La grande capacità di Fracchiolla è proprio nel fare “scudo” all’ambiente squadre e allo staff. Un muro invalicabile come quando ama ripetere quando si parla delle partite al Città del Tricolore “qui comando io”
E’ facile giudicare un direttore sportivo dalla scelta dell’allenatore e dei giocatori in base al risultato del campo ma spesso queste decisioni sono determinati da mille fattori tra cui l’aspetto economico, senza dimenticare che sulla scelta intervengono altri soggetti ad iniziare dal presidente e dal tecnico. Per capire e valutare a fondo il lavoro che sta svolgendo il direttore sportivo Domenico Fracchiolla occorre partire dal quotidiano per arrivare all’evento partita. E’ in queste occasioni e in questo lasso di tempo che emerge la competenza, lo spessore morale, l’intelligenza e la capacità di gestire la squadra e lo staff. Fracchiolla va anche oltre perché il suo sguardo va anche al vivaio e vorrebbe mettere lo zampino anche in sede e in tante altre situazioni. A trecentosessanta gradi.
Da ciò che si può vedere, capire e percepire la grande capacità di Fracchiolla è proprio nel fare “scudo” all’ambiente squadre e allo staff. Un muro invalicabile come quando ama ripetere quando si parla delle partite al Città del Tricolore “qui comando io”.
Essere sempre presente ma mai ingombrante. Un giorno ha detto “intervengo con i giocatori o con il tecnico solo se sono chiamato in causa o sollecitato da loro stessi”. E’ un concetto particolare anche se nella realtà il suo modo di vivere la giornata lavorativa è totalitaria, a tutto tondo. Il dialogo è un elemento essenziale del suo lavoro. Lo esercita con i giocatori, con lo staff tecnico e nei ritaglia di tempo anche con i dirigenti e i procuratori. Questi ultimi due “personaggi” sono più complicati di quanto si possa pensare, soprattutto i dirigenti.
Il grande merito di Fracchiolla è proprio questa sua capacità di essere “ovunque” e di essere sempre presente. Viene naturale il raffronto con un altro ds che abbiamo conosciuto anche se Fracchiolla ha un metodo tutto suo nella gestione, soprattutto nella comunicazione verso l’esterno che rispecchia la sua personalità e la sua cultura. Si è calato alla perfezione nella realtà di Reggio Emilia e per sua stessa ammissione: ci si trova benissimo. Non ha mai, però, perso di vista l’obiettivo, non si è mai lasciato andare ad esternazioni in reazioni a commenti e considerazioni cattive e sbagliate ma ha sempre optato per il silenzio affidandosi alla legge del campo.
Se avete voglia e tempo provate a seguirlo nel corso dell’evento partita perché dai suoi gesti, da come vive la gara, in quale zona dello stadio si piazza e come si rapporta con la terna arbitrale capirete tante cose.
Occorre ammettere che è una bella sorpresa e va dato merito al presidente Salerno di questa scelta. E’ certamente presto per alzare i calici e incensare Fracchiolla ma la strada è quella intrapresa. Il riferimento – ripeto – non è nella scelta dei giocatori perché c’è anche lo zampino dello staff tecnico e del suo collaboratore Scognamiglio ma nella gestione quotidiana dell’ambiente Reggiana.


















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