Riccardo Allegretti è uno dei tanti doppi ex di Empoli e Reggiana. Centrocampista offensivo, ha militato nella Reggiana nella stagione 1998/99 in serie B mentre all’Empoli ha conosciuto una prima parentesi per i primi quattro mesi dello stesso campionato per poi farvi ritorno dal 1999 al 2001, sempre in serie B.
“Venivo dal Milan – ricorda Riccardo Allegretti – anche se ero molto giovane e alla corte di Fabio Capello non avevo mai giocato tanto che la società mi mandò a fare esperienza a Lecco, in serie C2 dove vinsi l’anno successivo il campionato. All’Empoli, però, accusai un infortunio e cosi’ la società decise a gennaio di cedermi alla Reggiana, salvo poi fare ritorno a giugno”.
Ritrovò un Empoli che dalla serie A era retrocesso in B.
“La filosofia dell’Empoli è sempre la stessa: fare l’ascensore tra la serie B e la serie A, costruire la squadra giovane per poi tornare nella massima serie. Anche in quei due anni l’intento era quello e anche se non ci siamo riusciti, siamo stati sempre protagonisti”.
L’Empoli è anche una fucina di giovani emergenti.
“Lo è da sempre. E’ un club organizzato con alla guida lo stesso presidente che riesce a dare stabilità e programmazione”.
Nel mezzo della sua crescita sportiva, che poi l’ha visto protagonista in serie A con le maglie di Como, Modena, Chievo e Bari c’è stata anche la parentesi della Reggiana.
“Sono arrivato in una squadra che aveva dei grandi campioni e sono stato orgoglioso di poter essere stato compagno di squadra di Protti, Neri, Abate, Maspero, Carbone, Cevoli, Ponzo e tanti altri”.
A scorrere quella formazione sempre impossibile pensare che quella Reggiana, a fine stagione, è poi retrocessa in serie C.
“Questo è veramente incredibile e ancora oggi faccio fatica a crederlo perché era una squadra che sulla carta era stata costruita per tornare in serie A. Aveva grandi giocatori ma forse non sono bastati per mantenere la categoria. Non è bastato il filetto di vittorie finali contro Andria, Genoa, Cosenza, Treviso, Brescia e Lucchese. Alla fine retrocedemmo per soli due punti di distacco dal Cosenza. A prescindere dalla retrocessione, però, Reggio Emilia è stata una parentesi molto importante della mia carriera e la ricordo con grande affetto”.
Ha mantenuto il legame con Reggio Emilia e la Reggiana?
“Assolutamente. La seguo con affetto e interesse, quando sono stato chiamato come ex granata ho sempre risposto presente”.
Martedì’ si gioca Empoli-Reggiana, come la vede?
“Quest’anno ho seguito la Reggiana da vicino per ovvi motivi, dato che alleno la Primavera del Monza e ho visto una squadra organizzata, che pratica un calcio ad alti ritmi e intenso. Sono qualità importanti in serie B”.
Un campionato dove, però, sono i particolari a fare la differenza
“E’ logico che non puoi permetterti degli errori perché trovi avversari che ti puniscono, però se hai una precisa idea di gioco e la porti avanti alla fine questo lavoro paga. La Reggiana ha un buon allenatore che ha dato alla squadra una sua identità di gioco e sono certo che arriverà all’obiettivo di mantenere la categoria”.
Dopo due sconfitte di fila dovrà però tenere testa all’Empoli.
“L’Empoli è una squadra molto giovane ma allo stesso tempo competitiva e che pratica un calcio aggressivo e dinamico. Sarà una bella partita e sono certo che la Reggiana saprà tenerle testa, Del resto nel corso di questa prima parte di stagione, Lecce a parte, ha sempre giocato alla pari contro tutte le avversarie”.
Sarà cosi’ anche a Empoli?
“Mi aspetto una bella partita, tirata e ad alti ritmi”.
C’è una strategia per uscire indenni dal Castellani?
“Non mi permetto di entrare in queste pieghe tecniche, però è evidente che se ipotizzi di andare a pressare alto, l’Empoli ti può far male perché sul piano del palleggio sono bravi e sanno come uscire bene dal pressing degli avversari. Sono curioso di vedere questa sfida”.
Deve fare la partita perfetta come ha fatto contro il suo Monza?
“In questi confronti con avversari quotati, dato che l’Empoli sarà una delle protagoniste per la promozione, occorre la massima attenzione e giocare con grande intensità”.
Anche perché questo è un campionato di grande livello.
“Assolutamente, ci sono tante formazioni che lottano per la serie A ma anche nelle squadre di coda i valori sono molto alti e può succedere di tutto. La Reggiana, in ogni caso, non deve perdere di vista quello che è il suo obiettivo principale: la salvezza senza passare dai play out. E sono certo che riuscirà in questo intento”.
Oggi allena la Primavera del Monza, soddisfatto?
“Abbiamo avuto delle difficoltà iniziali perché abbiamo iniziato la stagione in ritardo e dopo dieci giorni avevamo già degli impegni ufficiali. Abbiamo risentito il passaggio dalla serie C alla serie B ma abbiamo giocato solo tre partite perché siamo fermi da quaranta giorni. Credo sia un problema generale, anche della Reggiana”.
si riparte il 16 gennaio?
“Questo è il programma poi si vedrà se sarà o meno confermato”.
Una bella esperienza?
“Insegnare calcio è sempre affascinante e anche di grande responsabilità”.
In tema di Reggiana, al Monza ha ritrovato la segretaria generale Daniela Gozzi.
“Daniela lavora in sede ed è una grandissima professionista inserita in un contesto di assoluto livello perché il Monza a livello societario è strutturato per la serie A. Anche sul campo, sono certo, che sarà una delle protagoniste per conquistare la massima serie. Mi pare che i nostri obiettivi siano ben evidenti”.
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