Ora potremmo mettere nome e cognome in tutto questo ma sarebbe riduttivo parlare di Romano Amadei, del presidente Carmelo Salerno e del vice Giuseppe Fico perché ritengo che oltre ai tre soci granata in tanti hanno messo il loro mattoncino a iniziare dal dg Vittorio Cattani per finire al magazziniere Matteo Ferri
Fino a qualche settimana fa si poteva misurare l’importanza della Reggiana, ad esempio rispetto alle altre compagini, con le presenze allo stadio. Tutto questo non ha più senso. Non so quanti tifosi saranno presenti sabato al Città del Tricolore per la sfida contro l’Entella ma di una cosa sono certo: tutta Reggio e Provincia oggi parla, discute, legge, s’informa e tifa per la Reggiana. E’ questa la vera forza di questa società: l’identità granata. Un senso di appartenenza che si era smarrito e che oggi ha raggiunto l’apice.
Merito dei risultati, non c’è dubbio, perché sfiorare la serie B lo scorso anno e ripetersi migliorando quest’anno è un miracolo. Ma è pur vero che siamo ancora in serie C, un campionato di basso profilo tecnico e di interesse. Il bello, speriamo, deve ancora venire. Però la realtà è di una città e di una provincia che si è risvegliata dal torpore. Lo capisci quando vai al supermercato, dal fruttivendolo, dal benzinaio piuttosto che dal barbiere o al bar: tutti vogliono sapere della Reggiana anche chi fino a ieri guardava a malapena il titolo dei giornali locali. E’ questo il vero successo che ha ottenuto questa proprietà. Non solo attraverso i risultati e il bel gioco. Apriamo una parentesi: la Reggiana dello scorso anno, almeno in casa, offriva uno spettacolo calcistico migliore sotto un profilo squisitamente tattico ma questa Reggiana sa vincere. E non è poco. Ma non può essere solo il risultato sportivo ad avere risvegliato l’animo e la coscienza dei reggiani bensì tutta una serie di iniziative e attività che hanno toccato mamme, papà, famiglie, giovani, studenti, lavoratori, volontari, associazioni e imprenditori. Una Reggiana radicata al territorio, attenta alla realtà in cui vive. Certo, si può sempre migliorare per avere ancora più considerazione e rispetto degli utenti. Faccio un esempio: basterebbe che chi prende alcune decisioni a tavolino e con i numeri su un pezzo di carta venga allo stadio e si renda conto di persona della realtà oppure parli con i diretti interessati. Ma questo è un particolare che nulla toglie al successo che ha ottenuto questa società.
Ora potremmo mettere nome e cognome in tutto questo ma sarebbe riduttivo parlare di Romano Amadei, del presidente Carmelo Salerno e del vice Giuseppe Fico perché ritengo che oltre ai tre soci granata in tanti hanno messo il loro mattoncino a iniziare dal dg Vittorio Cattani per finire al magazziniere Matteo Ferri. Tutti hanno reso possibile questo che oggi possiamo definire fenomeno Reggiana.
Si potrebbe parlare del futuro, di ciò che ci aspetta ma non è giusto bruciare le tappe ma piuttosto assaporare giorno dopo giorno questo campionato iniziando da sabato quando al Città del Tricolore ci sarà una grande sfida sotto il profilo tecnico. Certo l’Entella come blasone e storia non è il Parma, il Modena, la Spal o il Pisa ma…stiamo arrivando.
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