“La risposta della Reggiana contro la Lucchese è stata importante. Il rigore non dato? Il giudizio su di una partita non può essere limitato a un episodio su cui decide l’arbitro perché le regole sul fallo di mani sono cambiate”
Il direttore sportivo Doriano Tosi non si fida della Vis Pesaro perché la ritiene una squadra brava nel difendersi anche se i numeri dicono il contrario. Pesaro ha subito 14 gol e ne ha realizzate altrettante. Al Benelli ha conquistato solo 8 punti frutto di 2 vittoria, 2 pareggi e 1 sconfitta, mentre in trasferta ha racimolato due punti in più. In casa ha segnato 6 gol e ne ha subiti 5. La si protrerebbe definire la classica squadre imprevedibile.
Direttore Tosi, il pensiero comune dei tifosi è già per la sfida col Cesena del 14 novembre però prima c’è la trasferta di Pesaro?
“Anche prima della Lucchese il nostro pensiero era la trasferta di Pesaro perché sappiamo che troveremo dieci giocatori dietro la linea della palla. Conosciamo bene anche il loro allenatore, sarà un test difficile da superare”.
“Pensare di interrompere la serie dei pareggi esterni. Ne abbiamo fatti due di fila, però sappiamo di affrontare un avversario, la Vis Pesaro, che è maestra nella fase difensiva”.
Torniamo per un attimo alla sfida con la Lucchese, qual è la sua valutazione per il successo granata?
“Mi è piaciuta molto, questa partita più di tante altre”.
C’è una ragione in particolare?
“Abbiamo superato delle difficoltà ambientali contrarie alle nostre caratteristiche. Ci siamo adattati magnificamente con grinta, determinazione, carattere, furbizia e qualità tecniche. E’ un segnale di grande maturità”.
Oltre all’avversario ci si è messo anche il terreno di gioco.
“Nei campionati ci sono dei momenti in cui le variabili possono incidere. Spesso sono le più incontrollabili e possono penalizzare una squadra come la nostra dato che è più facile difendersi che fare gol. Noi siamo stati bravi”.
E’ stata anche una risposta a Cesena e Modena che incalzano in classifica?
“Non dobbiamo perdere energie a guardare cosa fanno gli altri. Noi dobbiamo fare un nostro percorso che è fatto di punti e di vittorie”.
Ancora una volta mister Diana ha fatto le scelte vincenti.
“Mi è piaciuto. Della prestazione con la Lucchese non butto via niente. Non ho dubbi sulla legittimità del nostro successo. Diana è un tecnico che legge bene la partita ma questo lo sapevamo.È bravo nello studiare i suoi giocatori, bravo a cambiare moduli e lo trovo un allenatore intelligente”.
Dopo l’amarezza e la rabbia di Pontedera la Reggiana ha messo in campo una grande voglia di vincere.
“Questo è un gruppo molto unito e forte, che crede in se stesso. Ha nella testa di arrivare a un obiettivo importante per orgoglio personale o perché professionalmente vogliono migliorare. Un gruppo compatto e coeso, tutti remano nella stessa direzione. Li ho visti in faccia prima della partita e avevano lo sguardo di chi voleva vincere la partita a tutti i costi”.
Una riposta importante.
“E’ la mentalità di questo gruppo che nelle difficoltà diventa ancora più unito”.
La partita si poteva complicare con quel rigore non dato alla Lucchese.
“Vorrei rimarcare due aspetti: il primo è che il regolamento sul fallo di mano è cambiato e ora è a discrezione dell’arbitro. Prima ogni fallo di mano era rigore automatico, ora non è più cosi’ dipende dalla valutazione dell’arbitro. L’altro elemento è che alla Reggiana a Pontedera non è stato assegnato un rigore clamoroso sullo zero a zero per un fallo su Rosafio tant’è che l’arbitro a fine partita si è scusato. Ma nonostante ciò la nostra analisi sul pari a Pontedera non si è basata solo sul rigore non dato come ha fatto la Lucchese che sotto il profilo del gioco e delle occasioni da gol è stata sovrastata dalla Reggiana”.
Pensa non sia stato dato il giusto merito alla vittoria della Reggiana?
“A quell’episodio si è dato un risalto che non ha attinenza con la realtà della partita. Non mi sento uno che ha ricevuto un regalo ma la vittoria l’abbiamo strameritata sul campo”.
Siamo solo all’inizio della stagione ma la Reggiana ha numeri importanti.
“Alla dodicesima giornata i valori vengono fuori. Chi ha la forza arriva. Non mi sorprende niente. E sono certo che anche l’Entella lotterà per la serie B. Questo è un campionato dove ci sarà da battagliare fino alla fine”.
Alla ripresa al gruppo si uniranno il difensore Cremonesi e il portiere Russo, saranno tutti in prova?
“Come società abbiamo il massimo rispetto di questo gruppo e non vogliamo imporre nessuna scelta. C’è una necessità derivante dal fatto che non conosciamo i tempi di recupero di Venturi e ci serve un dodicesimo. Stiamo facendo un campionato importante e non vogliamo lasciare niente di intentato tanto meno affidarci alla fortuna. Stefano Russo è già stato compagno di squadra di alcuni nostri giocatori. Quando ci sarà la condivisione su tutto allora potremo effettuare il tesseramento. Non prendiamo a scatola chiusa. Lo abbiamo fatto lo scorso anno per causa di forza maggiore e non ha funzionato. Chi vuole venire alla Reggiana deve dimostrare di integrarsi con i nostri giocatori”.
Lo stesso vale per Michele Cremonesi?
“Cremonesi era un candidato anche in estate ma per vari motivi non abbiamo trovato l’accordo. Michele è un ragazzo intelligente e ha accettato questa nostra condizione. Non è un discorso economico ma l’esigenza di entrare in sintonia col gruppo per darci una mano”.
L’ultima annotazione la meritano i tifosi.
“Noi dobbiamo prima di tutto dire loro grazie. Constatiamo, dopo un anno senza il loro sostegno, cosa significa avere al nostro fianco il pubblico reggiano. Stiamo vedendo e godendo quanto sia determinante avere un pubblico che spinge e stimola. E’ esaltante per noi dirigenti ma soprattutto per i giocatori che non perdono occasione per festeggiare con loro le vittorie. C’è una simbiosi bellissima. Il calcio procura dolori e amarezze però è anche in grado di offrirti emozioni uniche”.
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