La Fifa l’ha chiamato in cabina di regia per le partite degli azzurri. La sua carriera di regista è nata con la promozione della Reggiana di Marchioro e non ha dimenticato le sue radici realizzando per Telereggio “Cuori granata”.
Scorrendo l’elenco dei dieci registi televisivi chiamati dall’Uefa per trasmettere le partite dell’Europeo 2021 ti accorgi che c’è un solo italiano, è il reggiano Giorgio Galli, 59 anni, nativo di Brescello ma residente a Lentigione.
Sarà l’unico rappresentante reggiano che andrà agli Europei di calcio. “Sarò impegnato nella quattro partite che si giocano allo stadio Olimpico a Roma: le tre partite dell’Italia più un quarto di finale”. Un altro riconoscimento per la sua professionalità anche se ormai non si contano più dopo le finali di Champions, le oltre mille partite di serie A e mercoledi’ sera, era al Città del Tricolore per la finale di Coppa Italia tra Juventus e Atalanta. “Essere agli Europei è un grande motivo d’orgoglio – rimarca – è un qualcosa che potevo solo sognare”. Giorgio non fa una scala di valori ma certamente la candidatura da parte dell’Eufa è uno straordinario riconoscimento della sua professionalità e del suo intuito. Riesce ancora a guardare il calcio con gli occhi di un bambino, come quella volta che focalizzò la sua attenzione su Francesco Totti che palleggiava con un raccattapalle. “Eravamo proprio a Reggio Emilia e quella scena mi aveva incuriosito e commosso. Mi sono messo nei panni di quel ragazzino che palleggiava con Totti”. Uno spezzone che è stato inserito nel film che racconta la vita calcistica di Francesco Totti che descrive quel momento come Giorgio lo aveva immaginato. “Nel film di Totti sono stati inseriti anche tanti altri flash che sono riuscito a trasmettere in questi tanti anni inseguendo la sua carriera di estroso talento del calcio”. Non a caso la sua esperienza è stata al servizio di molti club di serie A e tra questi la Lazio che ha affidato a Giorgio la celebrazione filmata dei 100 anni di storia del club.
Giorgio Galli è anche un tifoso ma preferisce non svelare la sua fede calcistica anche se è profondo il suo legame con la Reggiana: “Oggi vedo il calcio con un occhio diverso, la mia professione mi ha portato a cambiare l’angolo di lettura delle partite”. Inutile quindi chiedergli un ricordo, un episodio o un fotogramma perché nel corso della sua lunga carriera ce ne sono tanti.
Giorgio Galli ci tiene alle sue radici, alla sua terra, al suo paese, “ quella fetta di terra grassa e piatta che sta tra il fiume Po e l’Appennino” come amava scrivere Giovannino Guerreschi. Spesso, prima di ogni partita di Champions League amava mostrare la sciarpa del Lentigione. La metteva in bella posa al Santiago Bernabeu o al Camp Nou o all’Allianz Arena o all’Old Trafford. Era un modo per rimarcare il suo senso d’appartenenza e il suo radicamento al territorio.
I 60 anni li festeggerà il 18 giugno in sala di regia tra una partita dell’Italia e l’altra perché il calendario è fitto d’impegni. Debutterà oggi, venerdi’ 11 giugno con Turchia-Italia poi mercoledi’ 16 giugno c’è Italia-Svezia e domenica 20 giugno Italia-Galles. “Sarà certamente un compleanno speciale – si limita a rimarcare – ricco d’impegni perché stiamo parlando di un campionato d’Europa di calcio”.
Un traguardo professionale che lo consacra nel gotha dei migliori registi tv anche se la stessa sottolineatura l’avevamo fatta quattro anni fa quando Giorgio Galli venne chiamato alla regia della finale di Champions League a Milano tra il Real Madrid, vincitore ai rigori sull’Atletico Madrid.
Ma in questi quattro anni Giorgio ha inanellato altri prestigiosi “trofei” e dopo l’Europeo non gli resta che un Mondiale. Eppure ricorda ancora con emozione il suo inizio nel 1988 a Telereggio, la sua prima partita di calcio della Reggiana da cameraman. «Era la vigilia di Pasqua del 1989 quando ho realizzato il mio primo speciale sulla Reggiana per Telereggio a fianco del giornalista Primo Bertani. La mia storia è partita da lì. Quella partita resta indimenticabile. Non ci volevano far entrare allo stadio di Trieste, a fine partita eravamo addirittura in campo, il centrocampista Giorgio Zamuner aveva segnato il gol che spalancava la promozione in serie B.
Il tecnico Pippo Marchioro ci fece salire sul pullman con i giocatori. Fu un’emozione unica». Un legame con la Reggiana e con Telereggio che non ha smarrito, anzi ha consolidato nel tempo.
Tra i suoi mille impegni professionali non è voluto mancare nel suggellare con una trasmissione “Cuori Granata” dedicata al ritorno della Reggiana in serie B dopo 21 anni. “Amo sempre voltarmi indietro – rimarca – da dove sono partito. Mi emoziono pensando alle finale di Champions League ma il mio pensiero è sempre alle origini, alla Reggiana di Marchioro, di Andrea Silenzi, Nico Facciolo, Beppe Scienza, Dario Morello o Luca Bucci. E poi al Brescello di Francesco Bertolotti, Oldoni, Stefano Pompini e Andrea Talignani”.
Andrea Talignani detto il “pibe e de oro della Bassa” un giocatore che con i suoi gol su punizione ha infiammato la sua gioventù. Ebbene Giorgio Galli gli ha dedicato un video di tutti i suoi gol con la maglia del Brescello che custodisce con grande gelosia, cosi’ come non c’è appuntamento che riguarda Romano Amadei che non sia presente come amico o regista. la storia dell’Immergas nel calcio porta la sua firma. Cosi’ come non dimentica i suoi “maestri” da Primo Bertani giornalista di Telereggio e assieme inviati al seguito della Reggiana al regista Popi Bonnici. “Due figure che hanno avuto un’influenza nella mia carriera. Bertani mi ha avviato alla professione, Bonnici, il principe delle regie sportive, mi aveva preso a Mediaset nel 1997”.
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