Ce la meritiamo questa supponenza? Parlo degli abbonamenti che non dimostrano quell’attaccamento che tanto decantiamo. Poi a livello societario se ne sono andati tutti i quasi lasciando il cerino in mano ad Amadei, Fico e Salerno (in ordine anagrafico) con una squadra che non ha ancora un centro sportivo, gioca in uno stadio bellissimo ma è costretta a pagare l’affitto e i grandi imprenditori reggiani, diciamo la verità, snobbano il calcio di serie C e più in generale il calcio.
Mi sono chiesto: cosa chiedo alla Reggiana per il prossimo campionato? Domanda banale, direte voi, con una risposta ovvia: la serie B. E’ vero, in fondo è la serie B che ci manca e che abbiamo buttato via per nostre responsabilità. Anzi, per due volte l’abbiamo lanciata dalla finestra. Quando tra qualche anno ripenseremo al fatto di aver conquistato la serie B dopo vent’anni vincendo dei play off “accorciati e su misura per noi” per poi gettare al vento la stagione per un senso di riconoscenza e se ciò non bastasse perdendo all’ultima giornata, per un punto, la possibilità di essere riammessi. Per questo dovremo fare come Tafazzi. Concludo questa parentesi rimarcando che se tutto ciò non bastasse, abbiamo giocato la serie B a porte chiuse, senza il nostro pubblico. Credo che sia il massimo e quando racconti: ci siamo lasciati dove eravamo rimasti, in serie C, è difficile da credere.
Passiamo oltre altrimenti mi sale ancora la pressione e la rabbia. Dicevamo: cosa chiedere alla Reggiana. Certo, l’idea è di vincere il campionato perché la serie B, soprattutto serie B di quest’anno, ci manca. La prima riflessione, però, è in chiave autocritica: ce la meritiamo questa supponenza? Se lo chiediamo a un osservatore esterno e distaccato forse avrebbe molto da ridire. Parlo degli abbonamenti che non dimostrano quell’attaccamento che tanto decantiamo. Poi a livello societario se ne sono andati tutti i quasi lasciando il cerino in mano ad Amadei, Fico e Salerno (in ordine anagrafico) con una squadra che non ha ancora un centro sportivo, gioca in uno stadio bellissimo ma è costretta a pagare l’affitto e i grandi imprenditori reggiani, diciamo la verità, snobbano il calcio di serie C e più in generale il calcio. Certo, c’è un grande senso di appartenenza da parte dei reggiani anche se lo dimostrano a modo loro. C’è un radicamento al territorio che si manifesta con tanti piccoli o medi sponsor che sono imprenditori-tifosi e rappresentano un grande patrimonio ma bastano? Due milioni di raccolta pubblicitaria sono tanti e nessuno in serie C se ne può vantare ma noi vorremmo una dimensione diversa.
Se vogliamo essere onesti fino in fondo, bisognerebbe dire che la Reggiana non può pretendere la serie B perché ha perso molto, come città e come blasone, rispetto al passato. Ci sentiamo in diritto di chiedere un “diritto” che forse è al di sopra delle nostre possibilità. Ma è un discorso che riguarda forse più in generale Reggio Emilia che un tempo era famosa nel mondo per alcune eccellenze che oggi ha smarrito.
