Si è sopravalutato l’organico che ha vinto i play off e ci si è rinforzati solo con i giovani che in realtà hanno dato poco, Mazzocchi a parte. Il ritorno Kargbo è stata la grande illusione. Il Covid ha colto impreparato lo staff
PRIMA PUNTATA
Iniziamo questo viaggio a puntate alla ricerca non dei colpevoli ma degli errori commessi e che dovranno servire per evitare di commetterli in futuro. Un’analisi che fare,mo in più puntate perché è stata un’annata molto tribolata e ricca di contraddizioni.
VALUTAZIONE. L’errore di fondo è stato nel non capire che la Reggiana non ha dominato e vinto il campionato di serie C dato che è stato sospeso a febbraio, bensi’ si è ritrovata a giocare i play off in condizioni straordinarie, da seconda e con solo tre partite secche e tutte da giocare in casa. Una situazione senza precedenti e la Reggiana è stata brava a farsi trovare pronta ma anche fortunata perché il Potenza alla prima partita ha sbagliato un rigore che poteva decidere le sorti dei granata. La vittoria dei play off ha fatto pensare che quell’organico, come spesso è accaduto, potesse essere competitivo anche in serie B partendo dal presupposto che aveva vinto il campionato di serie C.
FUORI ROSA. Partendo dal principio di valorizzare e tutelare quel gruppo di giocatori che aveva regalato la serie B la Reggiana ha però deciso di mettere fuori lista 9 giocatori per poter operare liberamente sul mercato ma soprattutto si è proceduto alla loro esclusione dal gruppo. Niente ritiro, gruppetto che si è allenato a parte. Una mossa che a livello psicologico ha inciso perché ha fatto dire “siete una società come le altre” ma anche sotto il profilo economico non ha sortito effetti perché la società per cedere questi giocatori ha dovuto provvedere all’incentivo all’esodo oppure allungare il contratto, vedi Scappini, per poi cederli in prestito.
IL MERCATO. Le operazioni di mercato sono state condotte con due priorità che si sono rivelate errate: la fretta di allestire l’organico per andare in ritiro e la scelta dei giovani. Ma non si è tenuto conto di alcuni aspetti tecnici. Il primo è che si doveva sostituire un giocatore fondamentale nella difesa a tre come Spanò. La scelta è caduta su Ajeti, che nel rendimento complessivo è stato positivo ma è stato utilizzato da centrale e non da esterno nella difesa a tre. Il secondo aspetto da valutare è che il gioco di Alvini si basava molto sullo sviluppo della manovra sugli esterni ed era in quel settore del campo che occorreva potenziare la squadra con giocatori di categoria.
LE SCELTE. Oggi dire che le scelte di mercato sono state sbagliate è facile ma c’è un aspetto fondamentale che ha inciso: Mazzocchi a parte nessun giovane inserito in organico ha avuto una crescita esponenziale. L’unico è stato il portiere Cerofolini che però è stato poi messo in panchina. Da Pezzella, a Muratore a Cambiaghi nessun giovane inserito in organico ha manifestato una crescita, quindi non ha rinforzato l’organico.
GLI ERRORI CLAMOROSI. Ci sono state situazioni paradossali come quella del difensore Di Gennaro presentato come acquisto prima ancora di avere le carte in regola per poter depositare il contratto. Ma anche alcune scelte tecniche, col senno del poi, sono risultate disastrose: Zampano ha fatto solo 12 presenze e poche da titolare, senza contare gli arrivi e le cessioni in fretta e furia di Gatti, Germoni e Marchi. Poi c’è il caso Voltan presentato come un “fenomeno” ma che ha dimostrato nelle sue 12 presenze di non essere il giocatore che fa la differenza in serie B. Altri acquisti sono stati un vero bluff come Serrotti e Brodic ma la promozione in serie B li aveva “nascosti”.
AUGUSTUS KARGBO. Aveva illuso tutti nelle tre partite dei play off assurgendo a uomo decisivo per la conquista della serie B. Cosi’ si è puntato tanto, anche in termini economici, sul suo ritorno in granata che in realtà è stato un vero flop in termini di presenze (solo 14 dall’inizio e per 5 volte è stato sostituito e per 6 volte è subentrato) ma soprattutto di gol: solo 2. La volontà di prendere Kargbo ha fatto perdere di vista la realtà di un parco attaccanti (Mazzocchi, Zamparo, Marchi e Kargbo) che non ha mai giocato in serie B e che ha dimostrato di essere inadeguato. Non avere un centravanti in serie B è determinante.
IL CASO COVID. La Reggiana ha avuto un discreto inizio: 4 punti in 4 partite e con due gravi errori arbitrali: il gol non visto contro il Chievo e il gol annullato per un dubbio fuorigioco ad Ascoli. Poi è successo la pandemia da Covid e dopo la partita a tavolino con la Salernitana e il successo miracolo contro il Venezia, la Reggiana ha iniziato ad accusare una serie di infortuni muscolari che hanno condizionato le scelte del tecnico anche se è evidente che l’inesperienza, l’improvvisazione e la novità hanno recitato un ruolo da protagonisti. Ciò nonostante fino alla vittoria a Cosenza la Reggiana aveva retto bene. Dopo il successo a Cosenza i granata erano al decimo posto con 14 punti in 11 partite, a 4 punti dai play off e con un vantaggio di 5 punti sui play out. Sono state le ultime otto partite dell’andata a far precipitare la situazione.
PROSEGUE con 1) A porte chiuse, 2) Il cambio al vertice, 3) Il mercato di gennaio, 4) La conferma di Alvini, 5) La sosta, 6) Lo strappo
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *