Dopo la decisione del Consiglio Federale che ha sovvertito le indicazioni dell’assemblea di Lega Pro, è il tempo delle riflessione e anche di capire quale sarà il futuro.
LA PREMESSA
Partiamo da un dato di fatto che tutti i club sanno e ne sono coscienti: la serie C non può ripartire e concludere la stagione. I motivi sono tanti ma soprattutto di carattere economico perché sono molte le società in crisi che hanno già smantellato o quasi per limitare il disavanzi di gestione. Se i club che lottano per andare in serie B possono avere una motivazione, certamente è impensabile chiedere a chi deve salvarsi di scendere in campo generando altri costi. Quindi è evidente che il campionato di serie C non può essere portato a compimento. Ecco, quindi, che scatta il piano B che prevede in ordine la disputa di brevi play off e play out e come terza soluzione l’indicazione di un calcolo che tenga conto dell’attuale classifica e delle giornate giocate nei vari gironi. Il tutto sempre per indicare le promozioni e retrocessioni: quattro squadre promosse in B e nove squadre che dovranno scendere in serie D.
Questo il testo del comunicato della Federcalcio “brevi fasi di play off e play out al fine di individuare l’esito delle competizioni invi include promozioni e retrocessioni”.
IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE
Giovedi 28 maggio quando si tornerà a discutere di come e quando iniziare i campionati, la Lega Pro dovrà far presente l’impossibilità di concludere la stagione e quindi si punterà alla disputa dei play off e play out. Iniziamo dai play out: chi sarà disposto a giocare e spendere 50 o 100mila euro per evitare la retrocessione? Credo nessun club soprattutto dopo aver avuto l’indicazione dall’assemblea di bloccare le retrocessioni. Sarà già un primo nodo da sciogliere.
IL SECONDO NODO DA SCIOGLIERE
Passiamo ai play off. In palio ci sono i 4 posti per la serie B, quindi le tre capoliste attuali più una che doveva scaturire dai play off oppure le tre capoliste saranno promosse d’ufficio come ha indicato l’assemblea e i brevi play off riguarderanno solo le aventi diritto?
Le interpretazioni si sprecano e le teorie, onestamente, potrebbero andare bene per entrambe le ipotesi.
Esaminiamo i play off con 4 posti a disposizione per la serie B. Per il Vicenza il ragionamento ci può stare dato che i veneti non possono dire di avere ipotecato la promozione avendo 6 punti di vantaggio e lo scontro diretto a Reggio Emilia. Ma come si potrà far accettare questa soluzione a Monza e Reggina che hanno dominato il loro girone?
Ma ammettiamo che si giochino i play off per 4 posti, ma quale sarà la formula per evitare che ad esempio siano promosse tutte le squadre di un girone?
Immaginiamo che saranno play off per girone con Monza, Vicenza e Reggina che entreranno in gioco solo in finale, magari con due risultati su tre a favore. In ogni caso è un bel rischio giocarsi una stagione in una sola partita per chi ha dominato il campionato. E la quarta squadra come scaturirà? Anche in questo caso ogni formula è possibile.
Molto più facile se si deciderà di giocare i play off per un posto in B. In questo caso saranno play off facoltativi riservati alle 27 società aventi diritto. E sappiamo che in assemblea solo 16 avevano aderito a questa ipotesi.
TERZO NODO DA SCIOGLIERE
Non è pensabile chiedere alle società di giocare i play out per evitare la serie D. Nessun club sarebbe disposto a questo sacrificio economico, soprattutto dopo che l’assemblea aveva votato per il blocco delle retrocessioni. In teoria ogni girone dovrebbe indicare tre squadre retrocedenti attraverso i play out. In pratica servirebbero sei partite di play out tra andata e ritorno oppure tre con gara secca. E per fare questo chi è il club disposto a fare allenamenti per un mese con un protocollo che prevede 900 tamponi per ogni squadra, vale a dire 30 per ogni giocatore e staff? Senza prendere in esame gli stipendi di giugno e luglio da pagare e le spese aggiuntive.
QUARTO NODO DA SCIOGLIERE
Prendiamo come ipotesi che giovedi 28 maggio la Federcalcio prenda atto che non si può finire la stagione e che nemmeno i play off e play out sono fattibili, ecco che tornare d’attualità il famoso merito sportivo. Il comunicato della Figc recita “applicando oggettivi coefficienti correttivi che tengano conto della organizzazione in gironi e/o del diverso numero di gare disputate dai club e che prevedono in ogni caso promozione e retrocessioni”.
Il primo elemento è che anche con il metodo del “merito sportivo” si dovranno indicare le 4 promozioni e le 9 retrocessioni. E questo è già un elemento che deve far riflettere. Quindi non si tiene conto della classifica come è attualmente ma anche le capoliste saranno coinvolte in questo calcolo matematico. Questa è una ipotesi credibile dato che non si parla di cristallizzare la classifica e promuovere d’ufficio le prime. Le retrocessioni per un calcolo matematico non erano mai state prese in considerazione dall’assemblea della Lega Pro.
Altro aspetto è l’indicazione di scegliere un metodo che tenga conto dell’organizzazione dei vari gironi e delle partite giocate. Un coefficiente di comparazione diverso rispetto a quello indicato dalla Lega Pro oppure lo stesso?
Anche in questa logica è un discorso tutto da scoprire e soprattutto chi materialmente indicherà la strada da seguire? La Lega Pro oppure la Federcalcio? Se fosse la Lega Pro opterebbe per ciò che ha già individuato, la Federcalcio forse potrebbe ipotizzare altre soluzioni.
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