Il bilancio di previsione si attesa a 12 milioni e 300 mila euro e di questi il 70% è stato investito per acquisti, ingaggio giocatori e staff tecnico
Si può dire che la Reggiana ha speso male ma non è vero che ha investito poco, anzi. Il bilancio della società granata sarà chiuso al 30 giugno e solo dopo che sarà reso pubblico il bilancio sapremo le cifre reali di questa stagione ma dal bilancio di previsione, rivisto col passare dei mesi, si può affermare che alla Reggiana il campionato 20/21 ha avuto un costo di 12 milioni e 300 mila euro, circa. Potrà ballare qualche migliaio di euro. E di questi oltre 12 milioni oltre il 70% è andato per sostenere gli oneri legati alla prima squadra, vale a dire acquisti di giocatori, ingaggi e staff tecnico.
Facendo un calco approssimativo si può dire che la Reggiana ha speso tra ingaggi, prestiti e staff tecnico ha sfiorato i 9 milioni di euro. Questo è il costo azienda. E’ bene specificare che quando si parla di ingaggio netto la società deve aggiungere il 123% di oneri previdenziali e tasse varie. Facciamo un esempio: se un giocatore percepisce 100mila euro, alla società costa 225 mila euro. E’ un concetto che non va mai dimenticato per avere un’idea degli investimenti necessari dato che quasi sempre i procuratori e i giocatori parlano di ingaggio netto, mai di “costo azienda”.
Certo, si può dire che la Reggiana ha investito tanto ma male se alla fine il risultato sportivo è stata la retrocessione in serie C. Sono stati commessi tanti errori da parte di tutti (società e staff tecnico) anche da un punto di vista economico ma è ingeneroso affermare che i soci granata hanno messo poche risorse. Allo stesso tempo se prendiamo in esame i budget delle 20 società di serie B potremmo scoprire che il budget di 12 milioni non è da ultimi della classe e soprattutto i 9 milioni investiti per squadra e staff rientrano in una logica non da zona retrocessione.
Potremmo anche entrare nello specifico per individuare quanti sono i soldi investiti per i giocatori in sede estiva e invernali e quanti per lo staff tecnico oppure per i prestiti ma il concetto non cambia. I soci granata hanno fatto di tutto per ottenere la permanenza in categoria e lo dimostra l’ingaggio a gennaio di cinque rinforzi che ha avuto un costo superiore a 1,3 milioni di euro. Si può dire, alla luce dei risultati, che l’investimento non è stato corrisposto dai risultati ma non che hanno avuto il “braccino”.
Questo è anche un concetto finanziario che a monte dato che mantenere la categoria era fondamentale per tutelare proprio l’investimento fatto da parte dei soci. Rimanere in serie B avrebbe potuto significare, nel prossimo campionato, immettere meno soldi in azienda. Ciò che invece non sarà possibile in serie C per cui la retrocessione è stato un dissesto finanziario per i soldi investiti nella stagione 20/21 che dovrà essere ripiantata e per quelli che dovranno essere messi nel campionato 21/22 per fare una Reggiana competitiva.
Molti tifosi fanno riferimento a una classifica di ingaggi che è stata diffusa all’inizio della stagione e che vedeva la Reggiana al penultimo posto con 4 milioni di costo ingaggi, davanti solo al Cittadella. Si tratta di una cifra iniziale che è stata poi aumentata su richiesta dello staff tecnico e poi ritoccata a gennaio. Del resto ormai è noto che il ritorno di Augustus Kargbo, invocato a gran voce da tutto l’ambiente, è costato oltre mezzo milione tra ingaggio e prestito. Un extra budget che non era previsto come i cinque rinforzi di gennaio.
Il Covid ha fatto il resto con aggravanti di spesa per tamponi, extra per trasferte, protocollo e altro. Il Covid ha inciso moltissimo sulla voce introiti perché abbonamenti e biglietti sono stati cancellati. La Reggiana aveva previsto un introito di 5 milioni di euro.
Ma questo è un altro capitolo che esamineremo in seguito.
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