“A Reggio Emilia ho vissuto otto anni e mi hanno cambiato la vita e il modo di pensare”
Massimo Minetti, 44 anni, ha militato nella Reggiana per 8 stagioni, dal 1996/97 al 2004/05 giocando 154 partite e ha realizzato 19 gol. Questo è l’aspetto calcistico ma Massimo Minetti è stato soprattutto un ragazzi che a Reggio Emilia ha trascorso la sua gioventù. “Sono arrivato a Reggio Emilia – racconta Minetti – che avevo 18 anni e come tutti i ragazzi reggiani della mia età ho vissuto la vita della città, ovviamente compatibilmente con quelli che erano gli impegni professionali. Avevo, però, 18 anni e anche se giocavo a calcio ero sempre un adolescente”.
Cosa ti ha colpito di Reggio Emilia e cosa ti porti dentro?
“A Reggio Emilia ho vissuto otto anni e quindi ho conosciuto bene i reggiani: gente socievole che mi hanno sempre teso una mano e se anche ero uno che veniva da fuori mi hanno fatto sentire uno di loro, come se ci conoscessimo da una vita. Questo ha fatto la differenza soprattutto per chi come me viene da Genova dove non c’è questa socialità e apertura. Non a caso avevo deciso di rimanere a vivere a Reggio Emilia anche dopo il calcio, poi le cose sono cambiate ma ho ancora casa”.
Dove hai abitato a Reggio?
“Ho girato: da piazza San Prospero, a Canali, poi Albinea e come detto ho ancora una casa in via Settembrini a Canali. Reggio è una città piccola ma vivibile”.
Qualche ristorante preferito?
“L’aspetto gastronomico è ciò che mi manca. Frequentavo diversi ristoranti, dal Canossa al Condor al Miami. A volte mi fermavo a mangiare in un bar. C’era solo l’imbarazzo della scelta”.
Hai mantenuto delle amicizie?
“A livello extra calcistico perchè sono quelle che ti rimangono. Mi sento ancora con tanti ragazzi diciamo della “notte” come Gabriele Lusetti, Massimo Campa, Fabio Zambelli e tanti altri”.
Diciamo che in Emilia la vita notturna offriva molti svaghi.
“Era piacevole ma soprattutto era facile far parte di una compagnia di ragazzi. Ho frequentato diversi locali della zona: dal Sale&Tabacchi, all’Adrenaline alla Crepa a Modena”.
E hai apprezzato le ragazze reggiane…
“Diciamo che la loro compagnia non mi è mai mancata e le ho apprezzate”.
Cosa ti sei portato via di Reggio Emilia?
“Il calore della gente, il loro modo di vivere e di pensare che mi ha cambiato. Nei miei confronti ha fatto la differenza”.
Adesso chi è Massimo Minetti?
“Sono soprattutto un papà che si dedica interamente a mia fioglia Zoe. Lavoro per un forno, in passato avevo un ristorante che ho ceduto quando è nata mia figlia”.
Sposato, accompagnato o single?
“Single per scelta dopo che mi sono lasciato con la mamma di Zoe. Non mi sono mai sposato e faccio il papà genitore”.
Perché non sei rimasto nel mondo del calcio?
“A fine carriera sono andato a giocare con gli amici del paese in Seconda categoria ma poi ho lasciato. Ho fatto anche un’esperienza di allenatore dei ragazzi ed è stato piacevole ma occorre avere tempo e io preferisco dedicarlo a Zoe”.
Dove vivi?
“Sempre a Rossiglione un paese distante 30 chilometri da Genova”.
Hai un messaggio per i reggiani?
“Un grande saluto e Reggio rimarrà sempre nel mio cuore. Sono stati gli anni più belli della mia vita. E poi visto che siamo a ridosso delle festività: Buon Natale”.
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