Sono emerse tutte le difficoltà dovute alla pressione psicologica di dover vincere a ogni costo, a un avversario arroccato in difesa, a un assetto tattico conosciuto ma alla fine è bastato un lampo di Kabashi per sbloccare il match. Peccato per le tante occasioni sprecate
La Reggiana doveva vincere contro la Torres per ritrovare fiducia, autostima e consapevolezza dei propri mezzi ma soprattutto mantenere il vantaggio di 4 punti sull’Entella. Così è stato. Se poi vogliamo analizzare più a fondo la prestazione si può rimarcare le difficoltà emerse nel primo tempo dovute al fatto che la Torres ha cercato in tutti i modi di limitare i granata: bloccati sulle fasce Guglielmotti e Guiebre, marcatura a uomo su Rossi e soprattutto un calcio mirato alla caviglia di Pellegrini. Giocare in una sola metà campo non è facile trovare spazi per chi ha bisogno di spazio per esprimere la sua capacità atletica. La Reggiana anche nel primo tempo ha messo la Torres nella sua metà campo ma ha trovato quasi mai sbocco alla manovra e anche le palle inattive sono state poco sfruttate.
Nella ripresa la scelta giusta è stata quella di allargare il campo con Lanini e Rosafio, puntare a sfondare centralmente con Kabashi alle spalle di Montalto. Poi è giusto dire che la partita si è sbloccata grazie a una perla di Kabashi ma è stato dopo il suo gol che la Reggiana ha prodotto il miglior calcio creando non meno di quattro nitide occasioni per chiudere la partita. Montalto, Guiebre, Rosafio, Nardi e Guglielmotti non ci sono riusciti e così la partita è finita col fiato in gola.
Una partita che ha fatto comprendere come la Reggiana avesse ancora un condizionamento psicologico dopo la sconfitta con l’Entella e il pari a Pontedera. Del resto sono scorie che sono anche difficili da smaltire a livello mentale. Un’altra considerazione è che l’assetto tattico la squadra ha proposto è ormai conosciuto agli avversari e forse superato soprattutto ora che gli avanti granata faticano a trovare la via del gol. Anche su palla inattiva non siamo stati brillanti o per lo meno la Torres è stata molto attenta.
Non si può parlare un calo atletico perché sia a Pontedera che con la Torres la squadra ha giocato una ripresa all’assalto, creando anche molte occasioni. Forse è più un discorso nervoso, di frenesia nel voler raggiungere la vittoria. Poi ci sono i giocatori che fanno la differenza per le loro qualità individuali e tra questi Kabashi ma non il solo. Giocatori che sanno accendersi in un istante e trasformare in gol una palla vagante. E’ una dote che appartiene alla Reggiana e che in certe partite è fondamentale.
I fischi e il nervosismo di Diana? Non spendo tanto tempo nel commentarli. Chi interpreta la partita di calcio come un film o una rappresentazione teatrale è giusto che approvi o disapprovi la prestazione, però almeno sarebbe giusto aspettare la fine e non il primo tempo. Chi si ritiene tifoso dovrebbe approcciarsi alla partita con un altro spirito e manifestare da tifoso la sua soddisfazione o insoddisfazione. Diana? Ha sbagliato a reagire ma è comprensibile perché il primo a soffrire per la Reggiana è proprio lui. Vive con grande trasporto la partita e ci sta che non voglia per un particolare gettare al vento tutto il lavoro di mesi. Questo è riferito allo sfogo contro
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