Contro la Carrarese è stata una partita complicata sbloccata sfruttando la superiorità numerica e le qualità balistiche di chi parte dalla panchina a dimostrazione di un organico di lusso per la categoria. Peccato per la poca presenza di tifosi
Quando vinci di queste partite, allora significa che può essere il tuo anno. Non sol perché tutto gira per il verso giusto ma anche perché hai dato una dimostrazione di forza. E’ anche vero che in questo momento tutti gli episodi girano a favore dei granata perché l’espulsione di Tunjov ha cambiato l’inerzia della partita e tolto quell’aggressività alla Carrarese che aveva, fino a quel momento, messo in difficoltà la manovra dei granata. Cosi’ come è evidente che quando le partite te le decidono i giocatori che partono dalla panchina significa che hai a disposizione un collettivo di lusso. E questo già lo sapevamo ma ciò che abbiamo scoperto contro la Carrarese ha la capacità di saper soffrire e stringere i denti da parte della Reggiana.
Nelle precedenti partite la Reggiana si era mostrata in tutta la sua forza e superbia. Un pavone che ha aperto la ruota per far vedere quanto è bello. Contro la Carrarese, invece, ha avuto la forza di stare sul pezzo, di fare la battaglia, di lottare su ogni pallone per poi cercare di sfruttare l’occasione che ti capita.
La Reggiana ha dilagato dopo essere stata in superiorità numerica, quando è riuscita a sbloccare la partita ma anche nel primo tempo quando si capiva che la partita era complicata ha avuto almeno cinque nitide occasioni per passare in vantaggio. Non va trascurato questo particolare perché significa che anche nei momenti difficili, quando la partita è in salita, la Reggiana ha la possibilità attraverso le sue individualità, di passare in vantaggio.
Un altro aspetto che va sottolineato è che in passato la Reggiana sembrava voler andare in vantaggio portando la palla dentro la porta. E’ un modo di dire per spiegare che il gol doveva scaturire da una fitta serie di passaggi e mai da conclusioni dalla distanza, ciò che invece hanno “portato” Rosafio, ovviamente Neglia ma anche e soprattutto Lanini. Un’arma in più a disposizione della Reggiana.
Ultima annotazione tecnica: la difesa. Lo dicono i numeri (un gol in sei partite) ma anche il tabellino che mostra come Venturi non sia mai stato chiamato un intervento. Questa organizzazione difensiva va certamente a merito di tutta la squadra perché c’è una partecipazione collettiva al recupero della palla, anche quando c’è un errore in fase di disimpegno o di impostare. Sono gli attaccanti i primi difensori e la squadra si compatta in modo straordinario per impedire le ripartenze degli avversari.
Mi piace anche fare una considerazione sul mister Aimo Diana per il suo atteggiamento nel fine partita, nel commentare il match: lucido, onesto, rispettoso e anche umile.
L’amara constatazione è che questa Reggiana meriterebbe più dei 3.800 tifosi presenti al Città del Tricolore. Ma questo è un discorso lungo, complicato che ha radici profonde e non tutte legate alla Reggiana. Si può in futuro invertire la tendenza ma è difficile perché la campagna abbonamenti o “io ti voglio bene sempre” come è stata chiamata, ha prodotto poco (meno di 2.000 tessere) e quindi vendere 4 o 5 mila biglietti se non c’è il Derby è complicato anche da un punto di vista organizzativo. Pazienza.
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