La Reggiana è imbattuta da 12 giornate come la squadra della stagione 2004/05. Prossimo obiettivo raggiungere le 19 partite di Pippo Marchioro del campionato 1992/93
Se pensi a una Reggiana bella, vincente e imbattuta il ricordo corre alla squadra di Bruno Giordano. Oggi i granata di Aimo Diana sono inviolati da 12 partite (solo Sudtirol, Milan e Napoli hanno lo stesso primato ma con una partita in meno per la serie A) mentre nella stagione 2004/2005 Campana e compagni persero la loro imbattibilità alla 13esima giornata contro il Rimini. “Mi auguro che la Reggiana prosegua la sua imbattibilità – commenta il tecnico Bruno Giordano – per tutte le 38 giornate di campionato. Noto che sta facendo benissimo e ci sono molte similitudini con la mia Reggiana. Innanzi tutto nella compattezza del gruppo e poi nel feeling che si è creato con l’ambiente. Quando tra squadra e tifosi c’è una visione unica, Reggio riesce a esprimere il meglio. La grande differenza è nella solidità della società che è stato il nostro punto debole mentre l’attuale proprietà è affidabile. Sono convinto che in un altro contesto la mia Reggiana avrebbe avuto le carte in regola per vincere la serie B e pensare in grande. Ciò che credo e mi auguro avvenga quest’anno perché per il momento la Reggiana sta dominando il campionato per valori, organizzazione e gioco”.
Scorrendo l’elenco dei giocatori della Reggiana di Bruno Giordano balza agli occhi come il valore tecnico dei giocatori sia simile al collettivo di Aimo Diana. “La Reggiana attuale ha un organico importante per la categoria – rimarca Marco Valentini, direttore sportivo della Reggiana di Bruno Giordano – competitivo e profondo nel senso che ha due giocatori titolari per ogni ruolo. Una rosa di giocatori che consente al tecnico Diana di variare l’assetto di gioco perché ha uomini con tante caratteristiche.
Non era da meno la squadra di Bruno Giordano se penso al reparto offensivo con Deflorio, Bertolini, Adeshina, Borneo, Ranalli, Bonfanti e Minetti. Oppure alla difesa con Campana, Cottini, Morello, Redavid, Leke e Foschini. A centrocampo c’era De Vezze, Giandomenico, Napolioni. Ma a prescindere dai nomi anche se poi molti hanno fatto una carriera importante anche i più giovani, basti citare Andrea Costa che quell’anno fece la sua apparizione con 5 presenze prima di spiccare il volo verso Bologna, la forza di quel gruppo era l’amicizia e la compattezza tra di loro, tant’è che ancora oggi a distanza tanto tempo ci sentiamo spesso. Questo è un fattore importante perché se all’interno dello spogliatoio c’è un gruppo sano e affiatato anche i momenti difficili potranno essere superati”.
“In questo girone della serie C – prosegue Bruno Giordano – c’è competizione perché sono convinto che fino alla fine il Modena contenderà il primo posto alla Reggiana. Non vedo altre concrete rivali anche se il Cesena è di valore. Nulla al confronto, però, di quel campionato dove c’erano formazioni del calibro di Napoli, Avellino, Foggia, Spal, Padova, Cittadella, Rimini”.
Nel confronto tra le due stagioni, c’è una grande differenza a livello di allenatori. “In quel campionato – ammette Bruno Giordano – mi sono confrontato con tecnici come Giannini (Foggia), Maran (Cittadella), Ventura e Reja (Napoli), Cuccureddu (Avellino), Ballardini (Sambendettese), Acori (Rimini), Ulivieri (Padova) e Allegri (Spal). Basta scorrere i nomi per capire di chi stiamo parlando. Noto che invece in questa serie C le società si affidano molto a giovani emergenti come Aimo Diana cui auguro una brillante carriera”.
“Oggi è un altro calcio rispetto a sedici anni fa – sintetizza Marco Valentini – non tanto sul piano atletico o tattico ma certamente sotto il profilo organizzativo e di conoscenza. Non dico che dieci o quindici anni fa si giocava meglio o peggio ma sono cambiate le dinamiche del calcio e in tale contesto alcuni giocatori di quel periodo oggi avrebbero un palcoscenico ben più prestigioso”.
L’ultima annotazione del tecnico Bruno Giordano è nei confronti dei tifosi. “In quella stagione abbiamo registrato il record di presenze contro il Napoli ma anche in tante altre partite di cartello. Reggio si era innamorata di quella Reggiana. Il Giglio era sempre pieno e quando entravi in campo era uno spettacolo”.
“Senza dimenticare – conclude Marco Valentini – che siamo riusciti a portare diecimila persone a Cremona per la semifinale play off contro l’Avellino
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