“Con e Alberto Gilardino sono stato compagno di squadra al Parma e n Nazionale, spesso ci confrontiamo sui giocatori. Io e lui abbiamo dovuto fare un percorso per poter allenare in certe piazze. Non mi piace fare allenamenti a porte chiuse, mai l’ho chiesto e credo sia inutile”
Mister Diana si potrebbe pensare a una Reggiana che gioca per il pari?
“A posteriori si può pensare ma è impossibile provare a perdere o pareggiare. Tutti vogliono vincere e anche la Reggiana”.
Se non altro troverete un Siena che vi concederà più spazio per le ripartenze.
“Le squadra che si abbassano molto sono più complicate da superare, vedi ad esempio il Milan col Venezia. Sono certo che il Siena vorrà vincere la partita e non guarderanno gli avversari. Visualizzeremo se siamo bravi nelle ripartenze. Siamo pronti a cambiare atteggiamento, cercheremo di giocare più in verticale ed è possibile se abbiamo spazio. Abbiamo massimo rispetto per il Siena ed è una squadra forte come tante nel nostro girone”.
E’ possibile pensare a una rotazione?
“E’ la prima partita delle tre ed è difficile da gestire. Alla quinta giornate un giocatore può fare tre partite in una settimana. Adesso è difficile lavorare sulle tre partite anche se dobbiamo avere un pensiero per la Carrarese. Ma per ora siamo concentrati per la partita di sabato che è la prima delle tre e per fortuna possano sopportare ogni situazione”.
Cosa le è rimasto della vittoria a Pistoia?
“La consapevolezza che siamo un gruppo di valore. Avevo buone sensazioni e sono state confermate anche se il vantaggio è arrivato per una situazione assurda, con un cross, mentre prima avevamo creato tante opportunità. Sono contento della prestazione, dobbiamo continuare su questa falsariga”.
Sono state decisive le sostituzioni?
“Solo fortuna. Il paradosso è questo: si è sbagliato prima o azzeccato dopo? Io dico brutalmente che ci vuole culo”.
Resta il fatto che questa Reggiana non ha solo 11 titolari.
“E’ vero, tutti possono entrare dalla panchina e dare qualcosa in più al gruppo”.
Cosa le hanno detto di Siena-Reggiana del 2018?
“Me la ricordo. So che c’è maretta. Mi è stato detto ma sono passati tanti anni. Sono anche cambiati tutti i dirigenti. Rimane il rammarico, questo è vero ma non spetta a me dover rimediare a quella ingiustizia. Noi faremo la nostra partita senza pensare ad altro”.
Sarà anche una sfida tra i mister Gilardino e Diana.
“Siamo stati compagni di squadra al Parma e in Nazionale. L’ho già affrontato quando era alla. Pro Vercelli ma soprattutto siamo due allenatori che stanno portando avanti la nostra esperienza calcistica con qualche novità. Anche lui, che è un Campione del Mondo, sta facendo gavetta e un suo percorso. In pochi casi un ex giocatore diventa allenatore di una squadra importante. Si contano sulla dita di una mano. Per gli altri occorre molta gavetta. Alberto è un amico, ci confrontiamo nella scelta dei giocatori da prendere, si cerca di condividere informazioni. Sono felice di rivederlo”.
Siete simili o diversi?
“Non ho una conoscenza profonda per poter affermare un concetto. Vedo solo il suo prodotto finito quando ho giocato contro la sua squadra. Forse abbiamo un’impostazione diversa di squadra anche se penso che Gilardino faccia giocare la sua squadra con una vocazione offensiva”.
Il Siena non ha subito nemmeno un gol, quindi anche la difesa non è male.
“Tutte le squadre sono organizzate ma è l’atteggiamento che conta. Quando si studia una squadra, subito emerge la sua fotografia. Si capisce immediatamente cosa abbiamo difronte: se avversari offensivi o che amano stare dietro la linea della palla e puntare sulle ripartenze. Il Siena è squadra vera, che prova a fare la partita e ha un bel dinamismo, con giocatori esperti soprattutto nelle retrovie”.
Allenamento a porte chiuse o porte aperte?
“Mai chiesto e mai la società me l’ha detto di fare allenamento a porte chiuse. Uno che perde tempo per venire a vedere i miei allenamenti, perde veramente tempo. Io non manderei mai nessuno a vedere un allenamento di una squadra avversaria. Vuoi chiudere alla vigilia della partita per evitare che vedano gli schemi su palla da fermo? Ci sta ma alla fine le vedono già sul campo, nella partita. Cosa vuoi nascondere? Niente. Il messaggio è che noi vogliamo avere con noi i tifosi durante l’allenamento anche se saranno pochi o tanti perché ci fa sempre piacere. Non mi sono mai posto questo problema”.
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