“Certi amori fanno giri strani ma poi ritornano”. L’amore tra Ramzi Aya e la Reggiana non è mai sbocciato fino in fondo eppure il difensore della Salernitana ha molto in comune con Reggio Emilia e il granata: nella nostra città ha conosciuto la sua dolce metà Francesca ma soprattutto è il granata il colore nel suo destino.
Ramzi Aya oggi è una colonna portante della Salernitana ma la sua carriera da professionista è iniziata proprio alla Reggiana che lo aveva preso in prestito dalla Fiorentina nella stagione 2010/2011. Un prestito che a fine stagione si trasforma in comproprietà e Aya firma un triennale con la Reggiana. Erano gli anni della gestione Alessandro Barilli e anche per quel suo senso di appartenenza al club, Aya non è mai riuscito a entrare nelle simpatie dei tifosi della Sud eppure con la maglia della Reggiana ha giocato tre stagioni in crescita (83 presenze e un gol) ma soprattutto nell’anno più travagliato (2012/2013) è stato uno dei protagonisti della storica salvezza ai play out a Cuneo. Ciò nonostante l’anno successivo è stato posto fuori rosa e il 31 gennaio 2014 è passato al Rimini, in Seconda divisione. Una esperienza alla Reggiana che Ramzi Aya ha ricordato “formativa anche se conclusa male”
Questi alcuni stralci dell’intervista della Gazzetta di Reggio il 2 febbraio del 2014. «E’ finito un incubo. Non potrei definirlo in altro modo – rimarca lo stesso atleta romano – perché è stato un periodo difficilissimo della mia carriera. E’ dura rimanere a guardare i compagni, allenarsi ma non far parte del gruppo e senza una spiegazione. Pensavo di meritare ben altro trattamento dopo quanto fatto lo scorso anno, con quella salvezza raggiunta in modo miracoloso a Cuneo».
«A gennaio dello scorso anno potevo andare via ma il ds Varini e il tecnico Apolloni mi chiesero di rimanere per aiutare la Reggiana a salvarsi. E così ho fatto, nonostante una classifica difficile, in una situazione complicata per tanti aspetti».
«Lo scorso anno abbiamo raggiunto il massimo delle nostre possibilità con quella salvezza a Cuneo che sembrava impossibile. Tutti abbiamo dato l’anima e per questo mai mi sarei aspettato un trattamento del genere. Quattro mesi fuori senza mai dire una parola, senza creare il minimo problema».
Poi cosa è successo questa estate?
«Lo scorso anno Barilli mi disse che ero uno dei migliori, poi prima del ritiro non facevo più parte del progetto. Una scelta che ho accettato ma pensavo a una soluzione per andare via. Il presidente, però, ha esercitato delle pressioni sul mio procuratore perché accettassi una destinazione senza fiatare. Credo che tutto risalga al fatto che io dovevo tornare alla Fiorentina per 150mila euro. Era l’accordo tra Corsi e Corvino ma poi il diesse è andato via e tutto è saltato».
Cosa le resta di questi tre anni e mezzo alla Reggiana?
«Sono stati anni importanti in cui sono maturato come uomo e come calciatore. Un’esperienza fantastica in una piazza importante».
Con i tifosi ha avuto qualche scontro.
«Il mio difetto e pregio è quello di dire ciò che penso. Ci sono state delle incomprensioni poi superate perché io sono un uomo vero. E’ logico che ho commesso anch’io tanti errori ma è proprio da questi che ho imparato».
Dal Rimini, in Seconda divisione, Ramzi Aya ha saputo scalare la montagna dell’indifferenza ed è tornato nel calcio che conta, in serie B passando attraverso esperienze che lo hanno maturato: Torre, Andria, Catania, poi l’approdo al Pisa e quindi a gennaio dello scorso anno alla Salerniana.
Venerdi’ tornerà nello stadio che l’ha visto esordire nei professionisti e siamo certi che proverà un briciolo di emozione.
Ramzi Aya è un ragazzo che ha saputo rimboccarsi le maniche, non si è smarrito ma con grande tenacia e forza d’animo ha lottato per tornare in una categoria che merita e oggi è anche un beniamino dei tifosi della Salernitana proprio per il suo essere “guerriero” in campo e uomo spontaneo e trasparente lontano dal terreno di gioco.
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