E’ difficile capire in base a quale criterio nell’assemblema di Lega Pro sarà scelta, se sarà indicata, la quarta squadra che salirà in serie B. Ciò che mi appare evidente è che non si potrà tornare a giocare, nemmeno per un mini play off.
Pensate solo al tempo necessario per fare una preparazione e alla responsabilità civile e penale cui va incontro un presidente di club se si verifica un caso di positività di un giocatore. Allenarsi in modo individuale è un discorso, farlo di squadra (il calcio è un gioco di squadra) oggi come oggi è quasi impossibile. Poi potrà essere che a giugno il Covid-19 non sia più catalogato come una pandemia ma il Consiglio Federale, che non ha ancora stabilito quando si ritroverà, dovrà tenere conto della realtà e la serie C sarà l’ultimo dei loro pensieri. Non a caso la Lega Nazionale Dilettanti che ha un terzo del potere politico all’interno della Federcalcio, ha annunciato (seppur ufficiosamente) che non tornerà in campo.
Dunque sul tavolo restato le ipotesi che avevamo fatto in precedenza per indicare i criteri e quindi le squadre che saliranno in serie B.
1) Promozione delle prime tre e blocco delle retrocessioni
2) Media punti-partita alla 26esima giornata per avere omogenietà. E sappiamo che in questo caso Reggiana e Bari hanno gli stessi punti: 54.
3) Riscrivere la classifica tenendo conto della media-punti dei vari gironi. In questo caso il Carpi si ritroverebbe al secondo posto con una media punti/partite migliore rispetto alla Reggiana e anche al Bari.
4) Utilizzare il coefficiente di “ponderazione” per indicare la migliore seconda. In questo caso è la Reggiana. Un coefficiente di ponderazione che è già stato applicato in passato dalla Lega Pro.
5) Fare una classifica tenendo conto dei punti e del criterio utilizzato per i ripescaggi (settore giovanile, bacino d’utenza, storia, ecc ecc)
6) Ristrutturazione totale delle serie B a due gironi da 20 squadre della serie C con tre gironi ma inquadrati come semiprofessioni o dilettanti.
Difficile capire quali di questi meccanismi consenta alla Federcalcio di avere maggiori tutele nei confronti delle società che presenteranno ricorso. Perché questo è il vero nodo da sciogliere e ciò che sta a caro al Consiglio Federale e al presidente della Figc Gravina: non trascorrere i prossimi mesi nelle aule dei tribunali sportivi.
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