“Contro il Cesena ci aspetta un’altra battaglia. In testa si sta bene, preferisco essere lepre piuttosto che cacciatore. Questo gruppo ha dei valori importanti”
Ciò che il direttore sportivo Doriano Tosi si è concretizzato: il capitano Paolo Rozzio dovrà rimanere fuori fino a Natale. Una situazione a livello di infermeria che preoccupa il ds granata. “Sono quelle situazioni imponderabili – rimarca – che mettono in difficoltà tutto il lavoro della società e del mister”.
Per la partita col Cesena s dovrà fare la conta?
“Capiremo come sta Camigliano e gli altri ragazzi perché veniamo da due partite problematiche per le condizioni del terreno di gioco: dopo il campo allagato contro la Lucchese, a Pesaro abbiamo giocato su un campo pesante. A livello fisico è un periodo delicato”.
Una situazione che determinerà un’accelerazione per il tesseramento di Cremonesi?
“Bisogna riflettere bene perché abbiamo a disposizione solo uno slot per il discorso degli over. Per questo dobbiamo aspettare di capire l’entità dell’infortunio di Rozzio per avere un’idea sui tempi di recupero”.
E per il portiere Russo?
“Il regolamento prevede la possibilità di togliere dalla lista un portiere e inserirne un altro senza intaccare il computo complessivo degli over”.
Il tecnico Diana potrebbe avere una soluzione tattica: giocare a quattro in difesa.
“In qualche modo dovremo arrangiarci. Non c’è dubbio, però, che questo infortunio del capitano ci ha complicato la vita. Abbiamo meno tempo per pensare a cosa fare”
E’ demoralizzato?
“Ogni settimana ci viene messo un bastone tra le ruote per cercare o provare a rallentare la nostra corsa. Non è facile. Da Pesaro sono tornato a casa preoccupato per l’infortunio di Paolo più che soddisfatto per la vittoria”.
Teme una ripercussione psicologica?
“E’ un gruppo forte mentalmente che ha superato altri momenti difficili e supererà anche questo”.
Cremonesi l’ha visto bene?
“Con lui dobbiamo trovare un accordo contrattuale che vada bene a lui e a noi. Vogliamo valutare attentamente tutto, anche le sue condizioni fisiche perché l’età porta ad accumulare traumi e acciacchi. Stiamo riflettendo perché, come detto, è una mossa che non possiamo sbagliare”.
Dato che siamo in tema di mercato, a gennaio pensate a un centrocampista con le caratteristiche alla Del Pinto?
“Potremmo ovviare perché Muroni è all’altezza e poi la nostra squadra richiede giocatori con certe caratteristiche: dei palleggiatori”.
In effetti basta vedere un allenamento per capire qual è il Dna della Reggiana.
“L’allenatore ha impostato cosi’ la squadra e a prescindere dall’ambiente in cui sei chiamato a giocare il nostro dogma è dominio della partita, ritmi alti e palla che gira veloce”.
Voltiamo pagina: un’altra vittoria importante in trasferta?
“Importantissima su un campo difficile. Non era semplice vincere per le difficoltà dovute all’avversario e per il terreno di gioco. Devo dire che superati i venti minuti iniziali, dopo il gol la partita è stata in discesa”.
Una Reggiana anche concreta
“A volte succede, più ad altre squadre che a noi. Noi dobbiamo calciare tante volte per trovare la via del gol. A Pesaro siamo stati dei cecchini precisi”.
Cosa si può dire della sfida col Cesena?
“Assieme alla sfida con l’Entella a Chiavari, sono le due gare più difficili di questo girone di andata”.
Sarà sempre una sfida Reggiana-Modena?
“Le squadre favorite alla vigilia stanno arrivando: manca solo l’Entella ma sta tornando nel gruppo. La sorpresa è Matelica e in parte l’Imolese. Il Modena ha avuto delle difficoltà ma è una squadra forte e sapevamo che avrebbe iniziato a correre”.
Preferisce essere lepre o cacciatore?
“A me piace stare davanti ma ho l’impressione che per mantenerci in alto dobbiamo fare molti punti”.
Adesso avete una media che su 38 partite vale 90 punti.
“Sono tanti, perché nel girone di ritorno ne fai meno. Adesso il nostro obiettivo è puntare a chiudere l’andata a 45”.
Ha mai costruito una squadra con tanti e tali valori?
“E’ difficile da dire perché sono cambiati i temi, certo che per i valori dei calciatori e le idee dell’allenatore questa è una squadra forte”.
Spende una parola per Radrezza?
“E’ un giocatore strano perché il rendimento dipende dalla sua volontà. In queste due partite, su campi impossibili, è stato devastante”.
Merito di un ruolo ben preciso?
“Questa è la sua area competenza, dove trova il giusto equilibrio ma soprattutto ha trovato dei compagni di reparto con cui si trova bene”.
Domenica ci sarà una grande mobilitazione dei tifosi.
“Non finirò mai di ringraziarli. Vedere tutta quella gente a Pesaro è stato commovente. Non giochi mai in trasferta perché ti senti accompagnato. Non c’era tutto questo entusiasmo due anni fa e ci abbiamo messo dei mesi per acquisire credibilità e abbiamo giocato i play off da soli. Lo scorso anno gli stadi erano chiusi. Adesso la squadra sta dando soddisfazione e ricevendo consensi. C’è un briciolo di responsabilità in più perché dobbiamo essere in grado di essere all’altezza dei loro occhi”.
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