Una maggiore attenzione nell’organizzazione difensiva è stata la chiave del successo ma questa Reggiana può vincere solo se gioca un calcio propositivo
E’ stata una sofferenza perché si percepivano le difficoltà della Reggiana legate a una condizione psicologica precaria, a una pressione non facile da reggere e da gestire.
Non è un caso se la formazione iniziale scelta da Alvini era per otto undicesimi la stessa dello scorso anno con l’aggiunta solo di Yao, Ajeti e Laribi. Non è un elemento da trascurare, tenendo conto dell’infortunio anche di Costa che poteva essere tra i titolari. Si potrebbe interpretare come la volontà del mister di affidarsi allo “zoccolo duro”. Col senno del poi va anche detto che Gyamfi poteva offrire maggiori garanzie rispetto a Yao anche se la sua condizione atletica, probabilmente, non gli permetteva di giocare novanta minuti. Ma sicuramente a Pescara sarà della partita.La squadra è stata accolta un nutrito gruppo di tifosi granata che hanno cercato con cori e fumogeni di accendere la fiammella della speranza.
Il successo e la capacità di soffrire per portare in porto il risultato saranno stati apprezzati dai supportare granata ma va detto che questa Reggiana può solo vincere e acciuffare i play out se gioca il suo calcio fatto di fraseggi e di possesso palla. Non è una squadra che può mettere la partita sul piano dell’agonismo e della battaglia. Non ne ha le caratteristiche. La Reggiana vista col Pordenone ha tutto sommato concesso poco a Butic e compagni ma Venturi è stato attento e reattivo tra i pali. Non ci sono stati gli svarioni difensivi visti nelle ultime partite e le occasioni creare dai veneti sono state più per merito loro che per demerito di Rozzio e compagni.
Questo è un buon punto di partenza perché è necessario non concedere occasioni agli avversari o comunque mettere in condizioni gli attaccanti avversari di fare fatica a impegnare Venturi. Nello stesso tempo è fondamentale tornare a un calcio offensivo.Si è rivisto Radrezza vicino agli attaccanti e non a caso suo è l’assist a Lunetta nel primo tempo. Certo, in fase offensiva occorrerà fare qualcosa di più ma è pur vero che sono poche le certezze.
Il rientro di Kargbo sarà importante ma occorre anche una crescita di Laribi e soprattutto l’ingresso di Siligardi per dare maggiori incisività a un attacco dove Lunetta può essere un buon cursore ma non un fine stoccatore d’area di rigore.Purtroppo mancano solo tre partite alla fine e la Reggiana, visto come viaggiano gli avversari, deve porsi nelle condizioni di provare a vincere tutte le partite a iniziare da Pescara. Il successo sul Pordenone le potrà consentire di togliere quel fardello di tensione e di nervosismo che a tratti è affiorato in campo.
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