Alle telecamere di RaiSport, è intervenuto il presidente della Reggiana Luca Quintavalli, tornato a parlare di quelli che sono giorni davvero caldi per il futuro della Serie C: “Confermo il fatto che la Reggiana, volendo meritare sul campo quello che ha dimostrato in una stagione intera, vuole giocarsela.”
Alle telecamere di RaiSport, è intervenuto il presidente della Reggiana Luca Quintavalli, tornato a parlare di quelli che sono giorni davvero caldi per il futuro della Serie C: “Confermo il fatto che la Reggiana, volendo meritare sul campo quello che ha dimostrato in una stagione intera, vuole giocarsela. Abbiamo espresso l’intento di proseguire il campionato, se possibile giocando i playoff, perché reputiamo la Reggiana la squadra probabilmente più penalizzata della sospensione del campionato, mancando undici partite tra le quali lo scontro diretto con la prima, che dista solo sei punti. Qualora non fosse possibile, ovviamente non ci mettiamo davanti alla sanità, anzi, lottiamo per tutelarla, ma non possiamo accettare che un merito sportivo venga dato con un criterio come quello proposto, il coefficiente applicato premia chi ha giocato meno, quando invece il merito sportivo deve premiare chi in campo ha dato di più; ecco perché difenderemo in tutte le sedi quello che per noi è il merito di campo”.
Il presidente prosegue poi: “Non devo pensare al millesimo con cui il Carpi ci batterebbe se il Consiglio Federale accettasse la proposta della Lega Pro, il bello e brutto della matematica è che può dare e togliere davvero per un criterio, ma sono certo che la stessa vada applicata con dei crismi corretti. Pur volendo giocare sul campo, e ribadisco questa volontà, abbiamo dato per assodata la promozione delle prime tre perché si è sempre detto che nella cristallizzazione delle classifiche le prime sarebbero passate, ci siamo litigati il secondo posto che non solo deriva dalle classifiche ma anche dai calcoli, e noi non reputiamo semplicemente corretto il coefficiente di applicazione per la miglior quarta. Se oggi valutiamo il campo giocato, non possiamo premiare chi ha giocato meno, non è merito sportivo: vanno allineate le partite e poi stabilito il coefficiente. Come già fatto in passato dalla Lega stessa”.
Andando più nello specifico: “Bisogna considerare che un mini ritiro, che ha dei costi così come la scelta per un luogo per i playoff, sarebbe un investimento fine a un’attività ridotta nel tempo, diverso sarebbe riavviare un intero torneo: l’ipotesi fatta da noi era per ambo le soluzioni, siamo pronti per poter fare questo tipo di investimento, le strutture sono adeguate e sono adeguabili. A ogni modo quello che è emerso in assemblea deve ancora ricevere conferma dal Consiglio Federale, ricordo che sono solo proposte quelle dell’assemblea: e sia chiaro, del sorteggio neppure abbiamo parlato. Io sono solo forte nel dire che il merito sportivo è dalla nostra perché il 75% del torneo è stato giocato e noi abbiamo espresso dati numeri: non si può giocare a tombola quanto espresso in tante gare già giocate. Sia comunque chiaro che quello che stiamo vedendo non è un male, il male è il virus, ma comunque crea delle preoccupazioni perché io sono rappresentante di una squadra che ha alle spalle una città intera, io non rappresento solo la Reggiana ma anche Reggio Emilia. Voglio tutelare l’interesse di tutti, ma a oggi ricordo che non si è ancora deciso nulla. E comunque il bello di vincere le sfide è questo: quando dimostriamo quello che possiamo tutelare, perché forte di quello, è ancora più gradevole la vittoria finale. Io difenderò con i denti quello che pensiamo siamo nostro”.
Conclude con una nota alla possibile riforma del calcio: “Quella ipotizzata come rivoluzione del calcio sarebbe una bella cosa, i problemi della sostenibilità della Lega Pro sono noti a tutti, i problemi di affrontare scelte e decisioni per un campionato cessato a seguito di qualcosa che nemmeno immaginavamo sono tanti, il rischio di azioni legali in tutte le divisioni c’è: la B a due gironi e il semiprofessionismo della C sarebbero ottime scelte, sarebbe il momento di valutare approfonditamente una riforma del genere, noi avremmo una buona posizione di favore in merito. La C non scomparirebbe, averebbe solo un nome diverso, credo diventerebbe anche più incentivata di investimenti perché i costi sarebbero ridotti, diventerebbe un’élite a pari visibilità che ha oggi la C, toccherebbe club con pari blasone che avrebbero come obiettivo immediato la B: la C non sparisce, viene solo rivista, il vero valore della riforma sarebbe quello”.
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