“Ho firmato il primo gol in serie B per la Reggiana dopo 21 anni, vorrei segnare anche il gol decisivo per la salvezza. Amo andare a pesca, sono orgoglioso di aver giocato assieme a Matteo Gabbia, sono certo che a Cremona riscatteremo la brutta prova col Lecce”
Riccardo Martinelli ha un sogno nel cassetto: come ha segnato il gol che ha portato nelle casse granata il primo punto in serie B, dopo 21 anni, cosi’ vorrebbe firmare il gol salvezza per la Reggiana. In pratica “pescare” la salvezza, lui che ha come hobby appunto la pesca.
– Martinelli come vivete questo momento cosi’ delicato della stagione?
“Sentiamo la fiducia della città e della gente anche se i tifosi non possono venire allo stadio. Avere 200 partner è un motivo d’orgoglio. Si parla di territorio e dobbiamo essere fieri di tutto questo”.
– Quanto può incidere la presenza dei tifosi allo stadio?
“Ho avuto la fortuna di giocare a Reggio Emilia con lo stadio aperto e la differenza si sente. Oggi come oggi squadra avrebbe bisogno di un supporto da parte dei tifosi. Ci sarebbe stato necessità. E sono convinto che dopo la promozione in serie B sarebbero stati in tanti gli abbonati e i presenti sugli spalti ogni domenica. Il mio augurio è che prima della fine della stagione si possa aprire, almeno in parte, lo stadio ai tifosi, sarebbe una spinta in più”.
– Quali sono le sue condizioni fisiche?
“Adesso va meglio. E’ stato un infortunio che non ci voleva. Per il mio ritorno in campi servirà ancora altri 30 giorni. Sembrava un infortunio più leggero invece si è dimostrato più serio anche se poteva andare peggio. Spero tra un mese di rientrare per dare una mano ai compagni. Dispiace non essere d’aiuto alla squadra”.
– A cosa si deve la tua crescita professionale?
“I meriti sono una serie di fattori. Sono stati importanti i compagni di reparto, poi le direttive del mister che sono fondamentali. In questa Reggiana c’è un grande spirito di sacrificio”.
– Spesso l’allenatore parlando di Martinelli ripete: è un uomo vero, cosa significa?
“Dovrebbe essere lui a esprimere questo concetto. Ciò che posso garantire è che la squadra e l’allenatore possono sempre fare affidamento su di me. Cerco di far sentire la mia presenza anche se sono infortunato e tutti i giorni sono al campo assieme a loro.
Il gruppo è fondamentale, viene prima dell’interesse dei singoli. Chi non è al momento disponibile è sempre vicino alla squadra anche in trasferta”.
– Come si spiega la debacle contro il Lecce?
“E’ stato un problema mentale, di atteggiamento non da Reggiana. Solitamente vediamo una squadra tosta, combattiva e che fargli gol l’avversario deve sudare le proverbiali sette camice, cosa che non si è vista col Lecce”.
– Arriverà il riscatto a Cremona?
“Io sono al campo tutti i giorni e il pensiero fisso è questo: dimenticare Lecce per prepararsi al meglio per la prossima partita. Il mister non lascia nulla al caso, cura in modo maniacale tutti i dettagli e sta lavorando sulla testa dei giocatori”.
– Perché non si deve parlare di calo fisico?
“Fino a dieci giorni fa la squadra ha messo sotto Cittadella e Venezia dimostrandosi di essere in condizione. Sono convinto che col Lecce sia stata solo una questione di atteggiamento”.
– Che partita si immagina allo Zini?
“E’ una sfida importante ma non decisiva da dentro o fuori. Il mister saprà dare il giusto valore al match per lasciare tranquilli i ragazzi e non caricare eccessivamente questa sfida”.
– Qual è l’errore da non commettere?
“Mi aspetto una Cremonese agguerrita e sarà una partita da battaglia. Sarà un match giocato sulle seconde palle e chi riuscirà a vincere i duelli porterà a casa la vittoria”.
– Cosa c’è da imparare da Ajeti?
“Sono tutti compagni per me speciali. Ajeti si vede che ha giocato a grandi livelli, perché quando è in campo trasmette tutta la sua esperienza e sicurezza”.
– Eloge Yao l’ha sorpreso?
“Mi ha stupito, perché non pensavo fosse cosi’ forte. Dispiace perché anche lui ha subito un infortunio perché era in un periodo di grande forma, stava facendo bene, dando continuità alle sue prestazioni”.
– Ma chi è Riccardo Martinelli fuori dal rettangolo di gioco?
“Il mio hobby è la pesca e proprio in questi giorni assieme a Radrezza e al nostro fisioterapista siamo andati a pescare nel laghetto di Santa Croce. Abbiamo pescato delle carpe. Il tempo è poco ma quando c’è tempo mi dedico a questa passione. Sono nativo di Arezzo e quindi sono un pescatore d’acqua dolce”.
– E’ stato compagno di squadra con Matteo Gabbia alla Lucchese, è ancora in contatto con lui?
“Assolutamente si’. Ci sentiamo spesso. Ci eravamo accordati per vederci in occasione di Sassuolo-Milan ma poi non c’è stata questa possibilità per il Covid ma mi ha lasciato l sua maglia. E’ stato bello giocare con lui alla Lucchese e poi vederlo dopo un anno con la maglia del Milan debuttare in Europa. Sono orgoglioso di aver giocato con lui”.
– Il suo gol contro il Pisa ha portato il primo punto della Reggiana in serie B, se lo sogna ancora?
“E’ stata un’emozione indescrivibile, mai avrei pensato a tanto, nemmeno nei miei sogni. Mi sono sognato per tante notti quel gol che, in effetti, è valso il primo punto alla Reggiana in serie B dopo 21 anno. E devo dire la verità: ci penso ancora. Spero di potermi ripetere, magari firmando il gol salvezza. Sarebbe il massimo aver aperto e chiuso le danze. Un performance personale che mi ha dato fiducia e slancio perchè la settimana dopo abbiamo vinto a Chiavari contro l’Entella. E’ stato un periodo magico per me”.
– Chi sono stati gli attaccanti che l’hanno messa maggiormente in difficoltà?
“Fisicamente ci sono stati due giocatori che mi hanno impegnato da un punto di vista atletico: Parzyszek del Frosinone e Ceter del Pescara. Poi tecnicamente ce ne sono tanti: Morosini dell’Entella e lo stesso Tutino della Salernitana. Ci sono tanti attaccanti di alto livello”.
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *