Per il momento la Reggiana ha conquistato lontano dal Città del Tricolore la metà dei punti conquistati tra le mura amiche
I dati numerici indicano che negli ultimi sei anni presi in esame (serie D e serie B a parte) per vincere il campionato occorre un equilibrio tra punti conquistati in casa e in trasferta. La Reggiana, invece, fino a oggi ha sempre sofferto il “mal di trasferta”. Un “vizietto” che a Sassari contro la Torres deve cancellare. Sono i numeri a indicarlo in modo evidente: solo 8 punti messi in cassaforte dei 24 in classifica, in pratica la metà di quelli conquistati al Città del Tricolore. Il problema vero, guardando il calendario fino alla sosta, è che la Reggiana sarà chiamata a giocare solo due partite in casa (Rimini e Olbia) e ben cinque in trasferta: Torres, Recanatese, Fermana, Imola e Lucca. Se prendiamo in esame le rivali dei granata possiamo notare che il cammino del Cesena è decisamente più equilibrato (14 punti al Manuzzi e 11 in trasferta)come del resto l’Entella (12 punti in casa e 13fuori). Un andamento che ha caratterizzato la Reggiana anche nello scorso campionato tanto che Rozzio e compagni alla fine hanno conquistato 49 punti al Città del Tricolore e ben 12 in meno (37) in trasferta. Il Modena è invece stato più lineare con 45 punti al Braglia e 43 in trasferta.
Se prendiamo in esame le ultime sei stagioni questo elemento emerge in modo netto. Nella stagione 2019/20 seppur anomala perché con solo 27 partite, il Vicenza ha conquistato 30 punti al Menti e 31 in trasferta; lo stesso vale per il Venezia (stagione 2018/19) con 41 punti al Penzo e ben quattro in più (45) in trasferta. Identico cammino anche per il Cittadella (stagione 2015/16) con 39 punti al Tombolato e 43 punti fuori. Più equilibrato il cammino del Teramo (stagione 2014/15) con una differenza tra casa e fuori di 4 punti: 38 contro i 34 conquistati in esterno. L’unica squadra che esula da questo contesto è il Padova che nella stagione 2017/18 ha conquistato 39 punti in casa e 27 punti in trasferta.
Il mal di trasferta, però, non è solo una peculiarità della Reggiana di Aimo Diana ma di tutti i tecnici che negli ultimi cinque anni (serie B e serie D escluse) si sono seduti sulla panchina granata. Max Alvini ha conquistato 37 punti al Città del Tricolore e 16 in meno (21 punti) in trasferta. Stesso discorso per Menichini (2017/18) e poi col trio Eberini-La Rosa-Tedeschi con 39 punti in casa e solo 17 in trasferta (ben 22 punti di differenza) e quarto posto finale. Identico discorso con il tandem Colucci/Menichini (2016/17) con una differenza di 16 punti (39 punti in casa e 23 fuori) con quinto posto finale. Stessa cosa con Alberto Colombo: 2015/16 la differenza è di 6 punti (settimo posto finale) ma nella stagione precedente (2014/15) è addirittura di 20 punti (44-24) con terzo posto finale. In definitiva se si vuole vincere il campionato occorre rimettere in equilibrio il bottino di punti conquistati in trasferta anche perché tenendo fede alla media di 2 punti a partita, è evidente che non si può pensare di vincere tutte le partite interne e poi di pareggiare quelle esterne. E i due punti a partita sono un’altra certezza di vincere il campionato, a parte lo scorso anno dove il Modena ha tenuto una media di 2,31 punti a partita e alla Reggiana non è stata la media di 2,63 punti a partita.
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