A. Lo stadio fu inaugurato il 25 giugno 1966 con una amichevole tra Pistoiese e Vasco da Gama, terminata 1-2. In precedenza la Pistoiese aveva giocato nel piccolo stadio Monteoliveto (demolito nel 1972). Al momento dell’inaugurazione lo stadio di Pistoia aveva solo due settori: la tribuna coperta e la gradinata. In occasione della promozione in serie A della Pistoiese nel 1980 fu costruita la curva nord. L’attuale curva sud è stata costruita più volte fino ad arrivare alla realizzare quella attuale, inaugurata l’11 ottobre 1999 quando la Pistoiese militava in serie B e destinata ad accogliere i tifosi ospiti. La curva è fatta in ferro battuto con travi di acciaio inox come basi portanti ed è scoperta. Oggi il Melani ha una capienza di 13.195 posti a sedere ma ne sono stati autorizzati solo 3.000 per disputare il campionato di serie D.

(CONTINUA)

Wainer Magnani
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