Mai promettere ciò che non si può

Mai promettere ciò che non si può

L’analisi terza parte: l’inizio di stagione aveva illuso tutti, poi sappiamo com’è andata a finire per cui guai fare voli pindarici ma comunicare bene gli obiettivi

Analizzando la stagione appena conclusa, non tanto da un punto di vista tecnico (poi ci arriverò) ma delle aspettative, bisogna ammettere che è stato commesso un grave errore di comunicazione che nella prossima stagione non ci possiamo permettere. Ricordo ancora i titoli dei giornali dopo le prime tre partite “salutate la capolista” oppure dopo le due vittorie di fila quando si ventilava l’idea di puntare ai play off. Tutti ci eravamo cascati in questa voglia di primeggiare. Ma creare aspettative nei tifosi e più in generale nell’ambiente granata è ciò che la Reggiana non si può permettere. E’ una strategia suicida perché non può al momento corrispondere alla realtà. Non possono essere queste le premesse, gli investimenti o il progetto tecnico. Non se lo poteva permettere lo scorso anno la Reggiana di Viali men che meno la Reggiana di Dionigi nella prossima stagione, stando alle prospettive che vengono ipotizzate dall’attuale proprietà.
Creare facili illusioni è il modo migliore per rovinarsi il campionato e mettere pressioni a una squadra che non le può reggere. E’ un atteggiamento suicida.
Mi auguro, quindi, che per la prossima stagione non si cerchi di vendere ciò che non si può promettere ma si pensi a un sano realismo. Del resto i tifosi reggiani sanno convivere benissimo con questa realtà fatta di sacrifici e sofferenza. “Ti amerei anche se vincessi” è uno striscione che esprime a fondo lo stato d’animo dei tifosi ed è un modo di vivere la passione per la Reggiana. Il nostro unico pensiero deve essere raggiungere la salvezza, partita dopo partita, battaglia dopo battaglia anche mettendo nel conto i play out. Nulla ci deve discostare da questo obiettivo, niente ci deve illudere. Se qualche tifosi storce il naso gli consiglio di andarsi a rileggere la storia della Reggiana che è fatta di tanta tanta serie C, anche di basso profilo.
Occorre prendere atto della realtà perché questo è ciò che Reggio Emilia esprime, piaccia o meno. Non si può vendere ciò che non si ha. Del resto i tifosi granata si sono sempre innamorati delle squadre che lottano per un obiettivo, di una Reggiana da battaglia, che conosce il valore della fatica e del sudore.
Wainer Magnani
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