La Reggiana deve essere messa in sicurezza

La Reggiana deve essere messa in sicurezza

Nell’esercizio 2023/24 i soci dovranno immettere una cifra che sfiora i 4 milioni dopo averne messi 6,3 milioni lo scorso anno. E’ necessario ridurre i costi e aumentare gli introiti attraverso la cessione dei giocatori

C’è un tema che mi sta molto a cuore e riguarda la sostenibilità della Reggiana. E’ un argomento che sto cercando di analizzare anche sulla Gazzetta di Reggio.
E’ vero che il patron Romano Amadei ha le spalle larghe ma questa Reggiana deve essere messa in sicurezza per poter avere un futuro, a prescindere dall’attuale proprietà. Per rendere sostenibile questa società occorre agire su tre fattori: riduzione della rosa, azzeramento dell’incentivo all’esodo che quest’anno è costato 1 milione di euro e incassi dalla vendita di giocatori.
Per il futuro si può ipotizzare un incremento del 10% tra abbonamenti, incassi al botteghino e sponsor ma non di più per cui occorre agire nella riduzione dei costi a iniziare dalla rosa. Quest’anno il ds Goretti ha allestito una rosa di 28 giocatori, subito ridotta a 26 per l’infortunio di Vido e Vergara. Un organico importante e ampio perché non si voleva correre il rischio di mettere a repentaglio la permanenza in categoria. E’ bene sottolineare che questo numero di giocatori è omogeneo anche agli altri club.
Una riduzione dell’organico è facilmente ipotizzabile proprio in virtù dei 14 prestiti che consentirà alla società di puntare su una rosa più ristretta e competitiva. Un’altra conseguenza dei tanti prestiti è la possibilità di azzerare il costo dell’incentivo all’esodo dato che non ci sono in organico giocatori che non rientrano nel progetto o comunque alcuni di questi sono in scadenza di contratto.
L’altro elemento cardine per poter ridurre i costi è il mercato. La Reggiana è un’azienda che produce calcio e come tale ha due segmenti di introiti: lo spettacolo calcistico e la cessione di giocatori di proprietà. In questo contesto qualcosa è stato fatto ma c’è ancora molto da fare. Gli esempi sono essenzialmente due: Varela e Girma. Giocatori presi dalla serie D, quindi a costo zero e che attraverso la valorizzazione potranno essere venduti con importanti plusvalenze. La valorizzazione di giovani come Bianco, Marcandalli e Pieragnolo è importante ma non è sufficiente.
La Reggiana ha speso 11 milioni e 200 mila euro per lo staff tecnico e i 28 giocatori che sono sotto contratto. Questa è la cifra reale che si differenzia rispetto al dato diffuso dall’Assocalciatori che indica in 7.349.557 euro gli emolumenti fissi (staff, giocatori e allenatori anche del settore giovanile) pagati dalla Reggiana. Una cifra che deve essere maggiorata del 30% per gli oneri che sono a carico della società e poi ci sono i premi certi, vale a dire quei bonus che ogni giocatore ha nel suo contratto e che possono essere legati alle presenze, ai gol, al piazzamento. Ogni calciatore ha un accordo specifico.
La società ha costo di oltre 11,2 milioni per staff e giocatori il che significa che il budget complessivo sfiorerà i 15/16 milioni di euro. Un’azienda calcio che inizia ad avere un fatturato importante, significativo ma anche oneroso da reggere. L’ipotetico disavanzo di gestione è ancora molto variabile perché legato agli incassi al botteghini, alla voce sponsor che è sempre in crescita e poi ai costi che possono variare nel corso della stagione. Altre voci positive che possono oscillare è il minutaggio dei giovani e i diritti televisivi. L’unico dato certo è la quota abbonamenti dato che il rateo (65mila euro a partita) che moltiplicato per 18 partite (una è fuori abbonamento) porta a un incasso di 1,2 milioni di euro.
Facendo i conti per approssimazione si può dire che nella voce attiva ci sono 1,2 milioni di euro per abbonamenti, 1 milione di euro d’incasso al botteghino, circa 2,5/3 milioni di euro di sponsorizzazioni e dai 6/7 milioni tra diritti tv e minutaggio giovani per un totale, in via ottimistica di 12 milioni di euro. Il che significa che per quest’anno il disavanzo di gestione dovrebbe aggirarsi attorno ai 3,8/4 milioni di euro. Un esborso che dovrà essere sostenuto dai soci in base alle quote. Per capire fino in fondo gli sforzi fatti da questa proprietà (Amadei, Salerno e Fico) occorre tenere conto di un altro dato che risulterà nel bilancio 2022/23 vale a dire un disavanzo di gestione di 6,3 milioni di euro. In pratica in questi ultimi due anni i soci granata, in proporzione alle loro quote, hanno immesso nella società 10 milioni di euro. Un costo che Romano Amadei può reggere ma che resta fuori controllo.
Wainer Magnani
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