Matteo Voltolini un portiere che sa stare al suo posto, Michele Cremonesi il leader silenzioso, Marco Rosafio un ragazzo dolce, sensibile e di parola
Descrivere Lorenzo Libutti è semplice: se lo conosci, lo ami. Non ho altre definizioni. Lorenzo Libutti è un ragazzo adorabile. Detto da tutti, tifosi e compagni di squadra, dirigenti e allenatori. Il dispiacere è non averlo visto in campo ma onestamente poco importa perché lui ha continuato a fare parte di questa squadra. Non so se domenica lo staff tecnico e la società decideranno di rimetterlo in lista per concedergli la passerella. Credo non sia ancora pronto per un ritorno in campo ma poco importa. Ciò che tutti noi abbiamo apprezzato in Lorenzo è il suo immancabile sorriso. Mi hanno detto che solo dopo l’infortunio era corrucciato ma non ci credo molto. Ogni volta che chiedevamo a un compagno di squadra o allo stesso mister Diana di Libutti si illuminavano i loro occhi. Quindi caro Lorenzo grazie della serenità e della gioia di vivere che ci hai trasmesso.
Mi piace sottolineare il comportamento di un altro atleta granata: Matteo Voltolini. Un portiere che è stato titolare nella Reggiana e lo potrebbe essere in qualsiasi squadra di serie C. L’ho visto crescere e migliorare settimana dopo settimana ma allo stesso tempo mai una parola fuori posto, mai un atteggiamento sbagliato. E’ un ragazzo reggiano che ha trovato una sua dimensione ma ciò che vorrei sottolineare sono le qualità dell’atleta e del ragazzo.
Michele Cremonesi è un altro leader di questo gruppo. Ma partiamo da un particolare: a gennaio poteva fare una scelta economica importante ma ha preferito rimanere in granata per vincere un altro campionato pur sapendo che il suo ruolo era di “titolare all’occorrenza”. Non si è scoraggiato nemmeno quando è stato bersagliato da qualche acciacco di troppo, anzi ha moltiplicato gli sforzi per arrivare a fine stagione in splendide condizioni di forma. E’ stato un esempio per i suoi compagni ma soprattutto all’interno del gruppo un punto di riferimento per qualsiasi situazione.
Vincere il campionato è stata la stella Cometa di Marco Rosafio. A gennaio ha stretto un patto con l’allenatore: non me ne vado perché voglio vincere con la Reggiana. Marco è un ragazzo molto sensibile, una rarità in questo mondo. Ha sofferto le critiche, a volte meritate, spesso esagerate ma non ha mollato di un centimetro, anzi ha dato di tutto e di più per la causa granata. La buona sorte, in campo, non è stata dalla sua parte per i tanti legni colpiti, per un rigore calciato male ma ciò che mi preme sottolineare è la sua dolcezza. Un ragazzo squisito, un professionista serio. Con lui vale ancora una stretta di mano per sancire un accordo.
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