“Ogni volta che mi alleno penso ai miei genitori, a tutti i sacrifici che hanno fatto per permettermi di giocare a calcio. La mia motivazione è cercare di renderli orgogliosi di ciò che faccio”
Mattia Muroni si è raccontato nell’incontro con le giovani ragazze della Reggiana Femminile. “Da piccolo sono cresciuto col pallone in mano – ha ricordato – ho avuto tante soddisfazioni ma ho dovuto anche superare tanti ostacoli e grazie alla passione per il calcio ci sono riuscito. Questa è la cosa più importante: impegnarsi sempre, avere voglia di raggiungere l’obiettivo. Nella vita come nel calcio ci sono tanti ostacoli da superare ma bisogna riuscirsi per non avere rimpianti”.
Cosa si sente di dire a queste ragazze?
“Puntate a fare quello che volete dalla vita. Il movimento femminile deve crescere a Reggio come in Italia, perché ancora non siamo ai livelli delle altre nazioni e delle nostre potenzialità”.
A proposito di senso di appartenenza, quanto è forte il suo legame con la Sardegna?
“Sono cresciuto a Oristano e poi mi sono trasferito in Toscana, al Tuttocuoio. E’ stato un sacrificio ma se insegui un sogno lo devi fare. Adesso sono maturato ma all’inizio non è stato sempre semplice proprio per questo radicato senso di appartenenza alla mia terra. Ma se hai un sogno, ci vuole del coraggio per provare a inseguirlo. Mi auguro che vada sempre meglio”.
Ha fatto tanti sacrifici per arrivare?
“La mia famiglia è di Oristano e quando sono andato al Cagliari i miei genitori hanno passato ore in auto e macinato chilometri per portarmi agli allenamenti. Ogni giorno mi accompagnavano al campo e hanno fatto grandi sacrifici. Quando mi alleno penso sempre a loro, a ciò che hanno fatto per me. Oggi la mia maggiore motivazione è renderli orgogliosi della mia scelta di vita”.
Tornerà n Sardegna?
“Ho lasciato la Sardegna giovanissimo e amo viaggiare in Italia ma anche all’esterno. In Emilia mi sono trovato bene per questo dopo Modena ho preferito la Reggio Emilia”.
In questo avvio di stagione ha avuto un minutaggio basso.
“Non è mai semplice giocare poco ma il mister è stato bravo a coinvolgerci tutti. Abbiamo un obiettivo comune e questo ci aiuta ad affrontare le partite. Il mio intento è di allenarmi bene per farmi trovare pronto. Sotto questo aspetto sono cresciuto. Quando giochi pochi perdi la speranza, invece, ho capito che occorre aumentare l’impegno per essere pronti al momento opportuno. Non bisogna mai mollare”.
A Modena sostengono che la Reggiana ha ricevuto un favore arbitrale contro la Lucchese.
“Noi pensiamo ad andare dritti per la nostra strada nell’intento di raggiungere l’obiettivo prefissato. A volte capita anche in serie A, dove pure c’è il Var, di non vedere certi falli, figuriamoci in serie C”.
E’ diplomato o laureato?
“Ho il diplomato di geometra e non ho continuato gli studi ma mi piacerebbe iscrivermi all’università”.
Col Modena si è lasciato bene?
“C’è stato il cambio della società e quindi è normale un cambiamento”.
Sei gol lo scorso anno?
“E’ andata bene, riuscivo a segnare in diversi modi”.
Se l’aspettava una Reggiana in testa al campionato?
“Devo dire che fin dalle prime partite si era capito che eravamo un gruppo forte”.
Qual è il suo ruolo ideale?
“Sono un centrocampista mancino che ama giocare in un centrocampo a tre”.
Quanto c’è da imparare da Cigarini e Rossi?
“Abbiamo in effetti un reparto molto forte ed è un piacere allenarmi con loro”.
Cosa dobbiamo aspettarci dalla trasferta di Pesaro?
“Affrontiamo una squadra che sa difendere bene e sono convinto che ci aspetteranno per cercare di colpirci in contropiede. Dovremo stare molto attenti”.
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