Gianluca Temelin ha militato per due anni nella Cremonese (2007/2009) e nei successi due anni alla Reggiana (2009/2011) realizzando complessivamente 34 gol in 101 presenze. Un goleador che in carriera ha giocato 378 partite in serie C realizzando 124 gol più 15 presenze in serie B e 2 gol e una sola presenza in serie A con l’Atalanta.
Un bomber vero che è passato alla storia della Cremonese per aver realizzato 4 gol in una sola partita. Da diversi anni ha iniziato la sua esperienza di allenatore nel settore giovanile della Cremonese.
Qual è stato il suo percorso a livello giovanile?
“Ho iniziato nella Pro Patria con la Under 15, poi due anni al settore giovanile del Pescara, l’anno successivo ho fatto il secondo a Luigi Iervese al Francavilla in serie D e da tre anni sono alla Cremonese”.
Quest’anno chi allena?
“Da due anni la Under 17 mentre il primo anno la Under 16”.
Perché questa scelta di iniziare dal settore giovanile?
“Appena smesso avevo voglia di allenare ma ho capito che se volevo arrivare ad allenare una prima squadra dovevo svolgere un percorso a livello di settore giovanile. E’ stata una mia volontà quella di iniziare dal settore giovanile e devo dire che cammin facendo mi ha gratificato. Ma non è detto che in futuro non punti ad allenare una prima squadra. Per ora questo ruolo di allenatore dei giovani mi gratifica”E’ anche una vita di sacrifici?
“La mia famiglia vive a Bergamo e quindi sono abbastanza vicino e anche quando allenavo a Pescara avevo la fortuna di utilizzare l’aereo dato che c’è un diretto Pescara-Bergamo. Tutte le settimane ero a casa. Diciamo che in questo modo ho alleggerito la lontananza dalla famiglia”
Quali sono le maggiori difficoltà nel rapporto con i giovani?
“I tempi rispetto a quando ero giovane io sono decisamente cambiati. È evidente. Adesso i ragazzi hanno tante distrazioni che ai miei tempi non c’erano. Parlo dei social e tanto altro. Prima si pensava solo a giocare e ad andare a scuola. L’unico passatempo era il calcio. Oggi la realtà è totalmente cambiata”.
C’è un rapporto più professionale o anche paterno?
“Adesso soprattutto paterno. Un allenatore del settore giovanile deve svolgere questo ruolo a 360’ non solo le due ore che alleni in campo. L’aspetto psicologico e mentale importante, anzi fondamentale. Bisogna avere rapporto non solo per quanto riguarda il campo ma anche fuori. Devi dialogare con i ragazzi, chiedere come vanno a scuola, in famiglia, con gli amici. Discutere con loro. Anch’io prima parlavo poco ma adesso ho capito che è necessario avere un dialogo costante con i ragazzi a prescindere calcio. L’aspetto psicologico è rilevante nella gestione. Noi siamo degli esempi per i ragazzi e il fatto chiediamo come stanno li coinvolge”
La fortuna è anche quella di potersi allenare al Centro Arvedi?
“E’ una fortuna enorme perché questo centro sportivo Arvedi è stato costruito 11 anni fa e quindi è all’avanguardia: ha 5 campi a 11, abbiamo tanti spogliatoi e un sesto campo poco distante. E’ un grande privilegio avere a disposizione un centro sportivo di questo livello per i ragazzi. Anche il fatto che la prima squadra si allena con noi è fondamentale perché i ragazzi vedono concretamente quello che è la loro meta sportiva. Accresce il senso di appartenenza”.
Avete però la concorrenza dell’Atalanta?
“Non solo perché come ti giri trovi dei club di grande spessore a livello giovanile. Diciamo che a livello logistico non siamo messi bene”.
Avete tutti ragazzi locali?
“Non ci sono ragazzi da fuori Regione però il raggio di selezione è ampio perché abbiamo la possibilità di offrire dei mezzi di trasporto che arrivano anche a 100 chilometri di distanza. Nel settore giovanile ci sono ragazzi che provengono da Parma, Piacenza, Milano, Brescia, Bergamo. Non ci sono ragazzi che alloggiamo”.
Domenica si gioca Reggiana-Cremonese, quali sono i suoi ricordi di doppio ex?
“Ho vissuto due splendidi anni a Cremona e poi a Reggio Emilia. Sono state annate felici anche se non hanno coinciso con il raggiungimento dell’obiettivo iniziale però sempre lottato per traguardi importanti. A questa partita ci tengo molto anche perché tra le due tifoserie c’è n gemellaggio e quindi si respira un clima diverso”.
Una Reggiana che ritrova dopo 21 anni la serie B.
“Sono stato felicissimo della promozione della Reggiana in serie B. E’ stata una gioia immensa e devo dire che sono stato dispiaciuto non poter essere presente alla festa per il centenario che coincideva con il compleanno di mia moglie e non me la sono sentito di lasciarla da sola ma è stato un peccato non esserci”.
Che partita si aspetta?
“Chiaramente sono reduci da due sconfitte ma da due partite diverse. La Reggiana ha subito sette gol a Lecce e penso che in questo momento ci sono spesso squadre che incappano in goleada. E’ successo al Barcellona, all’Atalanta, al Liverpool per citare alcuni grandi club. Non bisogna a soffermarsi più di tanto su questo aspetto: è successo e basta. Possono capitare. So che la squadra di Alvini gioca bene. Lo scorso anno ho seguito molto la Reggiana sotto il profilo tattico e ho visto che il mister ha fato giocare bene la squadra. Sono convinto che dopo tanti anni di lontananza dalla serie B l’obiettivo primario sia la salvezza. I granata hanno una partita in meno, dunque con in linea con le aspettative. Lasciamo perdere lo scivolone di Lecce, la Reggiana sta facendo il suo campionato”.
La Cremonese fanalino di coda è una sorpresa.
“E’ vero che rispetto alle qualità del gruppo non sta rispettando le potenzialità della squadra ma chi ha visto la partita a Salerno si chiederà come può essere che la Cremonese sia ultima in classifica. La Cremonese quella partita la doveva vincere o al massimo pareggiare. In questo momento manca di fortuna per far girare la partita. Le prestazioni ci sono. Manca quella vittoria far cambiare stagione, la classica scintilla per cambiare il corso della stagione”.
L’arrivo di Ariedo Braida è un bel segnale di riscatto.
“Braida si presenta da solo ma è un chiaro segnale per far capire che il cavalier Arvedi è intenzionato a fare grandi cose per la Cremonese. Siamo in buone mani. Aspettiamo attimo perché Braida dovrà capire e conoscere l’ambiente ma gli auguriamo di lavorare per il meglio”
Qual è il gol a cui è più legato con le due maglie?
“Con la Reggiana sicuramente ricordo con piacere il gol contro l’Alessandria al 91’: eravamo sullo 0 a 0 e sono subentrato a 15’ dalla fine e ho segnato il gol partita. Con la Cremonese il ricordo più bello fa riferimento all’11 novembre quando ho realizzato 4 gol contro il Novara. Una giornata storica. Capita una sola volta nella vita e sono entrato nella storia della Cremonese dato che solo io e altri due giocatori abbiamo realizzato 4 gol in una partita”
RE
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