La sconfitta di Ghirelli è stata ancora più accentuata dalle indicazioni emerse dal consiglio di Lega Pro di martedi’ che ha in pratica ribaltato quasi tutti i cinque punti che l’assemblea delle società aveva votato.
1) Promosse le prime dei gironi Monza, Vicenza e Reggina
2) Retrocessioni delle ultime dei tre gironi (Rieti, Gozzano e Rimini) più Rende e Bisceglie per il girone C
3) Disputa dei play off in modo volontario tra le 28 società aventi diritto in base alla classifica attuale per definire la quarta promossa.
4) Disputa dei play out nel girone A (Giana-Olbia e Pergolettese-Pianese) e nel girone B (Imola-Arzignano e Ravenna-Fano) per indicare le altre quattro squadre che scenderanno in serie D.
Come si può capire è una vera e propria inversione di rotta che ovviamente ha già suscitato le proteste e la scelta di inviare una diffida alla Federcalcio (la stessa strada utilizzata dalla Reggiana) per l’applicazione di questa proposta. E’ bene ricordare che sul tavolo di Gravina c’è anche la protesta per iscritto delle 30 società di serie D che sono state retrocesse d’ufficio. E’ facile capire che anche le otto società chiamate a giocare i play out presenteranno una formale protesta. Ma a parte questo aspetto stupisce come nel volgere di pochi giorni la Lega Pro ha cambiato completamente registro ma la spiegazione è molto semplice: l’imput di Gravina ha avuto la meglio.
La prima considerazione è che forse Ghirelli avrebbe fatto meglio a fissare l’assemblea delle società dopo il famoso consiglio Federale in cui Gravina ha dettato la linee guida da seguire con l’indicazione di tornare in campo per indicare promozioni e retrocessioni. Avrebbe evitato di andare allo scontro con la Federcalcio cancellando polemiche e carte bollate. Forse Ghirelli si sentiva forte dell’appoggio delle società che hanno votato compatte quattro dei cinque punti posti all’ordine del giorno (blocco del campionato, promozione delle prime tre, blocco delle retrocessioni, blocco dei ripescaggi). Quattro indicazioni che oggi lo stesso Consglio della Lega Pro ha ribaltato, tenendo buono solo il blocco del campionato. Sul quinto punto (promozione della quarta squadra col calcolo del coeficiente di parametrazione) si è scelto ciò che le società in minoranza (16 contro 23) avevano indicato: giocare i play off. E’ letteralmente sparito il discorso del coeficiente di parametrazione.
Queste proposte del consiglio di Lega Pro saranno portate domani in occasione della confronto tra Governo e Figc ma soprattutto saranno all’ordine del giorno nel prossimo consiglio Federale in programma, in modo ufficioso, il 3 giugno.
Nel frattempo si alzeranno le proteste di chi sarà indicato con la retrocessione diretta e chi sarà chiamato a giocare i play out. Naturalmente questa proposta va nella direzione opposta rispetto a ciò che avevano indicato e votato le società in assemblea. Certo non protesteranno Reggina, Vicenza e Monza. Men che meno Reggiana, Padova, Triestina, Bari, Monopoli, Novara, Carrarese, Sudtirol in pratica le 16 società che avevano chiesto di fare i play off. Il Carpi dovrà scegliere ma certamente dovrà optare per il giudizio del campo.
Il presidente Ghirelli, in ogni caso, avrà fatto un giro d’orizzonte con i club attraverso wp ma di sicuro la Lega Pro si è ritrovata in un ginepraio di polemiche e contraddizioni. Ma forse questo è la mossa per evitare che il presidente Gravina metta in atto quel progetto di ristrutturazione dei campionati di calcio che prevedeva il trasferimento della serie C tra i dilettanti o tra i semiprofessionisti. Una riforma che avrebbe dato più potere a Sibilia della Lnd ma soprattutto a Balata della serie B azzerando o quasi la Lega Pro.
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