Reggiana Forever: Riccardo Maspero: “la Reggiana non deve cambiare atteggiamento”

Reggiana Forever: Riccardo Maspero: “la Reggiana non deve cambiare atteggiamento”

Riccardo Maspero ha indossato per otto anni la maglia della Cremonese e in serie B con la Reggiana ha giocato solo 14 partite ma Reggio gli è rimasta nel cuore. “Reggio Emilia è una di quelle piazze che meritano la serie A – sottolinea Riccardo Maspero -. Una città bellissima, a misura d’uomo, che sa

Riccardo Maspero ha indossato per otto anni la maglia della Cremonese e in serie B con la Reggiana ha giocato solo 14 partite ma Reggio gli è rimasta nel cuore. “Reggio Emilia è una di quelle piazze che meritano la serie A – sottolinea Riccardo Maspero -. Una città bellissima, a misura d’uomo, che sa vivere bene il calcio”.

– Reggiana e Cremonese si affrontano in una partita delicata per entrambe.

“In effetti la Cremonese non è in buon momento, anche se ha giocato bene a Salerno ma ha perso. A Reggio arriverà una Cremonese che ha bisogno di fare punti per uscire da quel tunnel negativo in cui è entrata. Gli serve almeno un punticino”.

– La classifica non rispetto il valore dell’avversario.

“Nel modo più assoluto. La squadra è composta da un buon organico che al momento non sta rendendo come ci aspettava”.

– L’avvento di Arido Braida sarà la svolta?

“Sicuramente è un uomo di spessore. Anche Bonato è una grande persona ma Ariedo ha quella esperienza che può servire”.

– Il tecnico Bisoli è in discussione?

“Non lo so”.

– Se la Cremonese non sta bene, la Reggiana deve smaltire la goleada tra subita a Lecce.

“Prima di tutto sono contento che la Reggiana sia tornata in B e lo sono doppiamente per Alvini che è un ottimo allenatore. Lo ripeto sempre: Reggio merita non solo la serie B ma anche se la serie A”.

– Però la classifica è precaria.

“Il Covid ha scombussolato l’iniziato di stagione dei granata che è stato massacrante. Lecce è stata una brutta scoppola ma bisogna dimenticarla al più presto. Del resto meglio perdere una partita per 7 a 1 che sette partite per 1 a 0. Sono sconfitte che capitano nell’arco di una stagione ma non c’è da fare nessun dramma. L’unica medicina è il lavoro e sono certo che ci sono i presupposti per fare bene”.

– Quale può essere l’obiettivo della Reggiana?

“Per una neo promossa l’obiettivo è mantenere la categoria perché occorre capire le dinamiche campionato, dato che la Reggiana era da tanto tempo che mancava dalla serie B. Questo è un campionato che non finisce mai. È lungo per cui occorre avere pazienza, lavorare con grande professionalità e passione. Non bisogna farsi prendere dalle circostanze: se vai male, passerà. Alvini deve dare continuità al lavoro per una squadra che è stata allestita per raggiungere l’obiettivo della salvezza. Una volta compreso le dinamiche del campionato e quei giocatori che offrono certezze, su quelli può iniziare a programmare la prossima stagione. Una neo promossa deve pensare solo a salvarsi”.

– La Reggiana è anche una squadra giovane.

“A maggior ragione occorre dar loro tempo di crescere ma sono certo che Reggio ha la pazienza per aspettarli. Sono questi giovani che possono far compiere al gruppo il salto di qualità”.

– Cosa le piace di Alvini?

“Il suo gioco. Una squadra che non aspetta l’avversario, ch ha idee e concetti ben precisi, che gioca un calcio propositivo”.

– Ma in serie B paga?

“Sempre. La Reggiana non deve cambiare mentalità o atteggiamento. Il gioco alla lunga paga. Per avere questa mentalità è necessario fare allenamenti quotidiani che vanno in questa direzione, sempre con un atteggiamento propositivo. In questo modo la squadra acquisisce consapevolezza nei propri mezzi. E’ questo “credo” che porta ad avere i risultati. Del resto senza questo tipo di atteggiamento la Reggiana il campionato non lo avrebbe vinto. Non era stata costruirà per vincere ma è stato possibile perché Alvini ha trasmesso questa mentalità e una elevata qualità di gioco”.

– Da più parti si sottolinea la necessità di essere meno spregiudicati.

“La strada giusta è quella della continuità non solo nel corso della partita ma durante la settimana, negli allenamenti quotidiani. Alvini deve trasmettere un concetto che deve essere sempre lo stesso per essere credibile. Non può cambiare in funzione dell’avversario o della situazione ma il lavoro deve essere continuativo. Sono certo che con questa mentalità di gioco puoi anche perdere una o due partite ma alla lunga cogli l’obiettivo che ti sei prefisso”.

– Reggiana-Cremonese riporta alla menta la fatica data del 21 novembre 1993 con il debutto di Mateut e Futre.

“Io ero dall’altra parte. La Cremonese era in testa al campionato e mi ricordo che nevicava e c’era un Mirabello straboccante di tifosi che, per altro, erano gemellati. Una partita bellissima che evoca i momenti d’oro di Reggiana e Cremonese anche e soprattutto per merito delle tifoserie”.

 

Wainer Magnani
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