“Dalla Reggiana non sarei mai andato via ma dopo l’esonero di Lucescu e l’arrivo di Oddo si erano create delle condizioni per cui ho dovuto accettare in fretta e furia il Bologna senza poter dire mai la verità”
Marco Schenardi ha fatto 525 partite da professionista e 45 gol in carriera e con la maglia della Reggiana ha conquistato la promozione in serie A con Carlo Ancelotti ma poi l’hanno successivo, dopo l’esonero di Lucescu, è stato ceduto al Bologna. Un trasferimento che Schenardi ha subito ma a distanza di 25 anni ha raccontato la verità.
Iniziamo dalla sua carriera di allenatore.
“Ho allenato in serie D per 11 anni e per tre volte ho vinto il campionato di Eccellenza e mai fatto salto di qualità voluto fare. Mi sono divertito nei dilettanti”.
E’ stato il pupillo di Ancelotti
“Lo ricordo con affetto ma bisognerebbe chiederlo a lui. So che quando era a Parma, dopo la partita con la Reggiana, aveva caldeggiato il mio acquisto ma poi il ds Sogliano preferì Mario Stanic per una questione di mercato legato alla Parmalat. Ancelotti era un allenatore straordinario perché sapeva anche cambiare idea. Non so se tutti si ricordano ma nel debutto a Cosenza e poi nella prima partita in casa col Palermo mi aveva fatto giocare davanti alla difesa, poi mi ricordo che nella seconda partita mi ha fatto giocare tornante dicendomi: meglio che giochi in questo ruolo”.
Una scelta vincente perché la Reggiana in quella stagione ha conquistato la serie A.
“E’ stata una meravigliosa stagione perchè sotto il profilo umano mi ha dato molto. La promozione in serie A è stata importante ma per mia fortuna ho conquistato altre cinque promozioni ma sotto il profilo umano è stata una stagione indimenticabile”.
Dopo Ancelotti è arrivato Lucescu che aveva già avuto a Brescia. Una parentesi molto breve perché poi venne esonerato e iniziò il declino della Reggiana. Ma se Lucescu fosse rimasto sarebbe riuscito a salvare i granata?
“Se fosse rimasto Lucescu sarei rimasto io perché certe operazioni di mercato che mi hanno portato lontano dalla Reggiana non si sarebbero fatte. Non so se ci saremmo salvati, sicuramente avrebbe finito meglio di come è andata. Anche a Brescia è stata la stessa cosa: esonerato per Maifredi ma la stagione è finita malissimo. Il motivo è che dove Lucescu inizia è difficile sostituirlo perché lascia una importante impronta sotto il profilo del gioco. Quella Reggiana, però, non era proprio attrezzata per la serie A: troppi stranieri e anche qualche attrito. Ma certamente avremmo finito meglio”.
In quella stagione non tutto lo spogliatoio amava Lucescu.
“In quella squadra c’erano i giocatori voluti da Lucescu e altri da Dal Cin ma quello non è stato il nostro grande problema. Adesso, a distanza di tempo, vorrei dire la verità sulla mia cessione”.
Prego.
“In quel momento sono dovuto stare zitto e passare da “traditore” agli occhi dei tifosi perché c’erano di mezzo gli interessi della Reggiana e anche i mei, perché dopo un lungo braccio di ferro ho dovuto accettare certe scelte. Io sono andato via perché Dal Cin aveva un disperato bisogno di soldi, mi aveva già ceduto all’Atalanta ma io volevo rimanere a Reggio. Ho resistito un mese ma poi la situazione era diventata insostenibile con l’esonero di Lucescu e l’arrivo di Oddo che era un uomo di società, Sono successe un paio di cose strane: un mercoledi’ ero andato a Vicenza per parlare del mio futuro ma all’improvviso si era infortunato un giocatore del Bologna e in tutta fretta ho dovuto mettere in piedi il mio trasferimento. E in quel momento agli occhi dei tifosi sono passato come traditore ma l’ultimo dei miei pensieri era quello di lasciare la Reggiana. Una piazza che mi ha trattato bene e dove volevo rimanere ma c’era in gioco tanti soldi e ho dovuto piegarmi al volere di Dal Cin”.
A distanza di tanto tempo, però, è una vicenda che l’ha fatta soffrire.
“Non avevo mai avuto la possibilità di dire la verità e i tifosi giustamente mi hanno criticato per quella scelta. Ma non posso rimproverare niente neanche a Dal Cin perchè lui dal mattino quando si alzava il suo primo pensiero era di trovare i soldi per mandare avanti la Reggiana, quindi lo capisco. E poi mi ha sempre detto le cose in faccia anche se è vero che Oddo a Torino mi ha lasciato fuori su richiesta di Dal Cin perché mi voleva vendere e quindi aveva bisogno di un pretesto.
Ma c’è un aspetto che l’ha ferita?
“Quando ho lasciato la Reggiana mi è stato chiesto se la squadra aveva le possibilità per salvarsi e la mia risposta è stata “dipende da quanto ci credono i giocatori”. Non voleva essere una critica ai miei ex compagni di squadra, però quando la Reggiana è venuta a Bologna nel sottopassaggio che porta agli spogliatoi se non c’era qualcuno a difendermi sarebbe finita male. Io ho tanti difetti ma non quello della scorrettezza nei confronti dei compagni di squadra. Quando ci sono situazioni difficili sotto il profilo sportivo è anche poi difficile gestirle a livello umano”.
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