Ma torno alla domanda iniziale per riflettere sullo scorso campionato: per me è stata una stagione straordinaria, soprattutto per le partite al Giglio. E’ mancata la promozione all’ultimo centimetro, anzi per un “gollonzo” che non capiterà mai più a livello professionistico ma vincere 15 partite su 19 senza mai perdere, farei la firma per ripetere quella impresa. So benissimo che molti non sono d’accordo e anche lo stesso presidente Salerno ritengono che la Reggiana avrebbe dovuto fare di più soprattutto in trasferta ma il Modena è in serie B per un punto in più. Io non lo dimentico. I play off li ho cancellati per tanti motivi e penso che sia assurdo far giocare una squadra venti giorni dopo la fine della stagione regolare. Ma ciò che più mi ha entusiasmato, da esteta del calcio, è stato lo spettacolo calcistico che la Reggiana ha offerto in termini di gol realizzati, di sviluppo della manovra, di organizzazione di gioco, di capacità difensiva e di giocate individuali. Quindi io firmerei per ripetere la passata stagione e poi sono convinto che non ci sarà sempre un avversario che ci befferà sul filo di lana. Andare allo stadio sapendo già all’inizio che avrei goduto di uno spettacolo calcistico, quasi sempre vincente, è stato appagante. Sarà perché ho vissuto anche stagioni dove partendo da casa sapevo già che la Reggiana sarebbe stata sconfitta e umiliata, che ho veramente goduto tanto nel vedere la Reggiana di Diana. Inutile che vi cito i campionati perché li avete vissuti anche voi.
La domanda successiva è scontata: questa Reggiana di Aimo Diana “2” può ripetersi? Onestamente non lo so. Capisco che nel calcio ripetersi è difficile per non dire impossibile. Penso che la società e il ds Goretti abbiano fatto bene nel rimodulare l’organico dello scorso anno per dare nuovi stimoli e motivazioni. C’è chi rimarca che si doveva iniziare da un nuovo allenatore e ha qualche ragione ma è anche giusto ripartire dalle certezze e Diana è un allenatore in grado di garantire queste certezze se motivato come ha dichiarato. Il calcio mercato non è ancora finito e dunque non ha senso tirare delle conclusioni anche se fino a oggi sono stati ceduti o non confermati dei giocatori che credo nessuno possa definire fondamentali. Nemmeno Zamparo che ha segnato 18 gol e diversi su rigore. Mi dispiace dirlo ma Zamparo non è Padovano, Silenzi o Ravanelli. E’ un giocatore che ha fatto una buona stagione sfruttando una squadra che aveva una capacità offensiva straordinaria. Lo dicono i dati statistici. Io parto sempre da un principio: i presidenti, gli allenatori, i giocatori passano ma la Reggiana resta. Ed è la Reggiana che deve essere il punto di riferimento dei tifosi. Il mio pensiero fisso è sempre lo stesso: pensare al bene della Reggiana. Per cui mi interessa capire se la Reggiana del prossimo anno sarà per valore, organizzazione e qualità individuali uguale a quella dello scorso anno. Non dico migliore, mi basta sulla stessa falsariga. Vi dico la verità: l’unico giocatore che vorrei rivedere è Luca Cigarini perché ciò che ci ha fatto vedere, in serie C, non ha precedenti se non le giocate di Beppe Alessi.
Quindi non giudico l’attuale organico anche se noto che sono usciti giocatori che ringrazio ma non penso di dover rimpiangere da un punto di vista tecnico. Mi astengo, quindi, per il momento nel dare un giudizio sull’attuale organico, men che meno su ciò che ho visto nelle varie amichevoli e anche in Coppa Italia. Questo calcio non conta niente. Lo sottolineo all’infinito e lo scorso anno l’abbiamo capito: perso a Lecco, perso a Piacenza e poi in campionato col Montevarchi è iniziata la striscia di vittoria. Ciò che ci tengo a rimarcare è di non sposare il detto “l’erba del vicino è sempre più verde” perché rischieremmo delle brutte figure. Aspettiamo di vedere all’opera il Cesena, l’Entella, la Carrarese o il Gubbio che oggi vengono indicate come le squadre che hanno fatto un mercato scintillante e sono le favorite per la serie B. Siamo pazienti.
Allo stesso tempo non commettiamo l’errore di sottovalutare quei giocatori che hanno scelto di vestire la maglia granata, magari giovani come Turk o Pellegrini. Concediamo loro fiducia perché sono dell’idea che non sono inferiori a quei giocatori che oggi incensiamo solo perché sono stati ingaggiati da Cesena o Entella.
Sono certo che non avrete avuto la pazienza di leggere tutto questo mio “pistolotto” ma dato che interpreto il mondo social a modo mio ho trasferito sul mio blog i miei pensieri.
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