La Reggiana la sua partita l’ha già vinta nel 2013 quando il popolo granata si è ribellato all’idea di trasformare il Sassuolo nella squadra della città di Reggio Emilia. In quel moto di ribellione che si è materializzato attraverso cortei, slogan, cori ma soprattutto grazie alla volontà dei tifosi di non cedere a quell’imposizione. In
La Reggiana la sua partita l’ha già vinta nel 2013 quando il popolo granata si è ribellato all’idea di trasformare il Sassuolo nella squadra della città di Reggio Emilia. In quel moto di ribellione che si è materializzato attraverso cortei, slogan, cori ma soprattutto grazie alla volontà dei tifosi di non cedere a quell’imposizione. In quel momento, anche difficile da un punto di vista calcistico, la Reggiana ha vinto la sua partita che è durata tanti anni e che forse stasera ha la sua sublimazione anche se non sarà una partita a sancire un concetto ormai cristallini: a Reggio Emilia c’è solo la Reggiana. Un cammino lungo dodici anni e forse stasera c’è solo una coincidenza: Reggiana e Sassuolo si ritroveranno a giocare una partita nello stesso campionato. Già, chi l’avrebbe mai detto.
Il vento è cambiato e l’avvento di Simona Giorgetta a capo del Mapei Stadium lo testimonia in tanti modi, non da ultimo la festa della Tq in curva Sud ma ciò non significa che tutto è stato dimenticato. La memoria storica è fondamentale nella vita di un popolo e forse qualcuno la dovrebbe leggere, capire e imparare per evitare brutte figure.
Il risultato del campo è importante per la Reggiana ai fini della classifica e dell’obiettivo salvezza ma non intacca minimamente il concetto di sovranità granata.
Devo anche ammettere che a volte penso alla frustrazione dei tifosi del Sassuolo che per poter vedere la loro squadra sono costretti a emigrare a Reggio Emilia. E’ vero, Sassuolo non si può permettere uno stadio per la serie A ma tutto sommato il Carpi ha giocato la serie A al Cabassi. Ma sono discorsi che non mi interessano o che forse dovrebbero far riflettere altri.
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