La Reggiana è abituata a fare nozze con i fichi secchi

La Reggiana è abituata a fare nozze con i fichi secchi

Ottimizzare gli investimenti sugli ingaggi dei giocatori è possibile, anche se il presidente Salerno vuole mantenere lo stesso budget, poiché quest’anno in diverse situazioni il rapporto ingaggio/rendimento è stato insufficiente

Non mi spaventa l’idea di ripartire cercando di ottimizzare il budget per la prima squadra, mi avrebbe più preoccupato un cambio di proprietà a “scatola chiusa” oppure ad un soggetto che vive in un mondo parallelo e che pur con tutte loro buone intenzioni dovrebbero dimostrare di avere “passione e amore” per la Reggiana. La domanda a chi prenderà le redini della società è sempre la stessa: perché interessa fare calcio a Reggio Emilia?
Noi reggiani siamo come San Tommaso, non siamo fatti per i fondi americani o indonesiani o per imprenditori che si presentano con fiduciarie di vario tipo. Sarà anche una mentalità superata perché oggi il calcio va in tutt’altra direzione ma per il momento preferiamo poter guardare in faccia chi gestisce la nostra passione di tifosi. Del resto ricordo ancora quando il presidente Giovanni Vandelli venne definito uno “straniero” solo perché era di Castellarano. I tempi passano. Verrà probabilmente un momento in cui dovremo sottostare alle regole di questo nuovo sistema calcio ma per ora godiamoci questi tre soci anche se nei loro confronti ho un rammarico e una richiesta. Il rimpianto è di una proprietà che nel 2019 era partita con dieci soci e si è ridotta a tre senza un effettivo ricambio. Sollevare un tavolo in dieci persone è più facile che farlo in tre. E’ però anche vero che se in tre non si va d’accordo figuriamoci in dieci. Ed ecco la mia richiesta: vorrei che prima di ogni decisione, commento, dichiarazione o scelta i tre soci si ponessero una domanda: qual è il bene della Reggiana? Ebbene, in virtù di questa risposta ogni decisione sarà saggia e logica. Non dico giusta perché il margine di errore è sempre dietro l’angolo ma se non altro non sarà il frutto di elucubrazioni personali ma di decisioni responsabili. Quando si è pensato solo al “bene della Reggiana” si è riusciti a compiere un’impresa che rimarrà nella storia granata ma attenti: i miracoli non vanno sprecati perchè non ricapitano più. Per questo motivo l’auspicio è che tra i soci ci sia unità d’intenti, coesione e rispetto dei ruoli, tornando a una normalità che quest’anno è andata perduta ma va ritrovata ad ogni costo.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 6 persone e folla
Tornando al concetto iniziale: il budget non è sinonimo di risultati e gli esempi di quest’anno, vedi Juve Stabia in positivo o Sampdoria in negativo. Potremmo anche aggiungere Modena, Salernitana, lo stesso Bari.
Ottimizzare gli investimenti sugli ingaggi dei giocatori è possibile, anche se il presidente Salerno vuole mantenere lo stesso budget, poiché quest’anno in diverse situazioni il rapporto ingaggio/rendimento è stato insufficiente. La Reggiana si libererà di alcuni contratti pesanti e il segreto sarà andare a pescare dei giocatori sconosciuti ma dotati delle caratteristiche atletiche-tattiche richieste dal mister Dionigi. Bisogna entrare nella concezione di giocatori congeniali al gioco di squadra che vuole Dionigi più che guardare il curriculum. Del resto se abbiamo buona memoria sappiamo come agiva il triunvirato Fiaccadori-Corni-Marchioro: a loro ci si deve ispirare. E’ vero il calcio è cambiato ma i concetti base sono rimasti: ingaggiare giocatori che hanno fame di successo, atleti di prospettiva e ovviamente con un ingaggio basso. Occorre in tale direzione un grande lavoro di scouting e di conoscenza mentre i tifosi granata non devono avere la puzza sotto il naso ma avere pazienza e affidare al campo i giudizi.
E’ una mia mania, l’ammetto ma se un giorno andrete al campo d’allenamento e guardate il parco auto dei giocatori della Reggiana capirete molte cose. E’ anche da questo particolare che si può capire se la squadra è composta da giocatori “arrivati” o se sono ragazzi che hanno fame di successo. E’ una cavolata, lo so ma nel tempo si è sempre dimostrata vincente.
Wainer Magnani
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