Abbiamo assistito a due partite in una anche se – va detto – entrambe hanno premiato la Spal. Ma c’è una bella differenza tra la Reggiana vista nel primo tempo e quella della ripresa.
Nei primi quarantacinque minuti è scesa in campo una squadra impaurita, che non riusciva a fare due passaggi di fila, con giocatori che commettevano errori elementari. Una disorganicità tattica disarmante, quasi come se pensassero di avere già perso ancora prima di scendere in campo. Il gol era nell’aria, era solo questione di tempo. Giocando in quel modo era inevitabile, come poi è stato. Ma è ciò che si è visto nella ripresa che fa pensare a un’altra partita perché all’improvviso la Reggiana ha scacciato tutte le paure e ha iniziato a giocare a calcio. Il calcio che sanno fare Rossi e Radrezza, quelli veri non i giocatori dai piedi buoni visti nel primo tempo. Cosi’ abbiamo assistito a una seconda parte in cui la Reggiana ha cercato di mettere in discussione la vittoria della Spal. E ci è riuscita fino a quando ha commesso un grossolano errore tattico di uscita dalla difesa subendo il raddoppio su una ripartenza al limite dell’assurdo. Ma poco importa perché anche a partita compromessa la Reggiana ha continuato a giocare e questo è ciò che deve rimanere e su cui occorre costruire il futuro. Non c’è altra strada. Certo i numeri sono impietosi: 598 minuti senza segnare, un punto in otto partite, la quinta sconfitta di fila e terzultimo posto in classifica. Ma per una volta i numeri non corrispondono totalmente alla prestazione della squadra. E’ l’inizio del riscatto? Lo sapremo sabato col Vicenza.
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *