Velocità di manovra, agonismo acceso ma anche un palleggio “pulito” e le giocate dei singoli al servizio della squadra. Aimo Diana professa lo sviluppo degli “spazi”
I tifosi sono tornati a seguire con assiduità gli allenamenti della Reggiana, a discutere di formazione, a prendere nota dei piccoli particolari ma soprattutto a respirare l’aria che c’è attorno alla squadra. Sembrerà un particolare di poco conto, in realtà è un aspetto importante, anche se – va detto – ai campi è sempre presente il direttore sportivo Doriano Tosi e ieri sulla tribunetta del Cavazzoli c’era anche il presidente Carmelo Salerno.
L’aspetto che più ha colpito e che manifesta una notevole differenza rispetto alle prime settimane sotto la guida di Aimo Diana è la velocità con cui gira la palla ma soprattutto anche nel corso della partita a due tocchi o anche “libero” tra i granata c’è un gioco veloce, preciso e mai un intervento falloso, il tutto nonostante si giochi con grande intensità. E’ un particolare che balza agli occhi perché nelle prime uscite si tendeva più ad associare l’agonismo anche al fallo di gioco. Ora c’è una ricerca positiva della triangolazione, del gioco veloce e della finalizzazione.
E’ un particolare che colpisce e che forse non avrà nessuna attinenza ma è certamente un aspetto diverso rispetto al passato. Cosi’ come anche le indicazioni di Aimo Diana, sempre molto pacato e mai oltre le righe, tendono più a parlare di “spazio” che di posizione in campo. Concetti che inizialmente sembravano un pò strani o difficili da comprendere ma che col passare del tempo sono naturali.
Colpisce questa ricerca dell’azione con fraseggi in velocità, cosi’ come la conquista della palla nasce in modo “pulito”. Prevalgono sempre le giocate rispetto all’agonismo acceso e le giocate dei singoli giocatori, che pure sono di alto livello, sono sempre in funzione della manovra di squadra.
L’ultimo particolare che balza agli occhi è il terreno di gioco che onestamente è di buon livello: erbato e regolare. Un centro sportivo Cavazzoli che è decisamente all’altezza, almeno per ciò che si vede.
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