Un capitolo a parte merita il tecnico Max Alvini: un grande stratega ma anche un istrione. In lui c’è l’allenatore meticoloso, pignolo, intuitivo, sagace e innovativo.
Ma poi c’è anche il giullare, il capo popolo, il condottiero. Si può apprezzare il primo aspetto, ci si può entusiasmare per il rovescio della medaglia ma forse Alvini è questo e occorre prenderlo cosi’ com’è. Al termine della partita vinta contro il Potenza si era limitato a chiedere a giocatori e staff di formare il “cerchio magico”. Contro il Novara si è superato: prima ha chiesto alla squadra di andare ad esultare tutti assieme sotto i Distinti davanti allo striscione del Vandelli, poi la replica sotto la curva Sud dove c’era lo striscione delle Teste Quadre. Era il ringraziamento ai tifosi che poche ore prima avevano accompagnato la squadra allo stadio. Una corsa verso i tifosi. Ma c’è di più. Ha chiesto che a tutti i componenti del “cerchio magico” di mettersi a sedere in area di rigore ed è iniziato il suo show fatto di battute, applausi, discorsi ma soprattutto da capo popolo. Si capiva dai volti dei giocatori che erano affascinati e attratti da Alvini. Ammaliati dalla sua personalità, dal suo modo di fare. Non è immaginabile cosa potrà accadere in caso di promozione in serie B. Ma per il momento è un tecnico e un capo popolo tutto da godere.
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