“Adda passà a nuttata” diceva Edoardo De Filippo nella sua popolare commedia “Napoli Milionaria” e si intendeva che si sta attraversando un periodo difficile ma si è sicuri di uscirne, in pratica deve passare questo momento di buio”
“Adda passà a nuttata” diceva Edoardo De Filippo nella sua popolare commedia “Napoli Milionaria” e si intendeva che si sta attraversando un periodo difficile ma si è sicuri di uscirne, in pratica deve passare questo momento di buio.
Dopo la brutta notte di Lucca certamente per la Reggiana si intravede la luce anche se ancora non completamente, però ci sono gli spiragli di speranza. Non è solo un discorso di classifica, di vittorie o di sconfitte ma di serenità e unione nell’ambiente e anche all’interno della società.
Alla vigilia della partita contro la Vis Pesaro il presidente Salerno, come suo solito, ha seguito la rifinitura della squadra ma si è intrattenuto a lungo a parlare con il tecnico Aimo Diana per cercare di scacciare quell’amarezza che lo aveva accompagnato nel post Lucca.
Nel corso di un campionato o nell’ambito di un percorso lavorativo ci sono questi momenti in cui tutto viene messo in discussione ma sono situazioni che servono a far crescere. Tutti. Vale per l’allenatore Diana ma anche per questa dirigenza granata.
Inutile nascondere che Aimo Diana è uno degli allenatori più stimati e ricercati. Basta parlare con un addetto ai lavori, direttore sportivo o procuratore, per averne conferma. Ci sono società che pressano per avere il suo assenso per il prossimo anno. Squadra di serie B, anche alcune che sono in lizza per salire di categoria.
Sappiamo benissimo che il suo contratto prevede una clausola per cui in caso di promozione in serie B il rinnovo è automatico ma allo stesso tempo è consolidato che nel calcio i matrimoni si fanno in due. Questo non significa che Diana non voglia rimanere a Reggio Emilia in caso di promozione in serie B ma qualche pensiero l’ha tormentando.
Del resto cosa pensereste voi se dopo un campionato come quello che sta facendo la Reggiana con record di punti, record del girone e tutto quello che sappiamo, basta una partita sbagliata (citiamo Lucca perché sappiamo bene che a Gubbio è stata un’altra storia) per essere posti al centro delle critiche. Forse anche dall’interno del club, non solo di una parte molto piccola di tifosi che si sfoga sui social. Voi cosa pensereste?
Sono, però, momenti dell’anima, riflessioni, flash che vengono poi spazzati via dalla quotidianità, dal rapporto vero con il campo e con le persone. Scorie che possono essere cancellate.
Bisogna, però, conoscere bene Aimo Diana per capirlo. Sapere il suo vissuto, i suoi principi, l’idea che ha del calcio e della vita. Una volta provate a parlare con lui e capirete.
Mai banale, sempre onesto e sincero. Pure troppo. A volte i suoi pensieri vanno controcorrente rispetto alle frasi fatte o alle scelte scontate e banali. Dice quello che pensa e in questo mondo è merce rara. Non è finto o impostato, non dice quello che gli altri si vorrebbero sentir dire e soprattutto non racconta balle.
Certo, per questo mondo del calcio dove sai già cosa i protagonisti ti vengono a raccontare, è fuori dal tempo e dal contesto. Probabilmente se vorrà arrivare a certi livelli dovrà anche cambiare stile perché non sempre nel calcio ciò che pensi ti viene permesso di esprimerlo.
A Reggio Emilia ci ha fatto apprezzare un calcio diverso, votato allo spettacolo inteso come coraggio e voglia di dominare la partita. Arrigo Sacchi che è il santone di questa filosofia sarebbe orgoglioso di vederlo all’opera, forse lo eleggerebbe a suo discepolo.
E’ difficile, oggi, capire se la Reggiana andrà in serie B vincendo il campionato o attraverso i play off ma di una cosa possiamo essere certi: quest’anno chi è venuto allo stadio o ha visto la Reggiana in televisione ha potuto ammirare un calcio divertente a prescindere dal risultato.
Certo, c’è chi dice che conta solo il risultato come se andare allo stadio significa solo vincere o perdere. Ci si è inventati il concetto di “corto muso” per dire che basta mettere il muso davanti. Questa è una filosofia dei perdenti e lo dimostra il fatto che in Europa siamo al terzo mondo come spettacolo, competitività, presenza di spettatori.
E’ un discorso lungo. L’unica conclusione degna: Aimo Diana, grazie di esistere.
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