Il gruppo ha festeggiato i 30(+1) anni di vita e ancora una volta la festa è stata un condensato di sentimenti che si racchiudono in uno slogan “la famiglia è la famiglia”
Non avevo bisogno di andare alla festa di compleanno del Gruppo Vandelli per scoprire i loro valori. Sarebbe stato da parte mia riduttivo, però ogni volta ne rimango coinvolto e affascinato. Ci sono tanti aspetti che vorrei mettere in evidenza e che mi identificano. Il primo e forse quello principale è “il senso di appartenenza” non solo alla Reggiana ma alla città di Reggio Emilia, al proprio territorio. L’identità e il radicamento al territorio. Sono gli stessi concetti che mi avevano guidato nel scegliere di entrare a far parte della Reggiana di Stefano Compagni. Nei principi del Gruppo Vandelli li ho ritrovati, anzi ingigantiti, esaltati. “La famiglia è la famiglia” non è solo lo slogan più volte ripetuto da Davide Casamatti ma un vero e proprio credo che il Vandelli mette in atto facendo beneficenza, aiutando i deboli, chi ha bisogno di sostegno economico e morale. Un essere a disposizione degli altri senza chiedere in cambio niente, men che meno visibilità o pubblicità. Il principio è “fare e non apparire”. Questo è un risvolto che – purtroppo – Reggio Emilia non conosce in modo approfondito se non quando viene a contatto diretto con questi ragazzi. E’ un limite perché il Gruppo Vandelli meriterebbe di avere sostegno, attenzione, riconoscenza e anche maggior supporto ma il loro orgoglio li porta a essere questi. Questo è l’orgoglio che si è respirato a pieni polmoni alla festa di compleanno. Sentirsi del Vandelli è qualcosa di speciale e unico. Non ci sono regole scritte, ideologie o preconcetti ma semplicemente l’idea di essere una famiglia e in tutte le famiglie c’è un capo ispiratore: Gigi Bagnoli. Non voglio spendere tante parole per Gigi perché come dico sempre di Ancelotti “chi lo conosce lo ama”. Vorrei solo rimarcare che se fossi un cittadino di Reggio Emilia chiederei a Gigi di essere il mio Sindaco.
Ma torniamo al senso di appartenenza che pervade in ogni gesto, atteggiamento o condotta di chi appartiene al Gruppo Vandelli. Sembrerà strano a dirsi ma è la filosofia che alimenta il Gruppo Vandelli, voglio dire che per sentirsi vandelliani è solo necessario avvertire questo “spirito di corpo” che nessun impone o insegna. Non importa la maglietta che indotti, se sei operaio, avvocato, imprenditore o commercialista ma conta solo se hai nel cuore e nell’anima questo principio di reggianità. Che non significa essere nati a Reggio Emilia ma semplicemente sentirsi legati al territorio, alla tua città.
“La famiglia è la famiglia” significa che nel Gruppo Vandelli c’è considerazione e attenzione per i bambini, per i ragazzi, le donne e gli uomini perché tutti fanno parte della “famiglia”. Potrei citare mille esempi di cose il Vandelli ha tutelato i giovani o i più deboli, si è speso per le donne, anzi ha spesso davanti a tutto le persone più fragili. Sembrerà una frase fatta ma sentirsi del Vandelli significa sentirsi una famiglia. Io non sono parte in causa, sono solo un “menestrello” che racconta questa realtà.
Sarebbe riduttivo parlare del Gruppo Vandelli e non mettere in evidenza due altri aspetti: la capacità organizzativa e la credibilità del gruppo.
Ogni iniziativa, ogni manifestazione, ogni cosa che fa il Gruppo Vandelli ha uno straordinario impatto per organizzazione e successo. Non c’è mai stato niente che non è riuscito. E’ incredibile ma è così e nasce appunto dall’altro concetto: la credibilità. Se lo fa il Vandelli è qualcosa per cui vale la pena spendersi, applicarsi e impegnare il proprio tempo. Potrei fare mille esempi: dalle trasferte, ai cortei di protesta, anche alle dure prese di posizioni, al merchiandising, all’acquisto dei biglietti, alla gestione di tutto ciò che riguarda il Gruppo Vandelli. L’esempio clamoroso è la sede del Vandelli che non è solo un punto di ritrovo per i tifosi granata ma qualcosa di più. Molto di più. E anche in questo contesto si è preferito “fare piuttosto che privilegiare l’immagine” e questo mi dispiace perché a Reggio vengono spese parole, spazi sui media e destinati fondi per istituzioni che fanno forse un decimo di quello che realizza il Gruppo Vandelli. Ma è anche giusto da parte mia rispettare la loro volontà.
Chiudo questo mio pistolotto per rimarcare che io non sono un componente del Gruppo Vandelli ma ho la massima ammirazione e stima per loro.
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